Khodorkovsky si appella a Medvedev

Foto: Kommersant Photo

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In una lettera dal carcere l’ex oligarca chiede al Presidente di riformare il sistema della giustizia russa. La risposta non si è fatta attendere.

L’ex amministratore delegato della Yukos, Mikhail Khodorkovsky, attualmente detenuto, in una lettera pubblicata dal quotidiano Vedemosti si è appellato al presidente Dmitri Medvedev perché venga riformata la giustizia in Russia e ha accusato la Corte di “nichilismo legale”.

“Ritengo necessario appellarmi personalmente al Presidente russo a seguito del terribile verdetto della Corte”, ha scritto Khodorkovsky, che il 27 dicembre 2010, insieme al suo socio Platon Lebedev, è stato condannato a 13 anni e mezzo di prigione in appello. I due patron della Yukos sono stati ritenuti colpevoli di riciclaggio e di aver messo in piedi un’organizzazione criminale nel campo del petrolio, appropriandosi indebitamente di 218 milioni di tonnellate di greggio.

Appellandosi al Presidente, Khodorkovsky ha sottolineato che non vuole fare alcuna pressione ai giudici: “Vorrei risparmiare la Corte da forme di pressione, da quel ruolo umiliante di appendice di un sistema repressivo da cui è manipolata”. Il dovere del Presidente, secondo la Costituzione, è di fornire indipendenza alle Corti, “piuttosto che limitarsi a dichiararla”.

Khodorkovsky ha aggiunto: “Sono arrivato a questa conclusione, della dipendenza del giudice, basandomi non soltanto secondo quanto asserito scandalosamente dal primo ministro”, con ciò riferendosi ai rilievi fatti in tv da Vladimir Putin il 16 dicembre. In quell’occasione, Putin paragonò l’ex oligarca russo all’americano Bernie Maddoff.

Khodorkovsky ha fatto anche intendere di avere altre informazioni a sostegno della tesi che i giudici siano stati condizionati, ma ha detto che non le rivelerà finché non inizierà una nuova inchiesta. Ha anche criticato la Corte per aver “accresciuto il nichilismo legale”, inclusa “un’ampia costruzione della legge criminale”. Khodorkovsky ha fornito svariati esempi di tale “nichilismo” citando estratti dal verdetto. “Questa pratica pseudo-giudiziale dove potrà portare il Paese se la Corte stabilisce che un affare, da cui un imprenditore ha guadagnato miliardi, diventa ‘confisca non pagata’ o addirittura un furto?”.

L’imprenditore detenuto ritiene che il Presidente dovrebbe inviare un forte appello alla Corte Costituzionale del Paese. “Ciò porrebbe fine ai tentativi di criminalizzare artificiosamente regolari giri d’affari”.

Khodorkovsky ha aggiunto che quando la Corte ignora senza ritegno la legge e il Presidente non ha modo di cambiare questa situazione, il Paese si trova a rischio di una grave crisi costituzionale. L’ex magnate ha espresso fiducia nel fatto che Medvedev sia conscio dell’attitudine dell’intelligentsia russa verso “la forza dimostrativa e la mancanza di legalità della Corte”.

La risposta di Medvedev

In un’intervista a BloombergTv, Medvedev ha detto: “Il Presidente di qualsiasi Paese, inclusa la Russia, non dovrebbe discutere di casi individuali, perché ciò potrebbe rappresentare un’interferenza nel sistema giudiziario. Io credo che tutte le chiacchiere sulle carenze del nostro sistema giuridico, così come i tentativi di fare pressione, incluso quello su di me in qualità di Presidente, in questo contesto si rivelino totalmente destabilizzanti, perché fanno sì che chiunque possa pensare che il sistema giuridico e legale in Russia sia così imperfetto che ci si può semplicemente rivolgere al Presidente o a qualcun altro per cambiare la sentenza per Khodorkovsky o chiunque altro. Ma ciò sarebbe inaccettabile”.

Medvedev, poi, proprio in merito alla lettera di Khodorkovsky e nonostante i suoi trascorsi forensi, ha detto di non considerarsi un esperto di legge e di diritto penale e ha invitato la comunità degli esperti a preparare un’analisi legale riguardo alle decisioni prese dalla Corte su Khodorkovsky. Ha inoltre evidenziato che tanto la condanna quanto l’assoluzione per Khodorkovsky sono due eventi possibili allo stesso modo, ma si è rifiutato di commentare il caso in sé.

Medvedev ritiene che poche persone conoscano bene tutti gli incartamenti relativi al caso Khodorkovsky. “Credo che non una singola persona tra quelle sedute a questo tavolo – ha affermato - abbia letto tutti i materiali relativi ai casi di Khodorkovsky, Sergei Magnitsky o altri casi simili, semplicemente perché sarebbe un’impresa impossibile. E comunque abbiamo tutti le nostre idee: qualcuno la pensa in un modo, altri diversamente; altri sono convinti che le Corti rappresentino l’ordinamento politico governativo, altri sono dell’opinione opposta. Ci sono anche persone che auspicano misure repressive più dure, contestando al nostro governo un atteggiamento troppo liberale. Questi credono che certa gente debba essere condannata al massimo della pena”.

“Ma sarei davvero grato se la comunità degli esperti preparasse un’analisi legale sulle importanti decisioni della Corte. Ciò avrebbe un gran valore, perché chiunque abbia davvero voglia di capirci qualcosa deve affidarsi alle opinioni di esperti. Francamente non mi considero un esperto di procedura penale, non l’ho mai praticata. In tutta la mia vita mi sono occupato di cause civili, cause commerciali e dispute familiari: questo è il mio background, sebbene abbia smesso da ormai dieci anni. Anzi, quasi undici”, ha aggiunto Medvedev.

Come Capo di Stato, Medevedev ha detto che era molto importante conoscere le opinioni di persone diverse su questo argomento. “Questo è ciò che farei adesso, senza dire cose banali come quella che il caso è in appello”, ha concluso Medvedev.

La risposta di Medvedev è per gentile concessione della Rossiyskaya Gazeta

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