Veterani e motociclisti. Ecco l'Antimaidan russo

Il saggista e politico Nikolay Starikov (a sinistra), promotore del movimento “Antimaidan” (Foto: Vladimir Trefilov / Ria Novosti)

Il saggista e politico Nikolay Starikov (a sinistra), promotore del movimento “Antimaidan” (Foto: Vladimir Trefilov / Ria Novosti)

È stata annunciata in Russia la costituzione del movimento il cui nome rimanda ai fatti avvenuti in Ucraina. Obiettivo dichiarato è impedire l’esplosione di disordini che potrebbero portare a un rovesciamento dello Stato

La costituzione del nuovo movimento è stata annunciata dai suoi promotori durante una conferenza stampa che si è svolta giovedì 15 gennaio e a cui hanno preso parte, tra gli altri, Dmitry Sablin, coordinatore dell’associazione di veterani di guerra “Fratellanza militare”, il leader del club di motociclisti “Lupi della notte”, Aleksandr Zaldostanov, detto il Chirurgo, noto per la sua amicizia col presidente Vladimir Putin, e il saggista e politico Nikolay Starikov, fondatore del partito di sinistra “Grande patria”.

L’azione di protesta sulla Piazza del Maneggio

Il “battesimo del fuoco” del nuovo movimento ha avuto luogo durante un’azione di protesta sulla Piazza del Maneggio. Un piccolo gruppo di sostenitori di Aleksey Navalny era sceso in piazza per protestare contro la sentenza di condanna emessa per il caso Yves Rocher nei confronti del leader dell’opposizione russa e di suo fratello. Come ha dichiarato Nikolay Starikov a Rbth, giovedì scorso erano scesi a manifestare sulla Piazza del Maneggio circa duemila sostenitori del movimento “Antimaidan”, mentre i dimostranti dell’opposizione, secondo le sue parole, erano solo poche persone. Di fatto, seconto quanto è stato riferito dai media russi, alcuni dei manifestanti aderenti al movimento “Antimaidan” sarebbero stati arrestati dalla polizia essendo anche il loro un intervento non autorizzato. Tuttavia, a detta di Starikov, “Antimaidan” avrebbe manifestato al Maneggio con la ferma intenzione di prevenire l’esplosione di possibili disordini.

“La bestiola arancione”

Secondo l’opinione di Starikov, la costituzione del movimento “Antimaidan” in Russia sarebbe dettata da un obiettivo attuale. Rispondendo a una domanda di Rbth lo scrittore ha fatto riferimento alla situazione in Ucraina: “Se un anno e mezzo fa aveste chiesto a un residente nel Donbass se ritenesse possibile che l’esercito ucraino potesse far ricorso all’artiglieria pesante a Donetsk, credo che nel migliore dei casi vi avrebbe riso in faccia e nel peggiore l’avrebbe considerata la domanda di un folle o di un eccentrico”. Come ha sottolineato il politico, “si ravvisa nei fatti accaduti l’opera lucida e coerente degli avversari geopolitici della Russia che hanno affinato i loro strumenti di distruzione per utilizzarli di volta in volta. Siamo pronti ad adottare delle misure preventive affinché tali strumenti non vengano impiegati anche nel nostro territorio”.

Il Chirurgo ha espresso giovedì in altri termini il suo punto di vista sulla questione: “La bestiola arancione sta già affilando i suoi denti pensando al nostro paese. Vedo già le vecchie d’oltreoceano cuocere i loro tortelli farciti e distribuirli in giro per le piazze per aizzare la nostra gente”. Il leader dei “Lupi della notte” alludeva agli scontri coi collaboratori degli organi di sicurezza avvenuti a Kiev in piazza Maidan e all’arrivo di Victoria Nuland, vice segretario di Stato Usa, giunta ad appoggiare i dimostranti, che aveva distribuito loro biscotti e panini.

Un’iniziativa sociale

I media russi hanno paragonato “Antimaidan” con il movimento giovanile filogovernativo “I nostri”, che ha fatto la sua comparsa in Russia verso la metà degli anni Duemila subito dopo l’esplosione della rivoluzione arancione in Ucraina. I media hanno rilevato il carattere provocatorio di certe azioni di quel movimento, la cui attività risulta oggi praticamente inesistenteA detta di Starikov, si tratterebbe di un’analogia sbagliata. Come osserva il politico, “I nostri” era un movimento formato dall’alto, mentre nel caso di “Antimaidan” l’iniziativa è venuta dal basso. Inoltre, “I nostri” era un movimento costituito da giovani, mentre gli aderenti al gruppo “Antimaidan” sono persone mature, ex reduci che hanno combattuto in Afghanistan dal 1979 al 1989 ed ex ufficiali dei servizi segreti.

“Non bisogna dare la caccia ai rivoluzionari”

Al contempo alcuni politologi guardano con un certo scetticismo all’efficacia del nuovo movimento. Secondo Mikhail Remizov, presidente dell’Istituto per la strategia nazionale, “le rivoluzioni colorate sono una nuova tipologia di rivoluzioni e non si possono prevenire dando la caccia ai rivoluzionari”. A detta dell’analista, in simili situazioni è importante guidare  l’iniziativa. A tal fine prefigura la possibilità  di risvegliare quella parte della società civile che non condivide gli slogan dell’opposizione radicale non organizzata che si raccoglie attorno alla figura di Aleksey  Navalnyi. Secondo l’esperto, il movimento “Antimaidan” concentra la sua attenzione su forze politiche assai poco influenti propagandandone l’esistenza, ma perdendo di vista segmenti significativi della società russa. 

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