Il canale televisivo russo RT, finanziato da fondi statali, ha aperto le candidature per la nuova edizione del premio giornalistico “Khaled Alkhateb International Memorial Awards”.
Organizzato per la prima volta nel 2018 in memoria di Khaled Alkhateb, il giornalista freelance arabo di RT morto nel 2017 sotto i colpi di arma da fuoco sul fronte siriano, il concorso si pone l’obiettivo di premiare il giornalismo di qualità realizzato dalle zone di conflitto. Le iscrizioni sono aperte ai corrispondenti di guerra di tutto il mondo, indipendentemente dalla nazionalità o dalla testata.
“Il Khaled Alkhateb International Memorial Awards di RT per il miglior giornalismo dalle zone di conflitto rende omaggio al lavoro coraggioso di quei professionisti della stampa e delle organizzazioni che si occupano di chiarire le complessità e le ramificazioni della guerra e dei conflitti armati”, si legge sul sito del concorso.
In passato il premio veniva assegnato a due categorie: “Miglior servizio giornalistico scritto in una zona di conflitto” e “Miglior servizio giornalistico audiovisivo realizzato in una zona di conflitto”, alle quali quest’anno se ne aggiunge una terza: “Dopoguerra: Miglior servizio giornalistico scritto/audiovisivo”; lanciata con lo slogan “storie che ispirano e infondono incoraggiano”, questa nuova categoria premierà i video e i reportage che raccontano le storie di persone colpite dal conflitto, testimoniano il recupero di una comunità nel dopoguerra o immediatamente al termine del conflitto, oppure raccontano i traumi, la ripresa o le riconciliazioni post-belliche.
Il Khaled Alkhateb Award è uno dei premi più inclusivi del settore: vengono accettate candidature in qualsiasi lingua e da qualsiasi paese; possono partecipare giornalisti freelance, media alternativi e piattaforme giornalistiche indipendenti, così come i corrispondenti di guerra che hanno una collaborazione ufficiale con un editore o con un network globale.
Qui trovate maggiori informazioni sul regolamento e sui criteri di partecipazione.
Il premio nasce in memoria di Khaled Alkhateb, corrispondente freelance morto mentre seguiva la guerra in Siria per il canale RT Arabic.
Il 30 luglio 2017, Alkhateb era in servizio con il suo cameraman, Muutaz Yaqoub, per filmare gli scontri tra l'esercito siriano e quella è poi risultata essere una cellula dell’ISIS.
“Siamo andati nei territori orientali di Homs [...] con l'esercito, luogo di scontro diretto con l'ISIS. Al nostro arrivo, l'esercito ha ricevuto l'ordine di affrontare i terroristi di fronte a noi”, ha detto Yaqoub.
Un video girato da un’altra troupe giunta sul posto proprio quando una granata nemica ha colpito il gruppo di giornalisti e militari svela gli istanti prima della tragedia. In un primo momento un carro armato delle forze governative siriane si è avvicinato ai giornalisti e ha sparato una granata verso il nemico. Il carro armato ha poi sparato un'altra granata, sollevando colonne di polvere che hanno coperto i giornalisti a terra.
“Il carro armato ha sparato e poi si è ritirato. C'era molto fumo. Ho fatto un passo indietro e ho spento la telecamera”, ha detto Yaqoub, che si trovava vicino al punto di impatto nel momento in cui il nemico ha risposto al fuoco, colpendo il gruppo di giornalisti.
“Non ero sicuro di cosa fosse successo o se fossi ferito. Ho notato del sangue sulla telecamera”, ha detto.
Quando la polvere finalmente si è dissipata, a terra si contavano diversi feriti. Per Khaled Alkhateb, però, il colpo si è rivelato fatale e il ragazzo è morto sul posto.
Il premio in suo onore organizzato da RT è stato lanciato l’anno successivo per commemorare il sacrificio di Khaled Alkhateb e il pericoloso lavoro che i corrispondenti di guerra svolgono nelle zone calde del mondo.
Il premio è accompagnato da un premio in denaro pari a 200.000 rubli (circa 2.700 dollari al cambio attuale).
Nelle edizioni precedenti, il premio è stato assegnato a giornalisti di tutto il mondo originari di Russia, Irlanda, India, Singapore e Iraq, ai quali è stato riconosciuto il merito di aver coperto storie come la guerra in Siria, la vita in un campo profughi afgano in Iran e gli sforzi antiterroristici nelle Filippine.
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