La privacy, questa sconosciuta

Mosca vista dal basso di un'italiana. I post
Credit: Niyaz Karim

Che siate in coda in farmacia, in fila davanti al banco accettazioni del policlinico o che vi stiate cambiando d’abito nella vostra camera, dimenticate la privacy. Siete in Russia! Il concetto di “riservatezza” a Mosca infatti è molto aleatorio. E non dovrete stupirvi se, durante una consultazione con il vostro farmacista di fiducia, il cliente dietro di voi si intrometterà nella conversazione, portandovi come esempio gli stessi sintomi di cui ha sofferto lui e la cura per debellarli. 

Non siate nemmeno troppo sicuri di poter godere di privacy nella tranquillità della vostra camera: a meno che non diate un giro di chiave alla porta, rischierete che la vostra coinquilina o la signora delle pulizie infilino il naso in camera vostra proprio mentre siete in mutande. Quante volte, nel mio periodo nello studentato, la babushka che sorvegliava il settimo piano si è catapultata in camera senza bussare né farsi annunciare. Trovandomi così, in pigiama o in lingerie, o direttamente sotto le lenzuola, magari solo per avvisarmi che il giorno prima un’amica era venuta a cercarmi e aveva chiesto di me. 

L'ingresso del settimo piano di uno studentato di Mosca (Foto: Eva Canta)

Non preoccupatevi. L’essere umano, per fortuna, si abitua a tutto! E quindi anche alle persone che si appiccicano alla vostra schiena finché siete in coda dal medico, a mostrare gli ultimi risultati delle analisi, e state chiedendo un parere su quali accertamenti ancora sarebbe meglio fare. Non si tratta di curiosità o invadenza, come ritenevo io all’inizio. Probabilmente la persona in fila dietro di voi nemmeno sta prestando attenzione a quale pomata contro la dermatite vi ha consigliato il farmacista. Si tratta più semplicemente di una ingenua e bizzarra noncuranza!

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