Le autorità russe: la nube radioattiva c’è, ma non è pericolosa

Aleksandr Saverkin/TASS
I livelli di rutenio-106 sono estremamente cresciuti nella regione di Cheljabinsk, ma restano almeno 100 volte più bassi dei limiti di pericolo per la salute. Il Servizio meteorologico russo ammette il picco dell’isotopo, dopo le segnalazioni di valori anomali nell’ambiente da parte di almeno 14 Paesi europei (interessata anche l’Italia settentrionale). Resta sconosciuta la fonte del rilascio in atmosfera

Le attuali concentrazioni dell’isotopo radioattivo rutenio-106 nella Regione di Cheljabinsk (1.800 chilometri ad est di Mosca) sono ancora tra le 100 e le 10.000 volte più basse dei livelli che potrebbero avere un impatto sulla salute umana, secondo il Servizio meteorologico russo, RosHydroMet

Nel comunicato stampa, l’organizzazione ha però anche chiarito che i livelli di concentrazione radioattiva hanno effettivamente avuto una forte crescita, se comparati con i dati dei mesi precedenti, quando la concentrazione di rutenio-106 era vicina allo zero.

I precedenti livelli di isotopi radioattivi sono stati superati tra la fine di settembre e l’inizio di novembre di quest’anno in diverse località della Regione di Cheljabinsk. Nel villaggio si Argajash, la concentrazione dell’isotopo in questione ha superato il livello dei mesi precedenti di ben 986 volte, e nel villaggio di Novogornyj di 440 volte. Entrambi i villaggi si trovano nei pressi degli stabilimenti Majak che riprocessano combustibile nucleare, e molto vicini al famigerato Lago Karachaj

Nei giorni scorsi, la sezione russa di Greenpeace aveva annunciato la sua intenzione di rivolgersi all’ufficio del Procuratore Generale, per sapere se non fosse in corso il tentativo di occultamento di un incidente nucleare.

Il 21 novembre, l’ufficio stampa dell’impianto Majak ha comunicato che l’estrazione di rutenio-106 (usato in medicina nucleare, per il trattamento di alcuni tumori) non viene realizzato in questo stabilimento ormai da anni, e che quindi non possono esserci connessioni tra Majak e l’improvviso aumento dell’isotopo nell’atmosfera. Inoltre, un portavoce ha aggiunto che simili concentrazioni sono state registrate a fine settembre in Slovacchia e in Romania, a circa 3.000 chilometri di distanza da Cheljabinsk.

Anche Rosatom, il corpo regolatore del complesso nucleare russo, ha negato che ci siano stati incidenti nel settore atomico russo, che possano aver provocato un rilascio di rutenio-106.

Il 6 ottobre scorso l’Ufficio Federale Tedesco per la Protezione dalle Radiazioni aveva riportato un incremento della concentrazione di rutenio-106 in Germania tra il 29 settembre e il 3 di ottobre, dicendo però che le concentrazioni rimanevano in ogni caso “di livello molto basso”. In Italia l’anomalia è stata evidenziata il 2 ottobre e ha interessato solo il Settentrione, con  valori sospetti, ma non tali da mettere in pericolo l’uomo o l’ambiente.

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