Bacillus pumilus, il batterio super resistente che viene dal Cosmo

Scienza & tech
VIKTORIA ZAVYALOVA
È presente sulla Terra ed è puntualmente rinvenuto nei tamponi usati per studiare cosa si attacca in orbita alla superficie esterna delle navicelle e delle stazioni spaziali. È la prova che la vita è arrivata dallo Spazio?

Batteri viventi sono stati trovati all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale. Lo ha raccontato questa settimana all’agenzia Tass il cosmonauta russo Anton Shkaplerov. In precedenza alcuni cosmonauti avevano passato dei tamponi sul segmento russo della stazione spaziale, nel corso di alcune passeggiate spaziali. I campioni sono stati poi inviati sulla Terra. I test hanno dimostrato che i tamponi contenevano tipi di batteri che non erano sul modulo quando era stato lanciato in orbita dalla terra. 

“I batteri rinvenuti non erano lì al momento del lancio. Vuol dire che sono arrivati da qualche parte nello spazio e si sono depositati sullo scafo esterno.” 

Shkaplerov ha inoltre aggiunto che sono stati trovati batteri in grado di sopravvivere a temperature comprese tra -150 ºC e +150 ºC. Quei batteri sembrano essere arrivati dalla Terra, ma possono sopravvivere nelle difficili condizioni spaziali. 

Secondo Elena Shubralova, capo specialista presso l’Istituto di ricerca centrale di ingegneria meccanica, un batterio proveniente dalla Stazione Spaziale Internazionale è stato identificato come Bacillus pumilus. Può anche essere trovato sulla Terra, ma il microrganismo dallo spazio era “più attivo”, ha detto l’esperta. 

Non è la prima volta che il Bacillus pumilus si mostra ai cosmonauti russi: i misteriosi batteri sono stati trovati quasi in ogni missione. Che provenga dallo spazio o dalla Terra, sicuramente può sopravvivere a un’intensa radiazione. 

In un esperimento sulla Stazione Spaziale Internazionale nel 2011, le spore del pumilio Bacillus sono sopravvissute per circa 20 mesi. Gli scienziati hanno poi lanciato batteri su un razzo. I campioni sono stati spalmati non solo sulla superficie esterna del razzo ma anche nelle scanalature delle teste delle viti dei moduli sperimentali trasportati. 

Il razzo ha raggiunto un tasso di accelerazione di 18 G durante il rientro nell’atmosfera terrestre, riscaldandosi fino a temperature superiori ai 1.000 °C. Quando è atterrato, le molecole di Dna non solo sono state trovate intatte, ma erano anche in grado di trasmettere informazioni genetiche alle cellule batteriche. L’esperimento ha dimostrato che le astronavi possono trasportare del Dna terrestre su altri pianeti.

I batteri misteriosi hanno altre incredibili qualità. Dei ricercatori di Singapore hanno recentemente scoperto che allo stato di spora il Bacillus pumilus è in grado di sopravvivere a condizioni molto difficili.

Hanno sparato raggi X di diversa forza contro i batteri, ma i primi risultati hanno sollevato una sorpresa inquietante. “Quando abbiamo esaminato i dati non riuscivamo a capire perché ci siamo ritrovati con più batteri di quanti ne avessimo all’inizio”, ha affermato Derrick Yong, ricercatore presso il Singapore Institute of Manufacturing Technology.