L'eterna fiaba di Kolodozero
Storia di Aleksej Myakishev, scritto da John Wright
Kolodozero è più che una leggenda: qui il meglio del passato della Russia
sopravvive ancora
Viaggiando per le strade secondarie della Russia si ha la sensazione di tornare indietro nel tempo. E di addentrarsi in un altro Paese. Ed è proprio lungo una di queste carreggiate di provincia, abbracciate da alberi di betulle, che si scorge un cartello: "Ust-reka", recita. La zona è quella al confine tra la regione di Arkhangelsk e la Carelia, in direzione della cittadina di Pudozh.

Incuriositi da quell'indicazione, decidiamo di svoltare e di lasciarci alle spalle la strada principale. È questa la strada che porta al villaggio di Kolodozero, il centro di un agglomerato di villaggi dove la vita sembra rimasta congelata nel tempo.

Poco più in là, oltre un ponte, sulle rive di un lago incontaminato si scorge una chiesa in legno: la chiesetta è affidata alle cure di padre Arkadij che, con un sorriso carismatico, descrive così la magia esercitata da questo luogo: "È una trappola", dice. A padre Arkadij è bastato vedere una sola volta Kolodozero per innamorarsene per sempre.
Era la vigilia di Natale del 2011. L'inverno regnava incontrastato. Dovunque vi era silenzio e nell'aria si respirava un senso di sacralità. Uscendo dall'autostrada ci siamo imbattuti nella meravigliosa trappola di Kolodozero: il nostro istinto ci ha suggerito che si trattava di un villaggio fiabesco, molto simile al leggendario passato della Russia. Il suo richiamo era irresistibile e sapevamo che saremmo tornati.

Così è trascorsa la primavera. Alla primavera è seguita l'estate. E l'autunno ci ha riportato col ricordo a quell'inverno fiabesco a Kolodozero dove abbiamo cercato, per quanto possibile, di immortalarne la magia, la gente, le bellezze naturali. E in tutto ciò i racconti appassionati di padre Arkadij ci hanno aiutato a conoscere meglio questo villaggio.

A prima vista Kolodozero non sembra essere molto diverso dalla maggior parte dei villaggi russi. La gente qui è un po' disordinata e rigida, ma onesta. Tutti lavorano duramente. Gli abitanti si occupano perlopiù del taglio degli alberi e del disboscamento, alcuni per sopravvivere fanno gli agricoltori e altri raccolgono rottami.
Sono sempre meno ogni anno i bambini che affollano la scuola e l'asilo nido locali. Vivere in un villaggio russo di provincia non è semplice. Ma non mancano i nuovi arrivati che hanno deciso di abbandonare la frenesia delle grandi metropoli e di trasferirsi a Kolodozero con il sogno di una vita migliore. Padre Arkadij è uno di loro. Si è trasferito alla Chiesa della Natività della Beata Vergine da sette anni e siccome la sua parrocchia è abbastanza tranquilla presta servizio anche nelle chiese dei dintorni, a Krivtsij, Shali e Kubovo. Le anime da accudire non gli mancano.

"Baba Shura" (nonna Shura) vive vicino a Pogost, il cui toponimo significa "cimitero". È una delle poche donne anziane che vivono ancora qui a ricordare il passato. D'estate la mattina si alza presto e va a pesca o falcia l'erba alta dietro casa. Shura è sempre affaccendata nei suoi lavori agricoli e nelle commissioni da sbrigare. "Ded Valka" (nonno Valka) è morto di recente e ora è Shura a doversi occupare della fattoria.

Un giorno, durante una passeggiata, abbiamo visto dei ceppi di legna da ardere nel suo cortile e le abbiamo chiesto: "Baba Shura, ma non fai fatica a tagliare questa legna?". La sua risposta è stata: "Mi piace. Il nonno qualche volta beveva e ho dovuto imparare a cavarmela da sola".
Se vi avvicinate al villaggio di Zaozerye, il cui toponimo significa l'"altra sponda del lago", prestate attenzione al deposito traboccante di rottami. Vadim vive qui. Raccoglie rottami in tutto il circondario per spedirli alla discarica più vicina che si trova nella città di Pudozh. È così che Vadim sbarca il lunario. Se un uomo riesce a trovare un lavoro e non si dà al bere, se la cava abbastanza bene. Di recente Vadim è diventato padre di una bambina.

Non troppo tempo fa è stata impiantata a Kolodozero una fattoria per l'allevamento del bestiame che ha portato lavoro ad alcuni abitanti e una ventata d'aria nuova nel villaggio. Benché gli studenti della scuola di Zaozerye siano pochi, le sue porte sono sempre aperte.
Kolodozero e i suoi villaggi vicini non presentano caratteristiche particolarmente eccezionali. Quindi non riusciamo a spiegarci perché si abbia la sensazione di respirare meglio qui, né sappiamo cosa ci spinga a tornare sempre in questi luoghi.

Una barca di legno scivola sul lago nella fitta nebbia della sera. Una chiesa appare all'improvviso dal passato e fluttua quieta attraverso la sua storia segreta. Il mormorio dell'acqua e il fruscio dell'erba accarezzano l'anima.

Se mai doveste trovarvi sulla strada per Pudozh, fate una sosta a Kolodozero. La sua antica magia vi attirerà nella stessa trappola.
Testo di Aleksej Myakishev, scritto da John Wright
Editing di Yulia Shandurenko e Lucia Bellinello
Credit immagini e video: Aleksej Myakishev, Leiсa
Design e layout di Anastasiya Karagodina
© 2017 Tutti i diritti riservati.
Russia Beyond The Headlines
info@rbth.com
Made on
Tilda