Khodorkovsky libero

Putin ha concesso la grazia all'ex oligarca (Foto: Reuters)

Putin ha concesso la grazia all'ex oligarca (Foto: Reuters)

Dopo oltre dieci anni di carcere, l'ex capo della Yukos ha ricevuto la grazia da parte del Presidente Vladimir Putin

Khodorkovsky è libero. Ha ricevuto la grazia dal Presidente russo Vladimir Putin. E ha lasciato il carcere dove era detenuto. Dopo l'annuncio arrivato ieri durante la maxi conferenza stampa del capo del Cremlino, ora l'ex oligarca è stato liberato.

Ha già trascorso oltre dieci anni in prigione, un lungo periodo - aveva detto Putin ai giornalisti -. Credo di dover prendere la decisione di concedergli la grazia. Secondo quanto prescrive la legge, Mikhail Khodorkovsky avrebbe dovuto compilare un documento specifico e non lo aveva fatto. Ma di recente lo ha scritto, chiedendomi di concedergli la grazia”.

Secondo il Presidente, il noto prigioniero avrebbe citato motivi umanitari: “Sua madre è molto malata. La sua richiesta sarà soddisfatta”. Promessa mantenuta.

Così come riferisce la Reuters, però, la difesa di Khodorkovsky sostiene che il condannato non abbia chiesto la grazia al Presidente russo. In particolare Vadim Klyuvgant, uno dei legali di Khodorkovsky, ha dichiarato espressamente che egli non ha chiesto clemenza: “Non è andata così e non avrebbe potuto andare così”, ha detto. L’ufficio stampa di Khodorkovsky e di Lebedev si è rifiutato di commentare le parole del Presidente.

Il caso

31 maggio 2005: nel cosiddetto “primo caso Yukos”, Khodorkovsky e il suo partner in affari Platon Lebedev sono condannati dal tribunale distrettuale di Meshchansky a nove anni di reclusione. In seguito la condanna è stata ridotta a otto anni. I due sono stati giudicati colpevoli di truffa, appropriazione indebita di fondi pubblici, sottrazione di ingenti quantità di materie prime di valore (di alcuni altri reati giudicati da tribunali di arbitrato e non considerati) e di evasione fiscale a livello individuale e come amministratori d’azienda.

Alla fine del 2010, un tribunale ha condannato Khodorkovsky e Lebedev a 14 anni di carcere, accusandoli di aver sottratto 200 milioni di tonnellate di petrolio, di riciclaggio di denaro sporco, tenendo così conto delle condanne inflitte dal tribunale Meshchansky di Mosca nella causa dibattuta nel maggio 2005. In seguito, la condanna è stata accorciata di un anno. Nel dicembre dell’anno scorso il presidio del Tribunale municipale di Mosca ha ridotto la condanna da 13 a 11 anni di reclusione.

L’uomo d’affari ha cercato di dimostrare che tutte le accuse contro di lui avevano motivazioni politiche, ma nel 2011 la Corte europea dei diritti umani non ha evidenziato alcuna motivazione politica dietro il caso Yukos, pur riscontrando numerose irregolarità procedurali.

Facciamo presente che alla conferenza stampa il Presidente russo ha detto di non considerare importante una terza causa Yukos di cui si è parlato di recente. “Al riguardo della terza causa, non intendo scendere nei dettagli, ma francamente, in qualità di chi guarda da fuori, senza poter approfondire le cose, non do grande valore a questa causa - ha detto Putin -. Non capisco dove sia il presupposto per una terza causa. Ho sentito molta gente parlarne, ma finora non ho visto alcuna minaccia nei confronti di nessuno”, ha aggiunto il presidente russo.

Come ha fatto notare Chris Weafer, capo stratega di Alfa Bank, parlandone con Russia Direct, molto probabilmente la concessione della grazia è riconducibile alla necessità di migliorare l’immagine della Russia per gli investimenti prima degli imminenti Giochi Olimpici. “Insieme all’amnistia per gli attivisti di Greenpeace, la notizia della grazia a Khodorkovsky potrebbe diventare un buon motivo per collaborare con la Russia”, ha detto.

Igor Bunin, presidente del Centro per le tecnologie politiche, è di parere diverso: secondo lui il Presidente aveva lasciato intendere più volte a Khodorkovsky che gli avrebbe concesso la grazia se quest’ultimo l’avesse richiesta. “L’atto di clemenza è dovuto unicamente al fatto che è stata scritta la domanda formale. Se Khodorkovsky non l’avesse scritta, allora il bisogno di migliorare l’immagine della Russia e il suo potere di attrazione per gli investimenti non lo avrebbero aiutato”, dice l’analista. Bunin crede che la scarcerazione dell’ex Presidente della compagnia petrolifera Yukos non influirà granché sui rapporti con l’Occidente, anche se dopo l’annuncio del Presidente Putin le quotazioni delle società russe quotate in Borsa sono salite dell’1,5 per cento.

Sergei Markov, direttore dell’Istituto di studi politici e membro della Camera civica, è fiducioso che gli stranieri capiranno che Khodorkovsky non ha commesso reati. “Nessuno degli elementi della lotta politica sparirà. Io penso che le azioni antirusse all’estero riceveranno meno finanziamenti. Mi sembra che questo atto di clemenza sia una risposta alla promessa da parte dei sostenitori di Khodorkovsky di non finanziare attacchi alla Russia nel panorama internazionale”, ha detto.

Markov ha anche spiegato che l’ex presidente della Yukos non ha più alcun peso politico, e quindi che non subentreranno cambiamenti significativi in politica interna. “Forse, l’unico cambiamento di rilievo sarà che l’opposizione radicale avrà qualche motivo in meno per criticare il governo”, dice Markov. “Khodorkovsky è una persona di talento, e non dovrebbe trascorrere le sue giornate a cucire guanti in carcere, ma a dirigere un’azienda. Molto probabilmente, tra dieci anni lo vedremo a capo di una grande compagnia”.

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