Un cittadino francese ha lasciato in eredità una parte della propria ricchezza ai gatti che vivono nel museo Ermitage di San Pietroburgo. Lo ha annunciato il 1° dicembre il direttore del museo, Mikhail Piotrovskij, durante un incontro online con i visitatori.
La notizia è emersa dopo che uno degli spettatori ha chiesto come stanno affrontando la crisi del covid i gatti che da oltre un secolo abitano gli scantinati del museo. Piotrovskij ha risposto che stanno bene. “Non smettiamo mai di prenderci cura di loro; anche i nostri visitatori e gli utenti di internet lo fanno - ha detto -. I gatti hanno i loro mecenati: di recente un uomo francese ha lasciato in eredità una piccola somma ai nostri mici; ora siamo in contatto con gli avvocati”.
Così come ha poi fatto sapere l’addetto stampa del museo, non si sa perché l’uomo abbia deciso di lasciare il denaro in eredità proprio ai gatti del museo; come si è scoperto in un secondo momento, si tratta di un comune cittadino francese.
Il palazzo che oggi custodisce la più grande collezione d’arte della Russia è sempre stato abitato da gatti: li aveva introdotti l’imperatrice Elisabetta Petrovna nel 1745, con un decreto che ordinava di portare da Kazan 30 gatti adulti per cacciare i roditori che si nascondevano tra le stanze. I gatti di Kazan, infatti, erano considerati i più feroci dell’Impero russo.
Da quel momento i gatti iniziarono a fare da guardia alle gallerie d’arte e ai seminterrati del palazzo (lunghi quasi 20 km!), tenendo lontani i topi per tutto il periodo dell’invasione napoleonica, della rivoluzione bolscevica e del dominio sovietico!
Se volete saperne di più sui gatti custodi dell’Ermitage, cliccate qui
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