Il leader del partito “Russia Unita” Dmitrij Medvedev (a sinistra) insieme al Presidente russo Vladimir Putin al termine delle elezioni.
: Aleksej Druzhinin/Ufficio stampa del Presidente russo/TASSSecondo dati preliminari, il partito “Russia Unita” ha vinto le elezioni parlamentari del 18 settembre con il 54,23% delle preferenze: risultati che gli darebbero non meno dei due terzi dei seggi e la maggioranza costituzionale alla Duma di Stato.
In questo modo “Russia Unita” ha ottenuto il 76% dei seggi della Camera Bassa. Per la prima volta dal 2003 i deputati sono stati eletti con un sistema elettorale misto: 225 in base alle liste presentate dai partiti (unico seggio federale) e 225 nei collegi uninominali.
Anche nei collegi uninominali “Russia Unita” ha ottenuto la maggioranza, vincendo in 203 distretti su 225.
Seguono i comunisti (13,65%) e il partito liberal democratico (13,39%). “Russia Giusta” ha ottenuto il 6,16% dei voti.
È quindi evidente che alla Duma di Stato si siederanno quegli stessi partiti presenti anche in precedenza.
Gli altri partiti minori non sono invece riusciti a superare la soglia di sbarramento del 5%: in particolar modo, il partito “Yabloko” ha ottenuto l’1,69%, il “Partito della crescita” di Boris Titov ha ottenuto l’1,07% e il partito “Parnas” dell’ex primo ministro russo Mikhail Kasyanov ha invece registrato meno dell’1% dei voti.
L’affluenza è stata pari al 47,81% (nel 2011 era stata del 60,2%, e nel 2007 del 59%). “L’affluenza non è stata la più alta tra quelle che abbiamo visto nelle precedenti campagne elettorali, ma è comunque alta. I risultati sono positivi”, ha commentato il Presidente russo Vladimir Putin.
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