Cosa rappresenta la croce ortodossa russa? E perché è diversa da quella cattolica?

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Come è apparsa e perché ha così tanti bracci orizzontali (e uno obliquo)? Abbiamo riassunto tutto quello che si sa sul simbolo principale della Chiesa russa

Ci sono molti tipi di croci, e diverse culture e fedi religiose ne hanno una propria versione. Nell’antico Egitto c’era l’“Ankh”, una croce con un anello in cima (croce ansata), che simboleggiava la vita (è conosciuta anche come “chiave della vita”). La croce greca ha bracci di uguale misura che si intersecano ad angolo retto e che simboleggiano le origini umane e divine in Gesù Cristo, e l’umiltà.

La croce celtica delle isole britanniche è conosciuta da tempi molto antichi. Apparve dopo che i celti adottarono il cristianesimo e combinarono il cerchio, un simbolo pagano del sole, con la croce cristiana.

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C’è poi la croce latina, che gli storici fanno risalire al III-IV secolo, ed è ampiamente conosciuta come il simbolo principale del cristianesimo, e, più tardi, come simbolo della Chiesa Cattolica. E, in questo senso, si è diffusa nel mondo insieme alla religione. Questa croce ha una lunga barra verticale che è attraversata orizzontalmente da una barra più corta, ed è un ricordo della croce su cui fu crocifisso Gesù Cristo.

I cattolici hanno diverse versioni della croce: per esempio, la croce di Lorena con doppia traversa (due barre orizzontali, di lunghezza diversa), spesso usata come insegna da cardinali e arcivescovi cattolici, così come la croce patriarcale (in Italia la usa il patriarca di Venezia). C’è poi la croce papale, con tre bracci orizzontali di diversa lunghezza, non di rado usata sulla ferula (il pastorale del Papa).

La croce ortodossa russa ha due traverse, di cui quella superiore è orizzontale è più lunga, mentre quella inferiore è inclinata in diagonale. Quando Gesù fu crocifisso, una batta fu inchiodata per farglici poggiare i piedi. Simboleggia anche la bilancia che pesa i peccati e le virtù delle persone: l’estremità superiore sinistra punta sempre verso l’alto, verso il cielo, mentre l’estremità destra punta verso il basso. Il fatto è che c’erano anche due ladroni crocifissi con Cristo. Uno di loro si pentì ed entrò nel regno dei cieli, mentre l’altro morì senza pentirsi. Questo dovrebbe ricordare ai fedeli i loro peccati e l’importanza del pentimento.

Un’altra croce tradizionale nella Chiesa ortodossa russa è quella a tre bracci. Secondo il Vangelo, un’ulteriore breve barra orizzontale in alto era la targa apposta sulla croce. Di solito, indicava di cosa era colpevole la persona crocifissa. La targa sulla croce di Gesù Cristo recava la scritta: “Gesù di Nazareth, Re dei Giudei”.

Alcune croci presentano anche un teschio, o un teschio e delle ossa, in basso. Simboleggiano la testa di Adamo, perché, secondo la tradizione, i resti di Adamo, Eva e dei loro discendenti furono sepolti proprio sotto il luogo della crocifissione di Gesù sul Golgota. Così, il sangue del Cristo crocifisso bagnò simbolicamente le ossa di Adamo lavando via il peccato originale da tutti i discendenti.

Tali croci a più bracci si vedevano negli affreschi e nei mosaici bizantini fin dal VI secolo. E, poiché le radici della Chiesa russa provenivano da Bisanzio, essa assunse questa croce, che si diffuse in tutte le terre slave, soprattutto dopo il Grande Scisma, quando le chiese latina e orientale si divisero. 

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Nel XVI secolo, Ivan il Terribile, il primo zar russo, cercò di rafforzare il Paese poco dopo che tutte le terre russe erano state riunite in seguito a secoli di frammentazione feudale e dell’invasione tataro-mongola. Egli dette forza all’idea che Mosca fosse la Terza Roma, successore della vera Roma e di Costantinopoli. La difesa dell’Ortodossia fu uno dei principi alla base di questa idea. E per sottolineare la differenza dalla chiesa latina, la croce russa cominciò a diffondersi in lungo e in largo. Da quel momento in poi, fu messa in cima alle cupole delle chiese. E la croce a tre bracci (con quello in basso obliquo) fu inserita anche sullo stemma della Russia, proprio tra le due teste dell’aquila bicipite

La croce ha ancora un forte significato per i russi. I credenti ortodossi di solito la portano al collo. E grandi croci sono di solito presenti nelle chiese, e ricordano ai parrocchiani di accendere candele in memoria dei defunti.

Nella lingua russa, ci sono anche molti proverbi dedicati alla croce (alcuni simili a quelli italiani):

  • “На тебе креста нет” (“Na tebé krestá net”). “Non c’è la croce su di te”; significa che qualcuno è senza scrupoli, spregiudicato, immorale, e si comporta in modo disumano, perseguendo il male.
  • “Нести свой крест” (“Nestí svój krést”). “Portare la propria croce”; significa andare avanti sopportando le difficoltà.
  • “Поставить крест” (“Postávit krést”). “Metterci una croce sopra”. Significa chiudere completamente con qualcosa, rinunciare a fare qualcosa senza la possibilità di ritornarci, di riaprire il discorso. Si può anche “mettere una croce” su una persona se non si hanno più speranze che il rapporto possa migliorare e la fiducia è ormai perduta una volta per tutte.

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