Quella di Kreshchenie (“Battesimo [di Cristo]”) è una delle principali festività ortodosse e viene celebrata in tutta la Russia il 19 gennaio, in occasione dell’Epifania. Il clima in questo periodo dell’anno è solitamente molto rigido, con temperature che scendono abbondantemente sotto lo zero: non a caso si parla dei “geli dell’Epifania” (in russo: “Kreshchénskie morózy”).
Quest’anno però, almeno a Mosca, sembra un’eccezione alla regola. Le temperature sono infatti insolitamente miti a causa di masse d’aria che arrivano dalle coste mediterranee dell’Africa. Il termometro nella stazione di rilevamento atmosferico del Parco VdnKh segnava ad esempio +2,3 ºC alle 12.40.
Negli ultimi anni valori sopra lo zero sono sempre meno una clamorosa notizia nella capitale russa in occasione del 19 gennaio. Si sono registrati nel 2008, 2015, 2017 e 2020. Ma le temperature di quest’anno sono seconde solo al record di 145 anni fa di 6,3 ºC. Inoltre questo gennaio ha visto molti più giorni di sole della media stagionale.
Le celebrazioni nel villaggio di Divnaya Gora, nella regione di Yaroslavl
Vladimir Astapkovich/SputnikMa i capricci del tempo non hanno cambiato i programmi dei fedeli, che si sono presentati numerosi nei vari punti predisposti per il rituale in acqua gelida. Viene aperto un buco a forma di croce nel ghiaccio (detto “Iordán”; Giordano; come il fiume dove venne battezzato Cristo) e ci si immerge in esso tre volte facendosi il segno della croce.
Il rito in Siberia, a Novosibirsk, tra le acque ghiacciate del fiume Ob
Aleksandr Kryazhev/SputnikLa tradizione è tra le più suggestive e, in giro per il Paese più grande del mondo vengono scavati numerosi Iordan in laghi e fiumi ghiacciati, e solitamente alcuni milioni di fedeli prendono parte al rito.
Secondo quanto assicura chi ha provato, l’esperienza è piacevole e per niente spaventosa come potrebbe sembrare. Oltre al sostegno della fede c’è quello della scienza. Soprattutto quando la temperatura atmosferica è molto bassa (dai -20 ºC in giù), l’acqua non gelata (quindi sopra la 0 termico; di solito sui 2 o 3ºC) trasmette inizialmente una sensazione avvolgente di calore. L’importante è coprirsi subito non appena si esce.
Il rito, secondo i medici, è comunque sconsigliabile a chi ha problemi di cuore, soffre di diabete o di disturbi del sistema nervoso. E bisognerebbe astenersi da alcol e cibi molto grassi prima delle abluzioni, e cercare di non rimanere in acqua per più di dieci secondi.
I fori benedetti vengono di solito scavati nelle acque ghiacciate dei laghi vicino a chiese e monasteri, come questo “Iordan” realizzato in Carelia
Ilja Timin/SputnikQuella che è una tradizione che si è riaffermata con grande forza dopo il crollo dell’Urss, non era così apprezzata dalle gerarchie ecclesiastiche prima della Rivoluzione del 1917. Nel libro del 1913 “Manuale per i sacerdoti e il clero” dello scrittore di temi religiosi Sergej Bulgakov (1859-1932) la pratica veniva anzi condannata: “Tale usanza non può essere giustificata dal desiderio di imitare l’esempio dell’immersione in acqua del Salvatore, né quello dei pellegrini palestinesi che si bagnano sempre nel fiume Giordano. In Medio Oriente è sicuro per i pellegrini, perché non c’è il freddo e il gelo che c’è da noi. A favore di tale usanza non può essere portata neanche la credenza nel potere curativo e purificatore dell’acqua, consacrata dalla Chiesa il giorno stesso del battesimo del Salvatore, perché bagnarsi d’inverno significa chiedere a Dio un miracolo o disinteressarsi completamente della propria vita e salute.”
A differenza della tradizione ortodossa, in quella cattolica il Battesimo di Cristo non viene festeggiato per l’Epifania (6 gennaio), ma nella prima domenica che la segue.
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