La Russia ha approvato dei dispositivi per individuare la presenza di batteri e virus, compreso il coronavirus, negli spazi chiusi; si ritiene che la produzione di questi apparecchi possa iniziare già dal prossimo anno. La notizia è stata diffusa attraverso un comunicato dell’impresa statale Rostec.
La Schwabe Holding, che fa parte della corporazione, è stata utilizzata come campo di prova per gli strumenti.
Uno dei dispositivi sviluppati è capace di identificare automaticamente batteri, virus e tossine dispersi nell’aria; l’altro dispositivo riconosce gli antigeni nei campioni di aria analizzati.
Entrambi i dispositivi hanno superato i test statali, dimostrando un’elevata efficacia. “L’analisi dei campioni di aria richiedono mediamente fra i 10 e i 30 minuti, a seconda del livello di concentrazione dei patogeni e una serie di altri fattori”, ha spiegato il CEO di Schwabe, Aleksej Patrikeyev.
Il progetto sarà inserito nell’ambito del programma “Sistema nazionale di sicurezza chimica e biologica della Russia”, condotto dal Centro federale di ricerca scientifica per epidemiologia e microbiologia “Gamalei” e dall’Istituto di Biofisica teorica e sperimentale della RAS.
“In collaborazione con i progettisti, prevediamo di avviare la produzione in serie di questi strumenti nel 2021, e la loro consegna ai clienti”, ha spiegato il direttore generale ad interim dell’Istituto “Zverev” di Krasnoyarsk (una delle basi per le prove), Aleksandr Novikov.
Secondo la dichiarazione, entrambi i dispositivi analizzano senza sosta lo stato dell’aria nella stanza dove si trovano e, nel caso in cui venga superata una determinata concentrazione di patogeni, inizia il processo di campionamento. In caso di rilevamento di tossine, batteri o virus, si passa al trattamento sanitario del locale.
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