Lo zar dell’Olimpiade dimezzata. Tre ori, quattro argenti, un bronzo. La fotografia più riuscita delle Olimpiadi di Mosca 1980. Il ginnasta sovietico Aleksandr Dityatin è stato a lungo il primatista mondiale per medaglie vinte in una sola edizione dei Giochi olimpici. C’è voluto Michael Phelps, lo squalo di Baltimora, uno degli sportivi più grandi di tutti i tempi, a cancellare il suo primato. Perché l’americano ha centrato otto medaglie (sei ori) ad Atene 2004, prima del capolavoro cinese. Otto ori su otto competizioni a Pechino 2008. Ma con due gare a squadra, mentre il ginnasta russo saliva sette volte sul podio in gare individuali nei Giochi moscoviti. Insomma, un fenomeno, Dityatin.
Nel suo palmares, anche dieci medaglie mondiali (sette ori), sette europee (tre ori). Il magic moment della sua carriera coincise con le Olimpiadi più controverse e famose che la letteratura sportiva possa raccontare. Con lui, la politica passava in secondo piano rispetto alla competizione. Un motivo su tutti: vinse sei medaglie nello stesso giorno.
Dityatin aveva raggiunto la finale in tutte e sei le specialità della sua disciplina e il regolamento prevedeva che queste si sarebbero dovute tenere tutte nel corso di un’unica giornata. Ma il campione di Leningrado era anche l’unico uomo a ottenere dieci in un punteggio, nella gara di volteggio.
Meglio anche di altri fuoriclasse, come Vladimir Salkinov (tre ori: 1500 metri, 400 metri, staffetta 4x200 metri, stile libero). Oppure di fenomeni non sovietici: il mito Nadia Comaneci, due ori e altrettanti argenti, che bissava i risultati di Montreal 1976 oppure il tedesco della Ddr Waldemar Cierpinski, oro nella maratona come quattro anni prima.
L’Urss di Dityatin vinceva 195 medaglie (80 ori), davanti alla Germania Est (126). Gli Usa non erano in gara. Lo era, con tutte le sue forze, la Guerra Fredda.
L’anno precedente ai Giochi l’Urss invadeva l’Afghanistan per sostenere il governo comunista impegnato in una guerra civile contro i nazionalisti musulmani, appoggiati da Pakistan, Cina e americani.
La condanna dell’azione sovietica avveniva attraverso il boicottaggio dei Giochi di Mosca. Sessanta Paesi. Tra cui, Germania Ovest, Canada, Giappone. Altri Paesi inviavano i propri atleti sotto la bandiera olimpica. Olimpiade mutilata. L’Italia non spedì gli atleti che appartenevano ai gruppi militari, consentendo agli altri di gareggiare sotto il vessillo olimpico. Si misero in luce Pietro Mennea e Sara Simeoni nei Giochi di Dityatin.
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta