Dagli USA alla Russia sovietica per sfuggire al razzismo

Russia Beyond (Dmitrij Debabov / Sputnik, Courtesy of James L.Patterson)
La storia di una famiglia di colore che negli anni ‘30 lasciò gli Stati Uniti alla ricerca di una vita migliore

“Questo Paese fa miracoli. Lloyd qui ha trovato se stesso”. Così scriveva Margaret Glascoe a proposito di suo figlio, Lloyd Patterson, che aveva lasciato gli Stati Uniti negli anni ‘30 per trasferirsi in Unione Sovietica. Nonostante la Russia sovietica di quel periodo fosse in balia delle purghe staliniane, era pur sempre un posto più sicuro per Lloyd: perlomeno in URSS non vi erano i linciaggi del Ku Klux Klan. 

Un nero che lascia gli Stati Uniti

Lloyd Patterson era nipote di uno schiavo. Aveva studiato scenografia in un college teatrale per neri in Virginia, che chiuse solamente un anno dopo per uno sciopero degli studenti e lo scandalo di un insegnante che era stato notato nelle file del Ku Klux Klan. 

Un giorno, Lloyd vide caualmente un annuncio nel quale si diceva che nella Russia sovietica si cercavano giovani neri per una produzione cinematografica. E così nel 1932 si trasferì in URSS insieme a un gruppo di ragazzi di colore. 

Lloyd Patterson (il secondo da destra, in terza fila) e i suoi colleghi in viaggio verso Mosca

Patterson iniziò a lavorare per il film sovietico “Black and White” che doveva denunciare il razzismo americano. Il progetto alla fine venne cancellato, ma Lloyd restò in URSS, imparò il russo e sposò una stilista sovietica di nome Vera Aralova. Il problema del razzismo lo spinse quindi verso una vita nuova.

Lloyd e Vera ebbero tre figli e lui continuò a lavorare come artista e designer d'interni. Infine, Lloyd si trovò a fare il conduttore radiofonico, diventando uno dei pionieri delle trasmissioni sovietiche in lingua inglese. In seguito, la sua carriera radiofonica avanzò rapidamente.

Vera Aralova Patterson con i suoi figli, James e Tom

Quando scoppiò la Seconda guerra mondiale, Vera e i bambini furono evacuati in Siberia, mentre Lloyd rimase a Mosca; fu ferito da una bomba e venne portato negli Urali e poi in Estremo oriente. Purtroppo nel 1942, esattamente dieci anni dopo essersi trasferito in URSS, morì per via delle complicazioni riportate.  

Lloyd Patterson e suo figlio James

James, un raro “esempio” di bimbo nato da una coppia mista russo-africo/americana, è nato nel 1933. A soli tre anni, ha recitato nel film sovietico “Circus” (1936), diventando il più famoso attore bambino nero della storia russa.

Il film elogiava le virtù della tolleranza razziale sovietica. Secondo la trama, dopo aver dato alla luce un bambino di colore, un’artista circense americana inizia a essere vittima di razzismo; si reca nella Mosca sovietica come artista ospite e lì non solo trova rifugio, ma anche felicità e amore. Il film mostra come il suo figlioletto venga accolto calorosamente nel Paese sovietico. 

Una scena tratta dal film “Circus”, con James e l'attrice Lyubov Orlova

Anche se il film divenne incredibilmente popolare in URSS, portando grossa fama a James, egli non continuò la sua carriera di attore. Patterson-Jr. sognava il mare, e così si laureò alla prestigiosa accademia militare Nakhimov: divenne ufficiale di un sottomarino e nel passatempo scriveva poesie. 

James durante gli anni da studente nella Scuola della Marina

Dopo aver pubblicato la sua prima raccolta di poesie chiamata “Russia. Africa”, nel 1963, James decise di abbandonare il servizio militare e si iscrisse all'Istituto di letteratura “Gorkij”. Divenne così un poeta sovietico, membro dell'Unione Sovietica degli Scrittori, nonché collaboratore regolare delle riviste letterarie. Girò in lungo e in largo per la Russia scrivendo poesie, e installò persino una targa in ricordo di suo padre nella città dell'Estremo Oriente di Komsomolsk-na-Amure.

Un libro sulla storia degli Stati Uniti e dell'URSS

Nel 1964, James Patterson decise di pubblicare “Chronicles of the Left Hand”, le memorie di sua nonna, Margaret Glascoe. 

Sulla copertina del libro, James Patterson ritratto con sua nonna Margaret Glascoe a Mosca, 1935

Margaret Glascoe era la figlia di un nero di nome Patrick Hager, figlio illegittimo del proprietario di una piantagione, anch’egli vittima della schiavitù. Da bambino, Patrick era miracolosamente sopravvissuto dopo che la moglie del proprietario terriero lo aveva gettato nel fuoco (riportò gravi ferite alla mano destra). Di fronte a tutte queste ingiustizie, Patrick lottò tutta la vita per i suoi diritti. E alla fine riuscì a comprare la sua terra.

Anche Margaret affrontò la segregazione razziale, e lavorò duramente per dare a suo figlio l'educazione che lei non poté ricevere. Poco dopo, suo figlio Lloyd si trasferì in URSS; Margaret lo raggiunse qualche tempo dopo e lì lavorò per diversi anni in una fabbrica di ricambi auto. 

Dando seguito alle memorie di sua nonna, James Patterson ha pubblicato un libro in russo. 

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