Con la blockchain, le informazioni sulle opere d’arte sono al sicuro. Musei, case d’asta, gallerie e collezionisti hanno già iniziato a “corteggiare” questa nuova tecnologia. Ma i primi a “sposare” questo sistema sono stati gli artisti stessi.
Nel 2017 alla mostra di arte contemporanea CryptoArt Svetlana Smirnova ha presentato dei dipinti accompagnati da un open digital certificate, VersisArt: uno strumento che serve a difendere i diritti d’autore e a tracciare la storia degli oggetti su blockchain.
Anche la Galleria Tretyakov di recente ha deciso di affidarsi alla blockchain per attrarre capitali privati da destinare alla digitalizzazione delle proprie collezioni. Fondato nella metà del XIX secolo, il museo espone oggi più di 190.000 lavori di artisti moderni.
E oggi la galleria moscovita sta sviluppando un’applicazione a catena di blocchi chiamata My Tretyakov che consentirebbe ad aziende e privati fare donazioni.
Per garantire trasparenza e responsabilità, la app si affiderebbe alle soluzioni della compagnia di blockchain austriaca Riddle & Code.
La galleria ha promesso di digitalizzare quadri di fama mondiale come “La ragazza con le pesche” di Serov o “Il quadrato nero” di Malevich. Secondo la galleria, l’obiettivo principale sarà quello di convertire in formato digitale le opere d’arte del museo, in modo da renderle disponibili al mondo intero.
La blockchain consentirebbe inoltre alla galleria di studiare gli interessi degli utenti.
Anche la Russian Author’s Society (RAO) sta cercando di raccogliere fondi su blockchain per lanciare una piattaforma finanziaria a catena di blocco per i prestiti. Secondo il ceo di RAO Aleksandr Sukhotin, il progetto dovrebbe prendere il via nel primo trimestre del 2019.
Seppur lentamente, il sistema blockchain sta prendendo sempre più piede nel panorama artistico russo. Secondo gli esperti, grazie a questo sistema si creerà un collegamento diretto tra gli esperti, i professionisti del settore e gli artisti.
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