Biodiversità, ecco quali sono le specie più a rischio in Russia

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ERWANN PENSEC
Il XX secolo ha avuto conseguenze drammatiche sulla biodiversità del paese. Nonostante tutto, oggi si intravede un barlume di speranza: tornano a crescere i numeri di alcune specie più a rischio, anche se c'è ancora molto lavoro da fare per salvaguardare la straordinaria fauna della Russia

Il 22 maggio è la giornata indetta dalle Nazioni Unite per celebrare la Biodiversità sul nostro Pianeta, ovvero la ricchezza della vita a livello di ecosistemi, specie e geni. E il WWF Russia ha colto l’occasione per fare il punto della situazione nel paese. 

Lo studio condotto dall’organizzazione ambientale si è focalizzato prevalentemente su dieci specie animali tipiche della Federazione: la tigre dell’Amur, il leopardo dell’Amur e quello persiano, la pantera delle nevi, il bisonte e la renna europea, l’orso polare, il tricheco dell’Atlantico, la pecora dell’Altaj e la saiga (una specie di antilope). E i dati parlano chiaro: il XX secolo ha avuto conseguenze drammatiche sulla biodiversità nel territorio russo.

Tuttavia, fa sapere l’ONG sul proprio sito, grazie agli sforzi compiuti negli ultimi anni, sono stati fatti dei passi in avanti promettenti: se all’inizio del secolo scorso la popolazione della tigre dell’Amur contava circa 1.000 esemplari, negli anni Quaranta si è ridotta a 50; ma grazie all’impegno intrapreso per la conservazione della specie, il loro numero oggi è salito a 580. 

Per quanto riguarda il leopardo dell’Amur, negli anni Novanta in Russia si contavano solamente 30-40 esemplari; oggi se ne contano quasi 110. I bufali, la cui popolazione selvatica negli anni Venti era praticamente scomparsa dalla Russia, oggi sono 1.100.

Il WWF, lungi dall’essere soddisfatto da questi numeri, si è posto l’obiettivo di ridare un futuro alle renne nella penisola artica del Tajmyr, nel tentativo portarle a 500.000 esemplari entro il 2022 (a fronte dei 350.000 di oggi e dei 900.000 di qualche decennio fa) e di raddoppiare la popolazione della saiga (da 6.000 a 12.000 esemplari).

Al fine di raggiungere questi obiettivi, l’organizzazione sottolinea ancora una volta l’importanza delle riserve naturali e della conservazione delle foreste.

A tal proposito, bisogna ricordare che la superficie totale dei territori protetti in Russia è pari a più di 2 milioni di chilometri quadrati, ovvero il 12% circa del paese. Una percentuale che il Ministero russo delle Risorse Naturali e dell'Ecologia mira a portare al 17% entro il 2020. 

Vigilanza e protezione 

La Russia ospita quasi il 10% della flora e il 22% delle foreste mondiali (il 26% delle quali vergini). Le regioni biologicamente più ricche sono le montagne del Caucaso, le montagne della Siberia meridionale e l'Estremo Oriente meridionale. Tuttavia, nonostante la Russia sia al primo posto della classifica dei paesi con più aree vergini (8 milioni di chilometri quadrati), molte specie animali sono messe in pericolo dall’azione dell’uomo; sono quindi necessarie una maggior vigilanza e azioni di protezione per la conservazione di queste specie. Per finire, l’ONG mette in guardia la Russia in merito al suo ruolo nella deforestazione globale.