Il gyrocar, quel veicolo russo che avrebbe rivoluzionato le strade del mondo

Dominio pubblico
Un ibrido a metà strada tra una bici e una moto, fu inventato dal conte Pyotr Shilovskij, avvocato membro della famiglia reale. Ma lo scoppio della Prima guerra mondiale bloccò sul nascere la produzione di un mezzo che oggi, con ogni probabilità, affollerebbe le vie del Paese

Se ancora non avete sentito parlare del “gyrocar”, beh, è giunto il momento di spiegarvi che cos’è: si tratta di un’automobile a due ruote, un ibrido a metà strada tra un bicicletta e una moto, con la differenza che, al contrario di una bicicletta il cui equilibrio dipende da chi pedala, nel “gyrocar” l’equilibrio dipende da un girocopio.

Il principio era molto simile a quello utilizzato dai Segway (un mezzo di trasporto elettrico per la locomozione individuale, costituito da una pedana munita di due ruote orientabili mediante un manubrio, ndr). Lo stesso sistema al giorno d’oggi è adottato anche nelle barche e negli aerei. 

Una fantasia divenuta realtà

Il primo concetto di gyrocar venne inizialmente descritto nel libro di fantascienza “Two Boys in a Gyrocar: The story of a New York to Paris Motor Race” (Due ragazzi e un gyrocar: la storia del motor race da New York a Parigi), scritto da Kenneth Brown e pubblicato nel 1911. 

Ma il primo prototipo di questo veicolo, chiamato “Gyrocar Shylovski” apparve nel 1912 per opera del conte russo Pyotr Shilovskij, un avvocato membro della famiglia reale. Nonostante fosse stato ideato da questo artistocratico, il veicolo venne fabbricato dall’impresa Wolseley Tool & Motor Car Company nel 1914 e presentato nello stesso anno a Londra.

Come funziona?

Il gyrocar russo era dotato di un motore “Wolseley-Vickers” quattro cilindri con una potenza di 20 CV sulle ruote posteriori. Più del 10% di questa potenza serviva ad alimentare la dinamo e il motore elettrico che venivano fatti girare da un grande giroscopio di 102 centimetri di diametro e dal peso di 1,2 tonnellate a una velocità variabile tra i 2.000 e i 3.000 giri al minuto.

Se la velocità dei giri diminuiva, il veicolo poteva perdere stabilità. Tuttavia Shilovskij inventò un metodo per impedire che il mezzo perdesse aderenza: quando la rotazione del giroscopio scendeva sotto un livello minimo, due piccole ruote laterali scendevano automaticamente per sostenere il veicolo, come fossero due ruotine ausiliari di una bicicletta per bambini.

Perché non apparì mai per le strade del mondo?

Nonostante stesse andando tutto a gonfie vele e che per il gyrocar si prevedesse un grande futuro, nel 1914, con lo scoppio della Prima guerra mondiale, venne accantonato ogni progetto. Così come molti produttori di automobili, Wolseley convertì la sua impresa in un’impresa per produrre apparecchi bellici. Il conte Shilovskij, invece, fece ritorno in Russia con urgenza. Nel 1922 infine emigrò nel Regno Unito, dove morì nel ’57 senza esser riuscito a portare per le strade d’Europa la sua invenzione.

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