Facebook in Russia ha individuato migliaia di utenti “potenziali traditori”

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Secondo il social network ci sarebbero 65.000 persone “interessate al tradimento” e per questo “targetizzate” sotto lo stesso algoritmo. Una rivelazione che ha causato non poche polemiche

Nel mese di luglio Facebook ha individuato 65.000 di utenti russi che potrebbero essere “targetizzati” come potenziali traditori. La società ha affermato che si tratta di un dato “puramente statistico”, finalizzato alle campagne promozionali, e si è affrettata a rimuovere il messaggio. Una mossa che però non è passata inosservata e ha contribuito a far piovere forti critiche nei confronti del celebre social network.
Il social di Mark Zuckerberg non fornisce i dati dei propri utenti agli inserzionisti, anche se non è difficile ricavare informazioni attraverso gli strumenti dello stesso Facebook. Utilizzando quindi il tag “potenziale traditore”, una terza parte potrebbe pubblicare una campagna pubblicitaria esclusivamente indirizzata a “potenziali traditori”.
“Le aziende non ottengono nessun tipo di identificazione personale su di voi – hanno fatto sapere da Facebook -. E la gente viene aggregata solo per le azioni che compie online e non per le proprie caratteristiche personali”. Ad esempio, ha precisato l’azienda, la categoria “omosessuale” è ampiamente utilizzata con una serie di usi del tutto legittimi.
Victor Lempitsky, professore associato del “Center for Computational and Data-Intensive Science and Engineering” di Skolkovo, ha detto a Russia Beyond che si tratta di uno scandalo ridicolo.
“Facebook è un ottimo strumento per targetizzare gli interessi. È efficace per individuare gruppi di persone, anche se i nomi di questi gruppi possono essere discutibili”, ha detto Lempitsky.
“In una simile situazione è molto probabile che gli algoritmi descrivano gli utenti sulla base di un vettore non interpretabile in uno spazio multidimensionale. Per Facebook, il compito principale è capire che queste persone hanno qualcosa in comune e possono essere inserite in uno stesso gruppo destinato alla pubblicità”.
Quindi, secondo Lempitsky, Facebook starebbe utilizzando un semplice algoritmo per assegnare un nome a random al gruppo. “Ecco che si spiega come possano accadere situazioni così esilaranti”, ha aggiunto.
Un altro recente scandalo ha invece coinvolto il gruppo Mail.Ru: la società è infatti riuscita ad avere accesso alle informazioni degli utenti Facebook, fra cui nomi, compleanni, luoghi frequentati e “like” assegnati.
La maggior parte degli utenti coinvolti proveniva dalla Russia, un 10% invece dagli Stati Uniti. Secondo la legislazione del paese, questi dati potrebbero essere forniti ai servizi di intelligence su richiesta.

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