Le autorità sovietiche sostenevano l’idea marxista della lotta di classe, ma negavano la lotta intraspecifica per l’esistenza (darwinismo), così come tutta la genetica classica.
Lo scienziato contadino Trofim Lysenko
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L’ideologo della visione sovietica della biologia in generale e della teoria dell’evoluzione in particolare fu l’agronomo Trofím Lysénko (1898-1976). Nel 1928, sviluppò una nuova tecnologia agricola chiamata “vernalizzazione” (in russo: “яровизация”; “jarovizatsija”): prima della semina, si proponeva di pre-raffreddare i semi delle colture cerealicole in modo che rendessero di più. Molti scienziati sostennero l’idea e la stampa sovietica iniziò a lodare Lysenko, sottolineando con entusiasmo le sue origini contadine, in contrasto con gli scienziati altamente istruiti che avevano studiato e lavorato nella Russia zarista e avevano viaggiato all’estero, assorbendo idee borghesi.
Lysenko divenne un influente agronomo e ricoprì molti incarichi di rilievo: nel 1938 divenne presidente dell’Accademia delle Scienze Agricole dell’intera Unione intitolata a Lenin. Continuò a proporre nuove idee agrotecniche e di allevamento, a volte le più incredibili.
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Ebbe molti seguaci e i suoi insegnamenti e questa direzione della biologia sovietica furono spesso chiamati “agrobiologia di Michurin”. Il famoso scienziato-allevatore Ivan Michurin (1855-1935) non aveva nulla a che spartire con tutto ciò, ma Lysenko si considerava un suo seguace.
Cosa si proponeva al posto del darwinismo?
Lysenko definì l’obiettivo principale dell’agrobiologia quello di aumentare i raccolti e progettò di farlo in modi nuovi, senza affidarsi alle “ostili dottrine capitalistiche”.
Il bersaglio principale degli attacchi di Lysenko era il darwinismo. Definì il concetto evolutivo di Darwin, con la sua teoria dell’ineguaglianza degli organismi, “pseudoscientifico” e “razzista”. E definì la genetica classica “scienza fascista” senza mezzi termini.
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Lysenko riteneva che lo sviluppo di un organismo vivente non dipendesse tanto dall’ereditarietà e dai geni quanto dall’ambiente esterno. Credeva anche nell’ereditarietà delle competenze acquisite.
Soprattutto, negava la competizione intraspecifica. Ad esempio, sostenne nuovi modi di seminare il kok-sagyz, il “tarassaco russo” (o “kazako”) che si voleva utilizzare come sostituto del caucciù per la produzione della gomma. In particolare fu un sostenitore della semina “kvadratno-gnjozdovaja” (“a nido quadrato”).
Secondo la sua teoria, il raccolto sarebbe così cresciuto in modo esponenziale. Allo stesso tempo, gli americani erano contrari a questo metodo, perché alcune piante seminate troppo vicine non germogliano affatto o germogliano debolmente. Lysenko rispose che il principio della lotta intraspecifica era stato inventato dalla scienza borghese: “Esiste solo la competizione tra specie diverse: un lupo mangia una lepre, ma una lepre non mangia una lepre: mangia l’erba. E così il grano non impedisce al grano di vivere”.
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Lysenko sosteneva inoltre che le specie possono trasformarsi l’una nell’altra sotto l’influenza dell’ambiente. “Negare che il grano, in condizioni adeguate, dia origine a singoli chicchi di segale, che poi crescono e sostituiscono il grano, significa allontanarsi dalla vita, dalla pratica”.
La lotta contro gli scienziati e le dottrine borghesi
Per Lysenko, le teorie scientifiche erano inestricabilmente legate all’ideologia e all’ordine sociale. Sosteneva che la scienza biologica borghese tenesse tanto alla “teoria” della competizione intraspecifica perché doveva giustificare il motivo per cui un gran numero di persone nella società capitalista conduceva uno stile di vita povero.
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Allo stesso tempo disse: “Noi sovietici sappiamo bene che l’oppressione dei lavoratori […] non ha nulla a che fare con le leggi della biologia”.
Con le dottrine “ideologicamente aliene” portate da paesi stranieri ostili, propose di combattere apertamente e fu accontentato.
L’importante genetista Nikolaj Vavilov (1887-1943) fu arrestato nel 1940, formalmente per “sabotaggio”, e morì durante la detenzione. Solo dopo la morte di Stalin, avvenuta nel 1953, fu riabilitato e riconosciuto come un grande scienziato, tanto che oggi molte città russe hanno una via intitolata in suo onore.
Nel 1948 ci fu una sessione dell’Accademia delle Scienze Agrarie presieduta da Lysenko, dove, con l’approvazione del Partito, la genetica classica fu dichiarata una pseudoscienza. Da quel giorno iniziò il processo che oggi viene chiamato “lysenkovshchina”, cioè la lotta contro gli scienziati ideologicamente sgraditi.
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Coloro che si occupavano di genetica (non dell’agrobiologia di Lysenko) furono licenziati dai loro incarichi. Anche gli scienziati che criticavano le idee di Lysenko furono perseguitati. L’intero processo di ricerca fu posto sotto il controllo dell’ideologia. In seguito, la stessa sorte sarebbe toccata ad altre branche della biologia: virologia, citologia e altre scienze.
Nel 1955, quasi trecento scienziati firmarono una lettera di critica a Lysenko e la sua teoria fu definita “medievale, un disonore per la scienza sovietica”. Lysenko fu sospeso per un certo periodo dalla presidenza dell’accademia, ma in seguito Khrushchev stesso lo fece tornare al suo posto. Il primo segretario del Pcus sostenne Lysenko: gli piacevano le origini popolari dello scienziato e i buoni raccolti di grano.
Boris Losin/Sputnik
Ma dopo che Khrushchev ebbe perso il potere, nel 1965 fu dimostrato che il lavoro di Lysenko conteneva errori scientifici e argomentazioni inattendibili. Alla fine fu rimosso dal suo incarico, ma rimase fedele alle sue idee, continuò ad avere molti seguaci e proseguì i suoi esperimenti, dirigendo il laboratorio della base di ricerca sperimentale “Gorki Leninskie” per altri dieci anni, fino alla sua morte.
G.Bykov/Sputnik
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