Le autorità russe non escludono che un primo accordo sull'abolizione dei visti potrebbe essere firmato nel corso del prossimo vertice Russia-Ue (Foto: AFP)
Al termine delle trattative svoltesi lo scorso 11 marzo 2013, a Mosca, con il capo della direzione generale per gli affari interni della Commissione Europea, Stefano Manservisi, il Ministero degli Affari esteri russo si è dichiarato più fiducioso circa la possibilità di siglare al più presto un accordo con Bruxelles sull’alleggerimento del regime dei visti.
I passaporti ufficiali vengono rilasciati dal Ministero degli Esteri russo a inviati delle missioni diplomatiche e degli uffici consolari, rappresentanti delle organizzazioni internazionali, membri dell’esercito che si recano all'estero, dipendenti di enti pubblici e della Banca Centrale russa, membri dei servizi amministrativi e tecnici dell'Amministrazione presidenziale, dell’apparato governativo, della Duma di Stato e a una serie di altri dipendenti di agenzie governative, nonché ai membri delle loro famiglie. In Russia, il possesso di un passaporto ufficiale non comporta nessun tipo di privilegio. Tuttavia, in virtù di una serie di accordi intergovernativi, Albania, Angola, Bulgaria, Ungheria, India, Cipro, Messico, Sud Africa, Corea del Sud e altri Paesi offrono ai possessori di tale documento la possibilità di viaggiare senza visto, precisa il quotidiano Kommersant
Durante l’incontro, infatti, il rappresentante europeo ha sottolineato la disponibilità dell’Unione Europea a fare delle concessioni a Mosca, in primis, quella di riconoscere ai titolari dei passaporti ufficiali il diritto di viaggiare senza visto.
“Alla fine di marzo, i nostri colleghi del Dipartimento consolare del Ministero degli Esteri russo si recheranno a Bruxelles per mettere i puntini sulle i, così da poter, in un prossimo futuro, prima parafare e poi ratificare questo documento. Le prospettive sono piuttosto favorevoli”, riporta Ria Novosti citando Anvar Azimov, ambasciatore per le cariche speciali del Ministero degli Esteri della Federazione Russa, il principale negoziatore con l’Ue in materia di visti.
Oggi come oggi, tra Russia e Unione Europea vige un regime di visti tale che anche per brevi viaggi turistici è necessario possederne uno. Inoltre, molti Paesi dell’Unione Europea richiedono ai cittadini russi di recarsi personalmente al consolato per richiederlo, anche se gli uffici consolari si trovano a diverse migliaia di chilometri dal luogo di residenza.
Il governo russo ha da poco iniziato, invece, a chiedere, ai cittadini dell’Ue, prova della loro solidità finanziaria, mediante la presentazione, ad esempio, della dichiarazione dei redditi.
Entrambe le parti hanno capito che la situazione è del tutto improponibile. Al momento i negoziati tra Russia e Unione Europa, in materia di visti, si stanno muovendo in due direzioni. Si sta parlando della firma di un accordo per la facilitazione delle procedure di rilascio dei visti e per la loro successiva completa abolizione. Per quanto riguarda il primo punto c’è stata una svolta.
La Russia era pronta a firmare un accordo sulla liberalizzazione del regime dei visti già nell’estate del 2012. Alla fine però l’accordo non fu firmato per via di un’unica questione in sospeso. Bruxelles non condivideva la clausola del nuovo accordo che prevedeva l’abolizione dei visti per i titolari di passaporti ufficiali. L’Ue temeva che i passaporti ufficiali potessero essere rilasciati anche a persone che non ne avevano il diritto.
La Germania era stata il Paese chiave a opporsi all’inclusione di questa clausola nel nuovo accordo. Tuttavia, secondo il quotidiano Kommersant, di recente, Berlino avrebbe ritirato le sue obiezioni. Nel corso delle trattative svoltesi a Mosca, con la leadership del Dipartimento consolare del Ministero degli Esteri russo, Manservisi ha confermato che la questione riguardante la concessione di un regime senza visti per i titolari di passaporti ufficiali verrà presto risolta.
“Ci siamo chiesti fino a che punto tutto ciò sia necessario. È ovvio che si tratta di una richiesta legittima, quella di poter includere i titolari di passaporti ufficiali. Stiamo assistendo a dei progressi; i Paesi membri stanno vagliando la proposta. Ci auguriamo che la questione venga risolta nelle prossime settimane”, ha dichiarato Manservisi.
Vi sono stati dei progressi anche per quanto riguarda la questione dell’eliminazione del sistema dei visti tra Russia e Unione Europea. Mosca e Bruxelles hanno deciso di rendere pubblico un elenco di passi comuni rivolti in questa direzione, e, dall’8 al 12 aprile 2013, la Russia ospiterà una missione speciale di esperti dell’Ue per discutere eventuali rischi migratori, la lotta al terrorismo e la cooperazione tra gli organi di polizia.
I diplomatici si augurano di poter passare a un regime senza visti entro la fine del 2014. Tuttavia, in riunioni meno formali, viene citato sempre più spesso il 2018, quale anno limite.
Il politologo tedesco Aleksandr Rahr, direttore scientifico del Forum russo-tedesco, ha dichiarato a Russia Oggi che è ancora troppo presto per parlare dell’abolizione del regime dei visti tra Russia e Unione Europea. “L’Ue vuole vedere cosa succederà in Russia. Dalla Russia ci si aspetta che vengano semplificate le procedure di registrazione dei cittadini europei sul territorio della Federazione”, sottolinea il politologo.
Rahr ha ricordato che i summit Russia-Ue si svolgono due volte l’anno e che un quarto della loro agenda è riservata alla discussione sul regime dei visti. “Alla fine arriveremo all’abolizione dei visti tra Russia e Unione Europea. L’eliminazione dei visti rimane però ancora un obiettivo futuro, nonostante la stampa stia già elencando una serie di date possibili per l’entrata in vigore del regime senza visti”, ha osservato.
Il politologo Dmitri Polikanov, vicepresidente del Centro di Studi Politici della Russia, ritiene che la firma dell’accordo sulla liberalizzazione del regime dei visti possa fungere da elemento acceleratore per i negoziati sulla questione degli ingressi senza visto. “Un regime senza visti con l’Europa è vantaggioso per entrambe le parti”, ha concluso Polikanov.
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