Dalla Russia arriva il primo vaccino anti-covid per cani, gatti e animali da pelliccia

Legion Media
Il preparato è già stato registrato: si chiama Carnivac-Cov, e sarà lanciato con una produzione di massa ad aprile. Ecco cosa sappiamo finora

In Russia è stato registrato il primo vaccino al mondo contro un nuovo coronavirus che colpisce gli animali. Il preparato si chiama Carnivac-Cov, e ad aprile sarà lanciato con una produzione di massa. Ecco cosa sappiamo finora. 

Che tipo di vaccino è? 

Il Carnivac-Cov è un vaccino inattivato adsorbito. Utilizza un virus che è già stato “ucciso” da sostanze chimiche, calore o radiazioni. Un tale virus non può più riprodursi, ma il sistema immunitario riconosce la proteina virale e risponde. Si tratta di una tecnologia abbastanza comune, già utilizzata per vaccinare le persone contro l’influenza e la polio.

Il farmaco è stato sviluppato dal Centro federale per la salute animale sotto la giurisdizione del Rosselkhoznadzor (il servizio federale russo per la supervisione veterinaria e fitosanitaria). I test clinici sono iniziati nell'ottobre 2020. 

A chi si rivolge il vaccino? 

Innanzitutto agli animali suscettibili al Covid-19: cani e gatti in primis. Come si è visto nel 2020, gli animali domestici possono ammalarsi di coronavirus (sono stati registrati casi in tutto il mondo); lo stesso vale per gli animali negli allevamenti di pellicce (ricordiamo lo sterminio di visoni in Danimarca).

Il Carnivac-Cov è stato prima testato su furetti meno suscettibili al virus e, a seguito dei risultati positivi, sono iniziati gli studi su animali più a rischio, come gatti e altri animali da pelliccia. 

Quanto dura l’immunità? 

Secondo Rosselkhoznadzor, nel 100% dei casi gli animali hanno prodotto anticorpi e il vaccino soddisfa tutti gli standard di sicurezza. Tuttavia, la durata precisa dell'immunità non è ancora nota; si ipotizza che possa durare almeno sei mesi, ma non si esclude una copertura più ampia. 

Gli animali devono essere vaccinati? Rappresentano una minaccia per l'uomo? 

No, non devono essere vaccinati per forza. Secondo l'OMS, attualmente non c'è nessuna prova scientifica che la nuova infezione possa passare dagli animali agli umani; ma dall'uomo all'animale, sì.

Inoltre, secondo gli studiosi russi, il vaccino può prevenire lo sviluppo di nuove mutazioni del virus, che il più delle volte si verificano proprio durante la trasmissione interspecifica dell'agente patogeno (per esempio, da cane a gatto o da uomo a gatto). 

Finora, però, gli scienziati non vedono la necessità di una vaccinazione di massa degli animali domestici. In Russia, per esempio, ci sono stati solo due casi registrati di gatti infettati dal coronavirus, e nemmeno uno negli allevamenti di pellicce. La minaccia, però, non è ancora terminata: meglio quindi non farsi trovare preparati. “Il nuovo coronavirus non ha ancora realizzato il suo potenziale patogeno. E finché ci occupiamo di vaccinare le persone, c’è il rischio che nel frattempo vengano infettati gli animali domestici”, avverte Aleksander Gintsburg dell'Accademia Russa delle Scienze. 

Alcune aziende di Grecia, Polonia e Austria si sono già dette pronte ad acquistare il nuovo Carnivac-Cov, e anche Stati Uniti, Canada e Singapore hanno dimostrato interesse.



Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie