In Russia parte la sperimentazione di un vaccino anti Covid per gli animali

Pixabay
La notizia arriva nei giorni in cui la Danimarca decide di abbattere milioni di visoni allevati a causa di una mutazione del Covid-19 già trasmessa dall’animale all’uomo

Rosselkhoznadzor, il Servizio federale russo per la sorveglianza veterinaria e fitosanitaria, ha completato la fase preclinica di sperimentazione di un vaccino Covid-19 per gli animali. Lo riferisce il quotidiano Veterinaria i Zhizn (Veterinaria e vita), che cita Ilia Chvala, vice direttore responsabile della ricerca scientifica presso il Centro per la protezione della salute animale dell'istituzione. 

“Abbiamo completato la fase dei test preclinici. Sono stati effettuati test preliminari sui mustelidi (una famiglia di mammiferi come donnole, visoni, ermellini e altri, ndr) Abbiamo scelto la variante più ottimale ed efficace del vaccino”, ha detto, aggiungendo che non sono stati rilevati effetti collaterali o complicazioni.

Così come avviene per l'uomo, anche in questo caso il vaccino viene inoculato in due fasi: viene iniettata la prima dose, seguita da una seconda dose 21 giorni dopo, il tempo necessario al corpo degli animali per sviluppare la massima immunità.

Dopo il successo di queste prime sperimentazioni, i ricercatori sono stati in grado di iniziare la seconda fase, su scala più ampia.

“I test vengono condotti su cani, gatti... Presto inizieremo i test sul visone, basati su allevamenti di pellicce”, ha detto Chvala.

Lo sviluppo di un vaccino per gli animali è in realtà cruciale per gli allevamenti di pellicce, in quanto i visoni sono sensibili al coronavirus e non solo rischiano di infettarsi a vicenda, ma anche di trasmettere la malattia all'uomo. 

La Danimarca, infatti, sta abbattendo milioni di visoni a causa di una mutazione del Covid-19 già trasmessa a 12 persone, che minaccia l'efficacia di un futuro vaccino per l'uomo.

La possibilità di trasmissione del virus a cani e felini (leoni, tigri e gatti) è stata confermata anche dall'Organizzazione mondiale della sanità animale, pur sottolineando che “queste infezioni non sono una forza trainante della pandemia di Covid-19; la pandemia è dovuta alla trasmissione da uomo a uomo”.

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