Riuscite a immaginare una mitragliatrice subacquea? Una delle migliori è made in Urss

Anton Novoderezhkin/TASS
La AG-026 venne creata nei primi anni Settanta ed è ancora in uso (anche se in gran parte sostituita da armi più moderne ed ergonomiche). Serviva a difendere i sottomarini sovietici da eventuali sabotaggi da parte degli incursori delle forze Nato

La mitragliatrice AG-026 è nata nei primi anni Settanta, in contemporanea al fucile d’assalto AK-74M. Responsabili del suo sviluppo furono gli ingegneri della TsNIITochMash, padri anche della prima pistola spaziale sovietica per cosmonauti

La mitragliatrice AG-026 aveva lo scopo di armare i sabotatori subacquei e i militari che prestavano servizio sui sottomarini nucleari.

“Il lavoro di questa mitragliatrice automatica si basa sul rinculo di un otturatore libero, che è un otturatore leggero, cinematicamente collegato da ingranaggi con canne rotanti massicce. A schiacciare la capsula della cartuccia è un percussore fissato sull’otturatore”, ha detto a Russia Beyond un rappresentante ufficiale di TsNIITochMash.

Spiega poi che la mitragliatrice è alimentata dal caricatore, nel quale le cartucce sono collocate in un nastro chiuso. “La mitragliatrice automatica funziona liberamente sotto la pressione dell’acqua a una profondità di dieci metri. E la velocità di un proiettile sott’acqua supera la velocità del suono ed è di 365 metri al secondo”, ha osservato lo specialista.

L’arma è realizzata nel calibro 5,66x39 mm e ogni munizione è qualcosa come un sottile “ago” creato per bucare la superficie del mare e precipitarsi verso il suo bersaglio.

La mitragliatrice AG-026 è un’arma piuttosto pesante: pesa quasi cinque chilogrammi. La lunghezza della canna raggiunge i 585 millimetri, la larghezza dell’arma con la scatola è di 135 millimetri e l’altezza è di 243 millimetri.

Pro e contro

“Le armi a canna lunga con proiettili ‘ad ago’ consentono di colpire bersagli sott’acqua a una distanza di decine di metri. Sono state originariamente progettate per i subacquei che pattugliano una nave o un sottomarino fermo in porto per proteggere le imbarcazioni dagli incursori nemici che possono minare il fondo e affondare la nave”, ha detto a Russia Beyond Vadim Kozjulin, professore all’Accademia di scienze militari.

Secondo lui, l’arma è stata creata nell’era del confronto Usa-Urss ed è stata progettata, prima di tutto, per i sottomarini che erano in servizio vicino ai confini della Nato in Europa, nella flotta del Baltico e nella flotta del Mar Nero.

“Prima del crollo dell’Unione Sovietica, la Marina aveva migliaia di navi a cui veniva montata la guardia giorno e notte, poiché si temevano azioni di sabotaggio da parte del nemico. Ora la situazione è diversa, e la Russia non ha bisogno della produzione di massa di tali armi subacquee”, ha osservato l’esperto.

Come ha sottolineato, solo poche unità di mitragliatrici AG-026 sono oggi in servizio e la loro funzione è stata in gran parte trasferita ad armi di più piccole dimensioni.

“Oggi i sommergibilisti sono armati con un APS (fucile d’assalto speciale sottomarino), che svolge funzioni simili all’AG-026, solo che è di gran lunga più ergonomico, più facile da produrre e di dimensioni inferiori. Ciascuna delle flotte russe [Flotta del Pacifico, Flotta del Baltico, Flotta del Mar Nero, Flotta del Nord, ndr] ne possiede”, ha concluso Kozjulin.


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