Mentre molti paesi d’Europa valutano nuove restrizioni per contenere i contagi di coronavirus, Mosca riapre quasi tutto. Il 27 gennaio, il sindaco della capitale russa Sergej Sobyanin ha deciso infatti di revocare con un decreto le misure introdotte nell’ottobre scorso per fermare la corsa del covid. Una decisione presa “alla luce del miglioramento della situazione epidemiologica”, come si legge sul blog di Sobyanin. “La settimana scorsa il numero di nuove infezioni non ha superato i 2-3mila casi al giorno (il 26 gennaio la cifra più bassa: 1800 nuovi casi, ndr) - ha detto il sindaco -. Il numero di ricoverati è diminuito di un altro migliaio di persone, e per la prima volta da metà giugno dell’anno scorso negli ospedali covid è libero oltre il 50% dei posti letto. La pandemia sta rallentando e in questo contesto è nostro dovere creare le condizioni per una rapida ripresa dell'economia”.
Ecco allora che le autorità cittadine hanno deciso di revocare l’obbligo per i datori di lavoro di trasferire almeno il 30% dei propri dipendenti in remoto: una richiesta che assume ora semplicemente i contorni della “raccomandazione”: sarà il datore di lavoro, infatti, a decidere se continuare con lo smart working o meno. Viene prolungato invece l’obbligo di mantenere in remoto i dipendenti di età superiore ai 65 anni e coloro che soffrono di malattie croniche.
Allo stesso modo sono state revocate le restrizioni sugli orari di apertura di bar, ristoranti, discoteche e locali notturni, che potranno riprendere a lavorare anche dalle 23 alle 6. I locali dovranno comunque continuare a rispettare le norme di distanziamento sociale e le norme sanitarie.
Si dovrà comunque continuare a usare le mascherine nei negozi e sui mezzi di trasporto pubblico, mentre le università statali porteranno avanti la didattica a distanza almeno fino al 6 febbraio.
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