Macchine, uomini e miniere negli scatti russi di Orvieto fotografia

In miniera come nello spazio. È il progetto presentato da Maksim Marmur alla convention “Orvieto fotografia 2017”, che dal 10 al 12 marzo ha ospitato opere e autori russi nella città del duomo. Finalista per due volte del Premio Pulitzer, Marmur ha viaggiato attraverso otto regioni della Federazione su incarico del Suek (Siberian Coal Energy Company) per mostrare come è cambiata l'attività di estrazione del carbone. Dai luoghi dove si estrae e si trasforma, fino a quelli dove si organizza il trasporto

In miniera come nello spazio. È il progetto presentato da Maksim Marmur alla convention “Orvieto fotografia 2017”, che dal 10 al 12 marzo ha ospitato opere e autori russi nella città del duomo. Finalista per due volte del Premio Pulitzer, Marmur ha viaggiato attraverso otto regioni della Federazione su incarico del Suek (Siberian Coal Energy Company) per mostrare come è cambiata l'attività di estrazione del carbone. Dai luoghi dove si estrae e si trasforma, fino a quelli dove si organizza il trasporto

ufficio stampa
Nella città umbra i lavori di alcuni autori della Federazione che hanno raccontato scorci e storie dimenticati del proprio Paese. Fra loro, anche Maksim Marmur, per due volte finalista del Premio Pulitzer
Il porto commerciale di Murmansk (nella foto), la regione di Khabarovsk, il Zabajkalye, il bacino di Kuzbass: venti in tutto i siti visitati da Maksim Marmur
Le macchine e gli uomini. “La produzione di carbone – ha spiegato il fotografo originario dell'Uzbekistan –, è ancora un lavoro molto duro ma è completamente diverso da prima. È come esplorare nuovi pianeti. I volti delle persone che ci lavorano sono volti di eroi, di capitani e navigatori. Pionieri”
Ruote, artigli, escavatori sembrano copiati da un film di fantascienza
Il progetto di Marmur è stato illustrato a Orvieto da Irina Khmyreva, direttrice di Photovisa International Festival di Krasnodar. Photovisa ha di recente siglato accordi di interscambio culturale e commerciale con Fiof (il Fondo internazionale per la fotografia), che è l'organizzatore dell'evento umbro insieme a Confartigianato, Cna, Confcommercio. Della delegazione russa, omaggiata con la proiezione del video "Tribute to Photovisa", faceva parte anche la manager del Festival, Masha Goldman. Alla chiusura della convention sono stati consegnati gli attestati di "ambasciatori della fotografia italiana in Russia" a quegli autori già coinvolti nei primi progetti di questa collaborazione
A “Orvieto Fotografia” c'è stato spazio anche per le autrici: tra queste Alyona Klimenchencko . Foschia, strade di campagna, luci, ombre
Mariya Kozhanova (Kaliningrad). Sua la sua serie “Declared Detachment” dedicata a quei giovani russi che hanno abbracciato la cultura giapponese di cosplay. Un fenomeno non solo di moda, ma da studiare anche dal punto di vista sociologico
La penisola di Kola e la riva del Mar Bianco: gli scatti di Andrej Semenov a Palazzo Coelli, una delle altre location del festival fotografico umbro insieme al Palazzo del Popolo e alla chiesa di San Giacomo. Una riflessione sull'impatto dell'uomo sulla natura
“Kola era la terra di ricchi produttori di pesca, una terra rigida per vivere. Ma adesso è in stato di abbandono”, ha spiegato Semenov all'inaugurazione della mostra. Nato nel 1976 a Kostroma, Semenov ha vinto nel 2016 il primo premio all'“international portfolio review” del Photovisa Festival
“Un'anima in due corpi”. I ritratti metà uomo metà cane di Yulia Artemyeva. Oltre a numerosi premi in Russia, la fotografa ha ricevuto riconoscimenti e attestati in Argentina, Giappone, Cina, Turchia, Francia e Bosnia-Erzegovina

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