Ucraina, trovato l’accordo sugli aiuti umanitari

Il convoglio di aiuti umanitari partiti dalla Russia (Foto: Ria Novosti)

Il convoglio di aiuti umanitari partiti dalla Russia (Foto: Ria Novosti)

Via libera di Kiev al transito del convoglio partito dalla Russia e rimasto a lungo bloccato sul confine. Ma a Berlino non è ancora stata raggiunta un’intesa tra i ministri degli Esteri di Russia, Ucraina, Francia e Germania. Ecco cosa scrive la stampa russa

Le nuove trattative tra i ministri degli Esteri di Russia, Ucraina, Germania e Francia per la risoluzione del conflitto in Ucraina, e la questione del convoglio di aiuti umanitari russi al confine del paese. E ancora, le dichiarazioni di Dmitriy Yarosh sulla possibile “Marcia su Kiev” degli attivisti del “Settore Destro”. Sono questi i temi che hanno occupato le prime pagine dei giornali russi durante lo scorso week end.

Kommersant dedica ampio spazio alle trattative a quattro che si sono svolte per la prima volta domenica dall’inizio di luglio. “La ripresa delle trattative a quattro è divenuta obbligatoria alla luce dell’escalation di violenza nell’Ucraina orientale”, scrive Strokan, sottolineando che, nonostante la risoluzione del conflitto sia un obiettivo comune, le parti fanno fatica a individuare una soluzione. L’intesa, quindi, è ancora lontana. Citando il politologo ucraino Vladimir Fesenko, l’autore dell’articolo scrive che “gli sforzi diplomatici intrapresi nel formato a quattro devono essere volti a organizzare un incontro a due tra i presidenti Putin e Poroshenko, nel corso del quale dovranno essere discusse tutte le questione più spinose”. L’esperto è sicuro che Kiev non accetterà a nessuna condizione il congelamento del conflitto nel sud-est del paese e il riconoscimento dei leader della Novorossija come soggetti con cui sedersi al tavolo delle trattative. Tuttavia potrebbe concedere al Donbass uno statuto speciale e la decentralizzazione del potere.

 
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L’Ucraina ha riconosciuto lo status di aiuti umanitari alla colonna di camion russi che si trova al confine tra i due paesi. È stato infatti trovato un accordo sulle procedure doganali e di ispezione del carico, così come riporta il giornale Ekspert. Gli autori dell’articolo non escludono che “ci possano essere altre sorprese” da parte dell’Ucraina, dal momento che i combattimenti nel Donbass proseguono e i soldati ucraini attaccano le città con l’artiglieria pesante. Secondo il reportage di Ekspert la consegna degli aiuti umanitari potrebbe avvenire già tra lunedì e martedì.

In un altro articolo dedicato al destino del convoglio umanitario russo, la giornalista di Vzglyad, Marina Baltacheva, incolpa Kiev dello stop alla consegna del carico. “È trascorsa già una settimana. Gli aiuti agli abitanti del Donbass non sono ancora stati consegnati e la colpa è unicamente della parte ucraina, che sta facendo di tutto affinché i camion non varchino il confine”.

Gazeta.ru pubblica un articolo dedicato al conflitto tra Dmitriy Yarosh, capo del “Settore Destro”, e un rappresentante ufficiale di Kiev. Il leader dell’organizzazione nazionalista domenica scorsa ha minacciato Poroshenko con una supposta “marcia su Kiev” se le autorità non interromperanno gli arresti e le violenze contro gli attivisti del movimento ed ha anche richiesto una riforma del Ministero degli Interni ucraino. Verso sera Yarosh ha annullato l’ultimatum perché parte delle sue richieste, a suo dire, era stata accolta e realizzata. Gazeta.ru cita inoltre il giornalista ucraino Anatoly Shariya, a detta del quale dietro il passo indietro di Yarosh c’è Igor Kolomojskij, influente oligarca ucraino e governatore di Dnipropetrovsk: “Non è stato lui a decidere, è chiaro. Non so che cosa possa decidere lì Yarosh”. Secondo Sharia se il presidente dell’Ucraina sottostà alla pressione di un oligarca che sponsorizza i nazionalisti, questa “sarà la sua fine”. 

Il politologo e giornalista Boris Mezhuev su Izvestija discute la genesi del conflitto nell’est dell’Ucraina ed arriva alla conclusione che la causa di quest’ultimo è lo scontro di due civiltà. Secondo la sua opinione l’Ucraina è “uno stato che vacilla, diviso tra due civiltà”: una parte di esso è attratta dall’Occidente, l’altra dalla Russia. Mezhuev paragona l’Ucraina all’ex-Jugoslavia, un paese morto proprio in seguito a un conflitto tra parti aderenti a valori storico culturali profondamente diversi e spiega che nel mondo d’oggi l’“integrità territoriale” di nazioni protese vero civiltà diverse sarà sempre fragile.

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