Ecco perché le babushke russe sono un fenomeno!

Nikolaj Nikitin/TASS
Queste simpatiche vecchiette vi ameranno, vi daranno da mangiare e si prenderanno enormemente cura di voi... Ma potrebbero anche prendervi a calci nel sedere!

Ba-bu-shka. Questa parola ha un potere “magico” anche sulle persone più scorbutiche e scontrose. La babushka (“nonna”) simboleggia infatti una figura che sprigiona amore e tenerezza, che si prende cura di voi, a qualsiasi età. Al contempo, però, una babushka russa può essere… una vera e propria arpia! In questo articolo approfondiremo il curioso fenomeno “babushka”. 

Che cos'è una babushka?

La parola “babushka” si traduce letteralmente come “nonna” o “nonnina”; deriva dalla parola “baba” che storicamente in russo indicava una contadina (al giorno d’oggi questo è un termine molto scortese per riferirsi a una donna). Anticamente, la definizione ufficiale di nonna era “babka”, un termine che oggi ha assunto una connotazione dispregiativa; il termine “babushka”, invece, è una parola molto più comune. 

In russo esistono un sacco di diminutivi e vezzeggiativi della parola “babushka”: “babulja”, “babusja”, “babusenka” e così via. “Babushka” in senso lato indica una signora anziana, ed è sinonimo di “starushka” (“anziana”, per l’appunto). Se vedete una signora molto anziana per strada, potete provare (o meglio, osare) a chiamarla “babushka”. 

Nella sua celebre poesia “Sera d'inverno”, il grande poeta russo Aleksandr Pushkin chiamava dolcemente la sua vecchia tata “starushka”. Где же ты, моя старушка?Gde zhe ty, moya starushka”, “Dove sei, mia starushka?”. 

A volte alcune persone chiamano erroneamente “babushka” il foulard indossato dalle babushke russe… ma non c’entra niente. A proposito, anche la Regina Elisabetta II ama lo stile “alla babushka”, che arricchisce con un elegante fiocco sul nodo.

Esiste un’espressione che indica una bella babushka con un foulard: божий одуванчик (“bozhy oduvanchik”), che letteralmente significa “dente di leone di Dio” e suggerisce che quella persona non farebbe mai del male, nemmeno a una mosca.

Babushka = amore (e tanto cibo)

L’amore di una babushka russa nei confronti dei nipoti non ha eguali al mondo! Sembra che la sua vita abbia un’unica e importantissima missione: prendersi cura della prole dei suoi figli (e viziarla).

Una babushka russa ricoprirà il nipotino di coccole e baci, gli comprerà tutto ciò che i genitori normalmente gli vietano, e gli perdonerà scherzi e marachelle. 

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“Quando ero bambino, trascorrevo l'intera estate con la mia babushka in campagna, mentre i miei genitori lavoravano - ricorda Aleksandr, 35 anni -. Oggi non riesco a immaginare quanto fosse difficile per un’anziana signora prendersi cura di un bambino odioso per tre mesi di fila! Ma lei non si è mai lamentata! Tornavo a casa sporco e impolverato, e lei senza nemmeno fiatare mi lavava e mi nutriva con una montagna di frittelle”. Oggi Aleksandr è un uomo adulto con un famiglia, ma va ancora a trovare la sua amata babushka (e a fare scorpacciate di frittelle). 

Il cibo è un’altra “arma segreta” con cui una babushka dimostra il suo amore: le nonnette russe chiedono sempre ai nipotini cosa desiderano mangiare; poi si mettono ai fornelli, dove danno prova di tutta la loro abilità, sfornando torte, zuppe deliziose e montagne di bliny (pancake). Inoltre, essendo cresciuta nei duri tempi dell’Unione Sovietica, è in grado di cucinare una cena perfetta usando qualsiasi avanzo trovi in frigorifero.

“A Capodanno sono andato a trovare un mio amico a Mosca e siamo andati a cena nell'appartamento della sua babushka - racconta lo scrittore americano Benjamin Davis -. Giuro che se fossimo stati in una piccola capanna nel bosco, mi sarei convinto che qualcuno mi stesse ingrassando per mettermi in pentola!”.

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Le babushke moderne hanno un aspetto diverso: non portano il foulard in testa, di solito lavorano, sono attive e vogliono essere amiche dei loro nipoti, condividendo segreti e instaurando con loro rapporti di fiducia. 

Babushka non è sempre sinonimo di dolcezza!

Dopo tutte le belle parole che abbiamo dedicato alle babushka, è finalmente arrivato il momento di vedere il rovescio della medaglia! Una babushka può essere anche molto diversa da come l’abbiamo raccontata finora. 

Una volta Benjamin Davis ha avuto un’esperienza estremamente provante: “Un giorno ho incrociato per strada una signora dall’aspetto terrorizzante - dice -. Sembrava che volesse prendermi a calci nel sedere!”.

Su Quora, un utente dice: “Le babushke sono coloro che fanno funzionare il Paese: controllano chi entra all’ingresso dei condomini, fornendo sorveglianza gratuita. Ed è meglio starci alla larga!”.

Forse ricorderete la commedia con Sylvester Stallone “Fermati, o mamma spara” (Stop! Or My Mom Will Shoot). Ebbene, la madre ritratta in quel film potrebbe essere il lato più cattivo di una babushka russa. 

E i nonni?

Si sente spesso parlare delle babushke russe… Ma dove sono i loro mariti? Ovvero i nonni (“dedushka”, in russo)? Nel corso della brutale storia del XX secolo, molti uomini sono morti durante le guerre e le purghe staliniane. Perciò molte babushke sovietiche si sono ritrovate a crescere figli e nipoti da sole, ed era una pratica normale affidare i nipotini alle nonne, anche solo per un week end in dacia. 

Inoltre, l'aspettativa di vita media degli uomini in Russia è di circa 65 anni (dati aggiornati al 2021), mentre per le donne si avvicina ai 74 anni (e questi numeri sono più o meno gli stessi dagli anni '90). È quindi molto comune che una babushka finisca per vivere da sola per diversi anni, e che l'unica cosa di cui si preoccupi siano i nipoti. E, a volte, queste madri diventano tossiche nei confronti dei propri figli, chiedendo continuamente loro quando finalmente le daranno dei nipoti. “Vuoi che muoia senza conoscere i miei nipoti?”, sono solite dire con particolare dramma.

I nonni (“dedushka”), sono spesso protagonisti di aneddoti e barzellette… Spesso dimostrano un certo fastidio verso “quei bambini rumorosi” che saltellano tutto il giorno finché loro se ne stanno perlopiù in silenzio, a leggere, fumare o bere vodka… Ma questa è un’altra storia. 

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