Il Presidente russo Vladimir Putin (Foto: Itar Tass)
Tutta una questione di sguardi. Di gesti. Di posizioni del corpo. E no, non si tratta di corteggiamento. Se c’è uno straniero che ha il merito di aver favorito l’ascesa del presidente Vladimir Putin al potere, allora forse è Allan Pease, un'autorità australiana in materia di linguaggio del corpo che ha definito Putin “uno studente molto intelligente e capace”. Pease, autore di best-seller conosciuto a livello internazionale come "Mr. Body Language", ha incontrato per la prima volta il futuro presidente nel 1991 quando è stato invitato al Cremlino per tenere un seminario per alcuni promettenti politici, tra i quali Putin, all’epoca trentanovenne ex ufficiale del Kgb responsabile per la promozione degli investimenti esteri e le relazioni internazionali della città di San Pietroburgo.
Pease conosce ciò di cui parla. Figlio di un venditore di assicurazioni, secondo quanto riportato nella sua biografia ufficiale, ha iniziato a osservare l’attività di suo padre da bambino prima di unirsi a lui nel settore e, all'età di 21, diventare la persona più giovane a vendere più di 1 milione di dollari di assicurazioni sulla vita nel suo primo anno di attività. Negli anni Sessanta, Pease ha scritto alcuni manuali di formazione su come capire il comportamento delle persone, per poi utilizzare i materiali nel best-seller intitolato "Body Language" pubblicato nel 1981. Il libro è stato seguito da più di nove best-seller primi in classifica e Pease annovera tra i suoi ex clienti società del calibro di IBM, McDonald, BBC, Mazda e Suzuki
Al seminario era presente anche il capo di Putin, il sindaco di San Pietroburgo Anatoly Sobchak. “A quel tempo, il nostro entourage era composto da sette persone e tutte avevano un’aria rude e dura ed erano armate. Era allo stesso tempo spaventoso ed eccitante”, ha riferito in un’intervista Pease, che ha 61, cioè la stessa età di Putin. “Gli ho insegnato come apparire più amichevoli in televisione e come evitare gesti aggressivi. Putin, a quel tempo assistente del sindaco di San Pietroburgo, era tra l’altro uno studente molto intelligente e capace”, ha sottolineato. Analizzare Putin per conoscere i suoi pensieri ha rappresentato una sfida per osservatori politici del Cremlino, governi stranieri e gente comune nei suoi 13 anni di potere.
Noto per il suo feroce desiderio di privacy, Putin è stato ammirato e allo stesso tempo criticato per la sua faccia impassibile, la tendenza a lesinare i movimenti delle mani e lo sguardo fermo e fisso. Ma Pease, che ha ricordato di aver incontrato Putin durante lo svolgimento di un seminario a Voronezh questo mese, ha lodato la gestualità del leader del Cremlino e le sue espressioni facciali, sottolineando che un messaggio viene trasmesso per il 60-80% attraverso il linguaggio del corpo durante i meeting faccia a faccia. "L’ho osservato durante il primo incontro con Sobchak", ha detto Pease. "Quando è entrato nella stanza tutti hanno smesso di parlare. Tutti sapevano che aveva fatto parte del Kgb. L’ho capito anch’io. Le spie hanno una preparazione e un talento particolari".
La prima cosa che Pease dice di aver insegnato a Putin è stata di abbandonare i gesti aggressivi tipici dei politici di epoca sovietica. Un esempio di questa gestualità, della quale faceva parte la tendenza ad agitare le braccia e i pugni, è rappresentato dall’episodio in cui il leader sovietico Nikita Krusciov diede in escandescenze presso l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1960, quando protestò contro alcune affermazioni sbattendo la scarpa sul tavolo della sua postazione. Invece di ricorrere a questi gesti, ha consigliato Pease, "i palmi delle mani devono essere tenuti aperti o sollevati in un gesto chiamato ‘a guglia’. Entrambi ispirano fiducia". In questi giorni, Putin ha utilizzato di frequente questi gesti nel corso di discorsi pubblici e meeting al Cremlino.
Pease ha detto di aver visto una volta Putin utilizzare il gesto di grande effetto delle mani sollevate a guglia durante un incontro con il presidente degli Stati Uniti George W. Bush nel 2000. "Bush, in confronto a Putin, era per così dire oltre il tempo di recupero, e Putin si è comportato in maniera calma e sicura, tenendo le mani alzate a guglia”, ha detto. “Avrebbe anche potuto pensare alla pesca in quel momento”. Pease ha aggiunto che Putin ha un'altra “regola d'oro” che utilizza con grande successo nelle conversazioni faccia a faccia con gli altri leader mondiali: inclina leggermente la testa da un lato e fa un cenno alla persona con cui sta parlando. “Una ricerca ha dimostrato che tre consecutivi cenni della testa costringono la persona che si sta ascoltando a continuare a parlare”, ha sottolineato Pease. “Perciò, lui o lei capiscono che siete interessati alla conversazione”.
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