Perché le bandiere degli Stati slavi si assomigliano?

Russia Beyond (Legion Media, Dominio pubblico)
Potrebbe sembrare che le bandiere di Serbia, Croazia, Slovenia, Bulgaria, Repubblica Ceca e Slovacchia siano modellate su quelle della Russia. Ma ognuna ha una storia a sé stante…

Gli stranieri a volte confondono le bandiere di alcuni Paesi dell'Europa orientale e sudorientale con quelle della Russia. Il fatto è che le stoffe di questi Paesi presentano lo stesso schema di colori: bianco, blu e rosso (in ordine diverso). 

Questi colori sono spesso definiti colori pan-slavi, e sono diventati un elemento unificante degli Stati slavi proprio come la croce scandinava lo è diventata per i Paesi nordici come Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia e Danimarca.

Oltre alle strisce colorate, elementi immancabili sulle bandiere di Serbia, Croazia, Slovenia e Slovacchia sono gli stemmi.

Il Primo Congresso Panslavo del 1848, dove furono adottati ufficialmente questi colori, è considerato una pietra miliare nella formazione dell'ideologia del panslavismo in Europa. Gli storici, tra cui Georgij Vilinbakhov, capo del Consiglio araldico del Presidente della Federazione Russa, ritengono che le nazioni partecipanti avessero deciso di utilizzare la bandiera russa bianca, blu e rossa come base per le bandiere dei loro movimenti di liberazione. 

Tuttavia, bisogna precisare che all'epoca la Russia aveva ufficialmente un’altra bandiera, nera-gialla-bianca, mentre il tricolore bianco-blu-rosso (in questo o quell'ordine di colori) era utilizzato tra i popoli slavi come bandiere nazionali già prima di quel congresso epocale. 

La bandiera russa

Gli esperti considerano l'anno di nascita della bandiera russa il 1668 (ovvero durante il regno dello zar Aleksej Mikhailovich), quando un drappo di questo tricolore fu issato sulla prima nave da guerra russa “Aquila”. La bandiera bianca, blu e rossa fu utilizzata anche con Pietro I: nel 1693 sull’imbarcazione a 12 cannoni “San Pietro” sventolava la “bandiera dello zar di Mosca”, decorata con un'aquila bicipite dorata.  

Il 20 gennaio 1705 Pietro I emanò un decreto “Sulle bandiere delle navi mercantili fluviali”, con il quale imponeva l’utilizzo del tricolore su questo tipo di imbarcazioni. E così questi colori all’estero furono associati alla Russia. Nel 1885, l'imperatore Alessandro III confermò i colori bianco, blu e rosso come bandiera delle navi commerciali russe.

Nel frattempo, nel 1709 una bandiera nera, gialla e bianca apparve sullo stendardo dell'imperatore Pietro il Grande e fu utilizzata nelle cerimonie di Stato. Un secolo e mezzo dopo, nel 1858, fu adottata ufficialmente, mentre la bandiera bianca, blu e rossa continuò a essere utilizzata sulle navi mercantili. La bandiera ottenne il suo status ufficiale con Nicola II, che nel 1896 soppresse il drappo imperiale nero-giallo-bianco.

La bandiera della Serbia 

La bandiera rossa, bianca e blu è associata alla Prima Rivolta Serba (1804-1813). La bandiera rossa, blu e bianca fu introdotta ufficialmente dal principe Milos Obrenovic, leader della Seconda insurrezione serba (1815-1817). 

Nel 1835, il Principato di Serbia, riconosciuto come Stato autonomo dall'Impero Ottomano, adottò una costituzione che descriveva la bandiera serba come un vessillo con i colori rosso, bianco e blu. Una simile decisione suscitò critiche e paragoni con la bandiera della Francia. Così, nello stesso anno, si decise di tornare al tricolore rosso, blu e bianco. 

Una sequenza simile di colori - sull'esempio della Serbia - è stata utilizzata anche dal Principato (poi Regno) del Montenegro. 

Il drappo blu, bianco e rosso fu ripristinato con la creazione del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (dal 1929 Regno di Jugoslavia), nel 1918. È rimasto in vigore fino al 2006. 

Tuttavia, è stata utilizzata anche la bandiera rossa, blu e bianca. Dal 1947 è stato il simbolo della Serbia come parte della Jugoslavia, per poi diventare il simbolo ufficiale del Paese moderno. 

La bandiera della Croazia 

In Croazia, i colori tradizionali - rosso, bianco e azzurro - divennero ufficiali nel 1848, quando il comandante Josip Jelačić fu proclamato sovrano di Dalmazia, Croazia e Slavonia. Ciò avvenne durante la Rivoluzione croata del 1848-1849, durante la quale il tricolore nazionale divenne un simbolo dell'identità nazionale. In seguito, i colori sono stati riportati nella bandiera dello Stato croato e hanno rappresentato anche la bandiera del territorio croato nelle successive formazioni statali del XX secolo. Il tricolore rosso, bianco e blu è ancora oggi il simbolo della Croazia.

La bandiera della Slovenia

In Slovenia, il tricolore, che ripete quasi esattamente la bandiera russa (tranne per il fatto che gli sloveni hanno un blu più chiaro), è apparso ai tempi del Ducato di Carniola, “avamposto” dello Stato moderno all'interno del Sacro Romano Impero e poi dell'Austria-Ungheria.

Bandiere della Repubblica Ceca e della Slovacchia

In Slovacchia il tricolore bianco, blu e rosso nacque durante le rivoluzioni del 1848-1849, quando gli slovacchi si opposero alla corona ungherese. È diventato il simbolo ufficiale del Paese il 18 settembre 1848 ed è stato utilizzato nel territorio della Slovacchia, che ha fatto parte di varie formazioni statali nel XX secolo. 

Si ritiene che il colore blu (leggermente più chiaro della bandiera russa) sia stato preso in prestito dalle bandiere russa e croata (i russi erano considerati patroni degli Slavi, i croati erano considerati un popolo fratello, un "vicino dell'Ungheria"). 

I cechi hanno stemmi bianchi e rossi fin dal XII secolo. Nel 1918, con la formazione della Cecoslovacchia, fu aggiunto un triangolo blu a sinistra, in rappresentanza della Slovacchia. Dopo la divisione del Paese nel 1993, la Repubblica Ceca ha ereditato il tricolore e la Slovacchia è tornata alla bandiera del 1848.  

La bandiera della Bulgaria

I colori della bandiera non sono quelli pan-slavi: il verde prende storicamente il posto del blu. Ciononostante, c'è stato un episodio nella storia della Bulgaria quando è stato utilizzato un drappo di colore rosso, bianco e blu sul suo territorio. Durante la guerra russo-turca (1877-1878), i monachi russi del monastero Iverskij consegnarono alle milizie bulgare la bandiera di Samara con l'immagine della Madonna di Iver cucita al centro. 

La bandiera divenne una reliquia nazionale e uno dei simboli dell'esercito bulgaro; fu l'unica bandiera nella storia del Paese a essere insignita del primo Ordine del coraggio bulgaro. La milizia la portò con sé nelle battaglie di Stara Zagora, Nova Zagora, Shipka e Sheinovo. Dal 1946 è conservata nel Museo Nazionale di Storia Militare della Bulgaria. 

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