Nella città di ghiaccio a 60 gradi sotto zero

“Continuo a sorprendermi per l’impressionante bellezza di questo periodo dell’anno, per la forza e la tenacia della gente e degli animali che vivono qui. Più sento il freddo di Madre Natura, più percepisco il calore della gente che vive in questi luoghi”

“Continuo a sorprendermi per l’impressionante bellezza di questo periodo dell’anno, per la forza e la tenacia della gente e degli animali che vivono qui. Più sento il freddo di Madre Natura, più percepisco il calore della gente che vive in questi luoghi”

Ayar Kuo
L'inverno a Yakutsk è uno dei più rigidi del pianeta: la città sembra diventare di vetro e lungo le strade regna la neve. I ricordi d'infanzia della fotografa Ayar Kuo
“L’inverno qui è troppo rigido per amarlo - racconta -. Mi è sempre sembrato troppo lungo: dura quasi nove mesi all’anno. I paesaggi mi risultavano noiosi e tutti uguali. La neve e il ghiaccio mi facevano sentire come se mi trovassi in una stanza priva di pareti”
La fotografa russa Ayar Kuo è nata in un piccolo villaggio della Yakutia. Questa serie fotografica intitolata “Il periodo più bello dell’anno” non è altro che il riflesso dei suoi ricordi da bambina in uno dei luoghi più freddi del pianeta
Yakutsk, nel nord-est della Siberia, è la città più fredda del mondo tra le città di queste stesse dimensioni. Situata sulle rive del fiume Lena, la temperatura media in inverno è di -40°. Spesso uno strato di fitta nebbia si posa sopra la città e nei piccoli villaggi limitrofi le temperature possono raggiungere livelli addirittura più bassi
“Ricordo che da bambina osservavo le stelle gelide nel cielo e mi sembrava impossible che in altre parti del mondo ci potessero essere giornate di sole, il mare, le piante e i frutti esotici. Quand’ero piccola l’inverno non mi piaceva, soprattutto per la costante oscurità. C’era buio sia quando andavo a scuola sia quando tornavo a casa al termine delle lezioni”
“Camminavo per strada e tutto sembrava fatto di ghiaccio. Era tutto così dolce: un gruppo di mucche tristi, il freddo sole coperto, la nebbia densa, i cavalli coperti di brina, il tè caldo con il latte che bevono tutti. Sono tornata indietro nel tempo, riassaporando i miei ricordi d’infanzia”
“Oggi non vivo più in Yakutia. Ma la mia bevanda preferita continua a essere il tè con il latte, indipendentemente da quanti gradi ci siano fuori”
“Stare all’aperto era impossibile e così dovevamo sempre giocare al chiuso. Conoscevamo qualsiasi gioco da tavolo, compresi alcuni giochi tipici delle nostre zone. Sapevamo anche cucinare, nonostante la tenera età”
“In inverno ascoltavamo la radio per conoscere le previsioni del tempo. Il momento migliore era quando a scuola sospendevano le lezioni perché faceva troppo freddo. Succedeva spesso”
“Questa serie fotografica l’ho realizzata quattro anni dopo essermene andata dalla Yakutia. Sono tornata nella mia terra natale a gennaio e ho scattato queste immagini per strada, a 60 gradi sotto zero”

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