I confini e lo sviluppo di infrastrutture e trasporti sono gli obiettivi principali della Russia nella regione artica (Foto: Photoshot / Vostok-Photo)
Entro la fine del 2013 prevediamo di definire i confini russi dell’Artico, ha dichiarato il ministro dello Sviluppo regionale Igor Sliunyaev alla seduta del Presidium del Collegio del Ministero per lo Sviluppo regionale della Federazione Russa. Prima di trovare i finanziamenti per lo sviluppo del Nord artico verrà innanzitutto elaborata una visione di sviluppo del territorio. Gli esperti sottolineano che al centro della nuova visione verrà posto il potenziamento dei trasporti.
Inizialmente la seduta avrebbe dovuto tenersi in uno dei territori del Nord, ma in seguito per risparmiare tempo e denaro sulle spese di viaggio si è deciso di organizzare l’incontro a Mosca. Nel corso dell’iniziativa il ministro per lo Sviluppo regionale ha osservato che il territorio dell’Artico russo ospita almeno 7 enti federali e una popolazione di oltre 2 milioni di abitanti; qui si produce il 15 per cento del Pil, si estraggono l’80 per cento del gas russo, il 95 per cento dei metalli del gruppo del platino, l’85 per cento del nichel e del cobalto, il 60 per cento circa di rame e una parte considerevole dei diamanti russi.
La zona dell’Artico è attraversata da una delle principali arterie di comunicazione aerea, quella della Rotta marittima del Nord. Tuttavia, occorre pianificare un ulteriore sviluppo della regione e investire in esso un’ingente quantità di risorse.
“Per la tutela e lo sviluppo del territorio artico russo, quale riserva strategica di risorse, è indispensabile realizzare un complesso di obiettivi: creare le condizioni necessarie per l’immigrazione di forza lavoro nella regione e garantire i presupposti per condizioni di vita gradevoli nel terrirorio; innalzare il livello delle infrastrutture per trasformare il territorio in una megaregione; realizzare misure per stimolare la crescita e la diversificazione dell’economia; salvaguardare l’integrità dell’ambiente artico; e, infine, elevare lo standard qualitativo della gestione statale e municipale nelle regioni dell’Artico”, ha dichiarato Sliunyaev.
Per questa ragione il Ministero per lo Sviluppo regionale della Federazione Russa ha deciso di avviare un programma statale di sviluppo socio-economico del territorio artico russo, che verrà messo a punto dal Gruppo di lavoro interdipartimentale. Secondo il capo del dipartimento, strumenti essenziali per la realizzazione del programma saranno il Fondo per gli investimenti della Federazione Russa, sulla cui sorte futura si sta ora decidendo, e il programma federale di sviluppo del territorio antartico, la cui elaborazione verrà avviata dal Ministero per lo Sviluppo regionale. La maggior parte dei settori di sviluppo artico saranno inclusi nell’ambito dei programmi federali.
“Per avviare un programma di sviluppo dell’Artico è necessario innanzitutto definire i suoi confini, - ha spiegato il ministro, - per capire esattamente dove investire il denaro”. Rispondendo alle domande dei giornalisti, ha inoltre assicurato che entro la fine del 2013 i confini verranno esattamente definiti.
Tuttavia, gli esperti non sembrano d’accordo sulla necessità di un’ulteriore ridefinizione dei confini. “Mi sembra che anche così sia tutto chiaro, e se anche riusciremo ad ampliare i confini del nostro territorio, sarà solo in parte minima. Il problema principale è quello dei trasporti”, ha detto Leonid Grigoriev, titolare della cattedra di Economia mondiale presso la Scuola superiore di Economia di Mosca.
A ritenere cruciale il problema dei trasporti per lo sviluppo dell’Artico è anche il Direttore del Centro Oceano Pacifico, Alexei Konovalov, che ha rilevato che il principale impulso a uno sviluppo della regione potrà venire solo dalla realizzazione di infrastrutture, in particolare di porti sulla tratta del Nord che consentirebbero di utilizzare le acque dell'Artico come arteria di trasporto principale.
Il vice presidente del Presidium dell’organizzazione non profit “Centro eurasiatico di cooperazione economica e legale”, Aleksandr Prilepin, sostiene che il problema dei trasporti andrebbe risolto innanzi tutto nella regione orientale dell’Artico. Inoltre, andrebbe qui sviluppata una riserva produttiva e di materie prime. “Ora è necessario dedicare più attenzione allo sviluppo della regione orientale artica. Tale obiettivo può essere raggiunto attraverso mirati progetti d’investimento e una visione globale di sviluppo. È molto importante sviluppare una piattaforma energetico-logistica della regione, modernizzare e potenziare la sua base produttiva, ampliare la riserva di materie prime e migliorare la rete di trasporti”, ha rilevato l’esperto.
Come ha spiegato l’ispettore tecnico capo del Sindacato del petrolio e del gas, Aleksandr Volkov, esperto di sviluppo dei giacimenti petroliferi e gasiferi sulla piattaforma di ghiaccio artica, nella crescita dei territori del Nord la maggior parte dei costi sono indiretti e non diretti: “Scavare un pozzo e installare una trivella di perforazione è facilissimo, ma far arrivare la strada fin lì e creare infrastrutture per la vita delle persone risulta di gran lunga più dispensioso e richiede molto tempo”, ha.
Quanto all’esperienza estera i funzionari russi intendono esaminare gli approcci di Canada, Svezia e Norvegia al problema, è stato spiegato alla seduta collegiale.
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