Covid: Trani, primo italiano vaccinato in Russia: "Sto bene, qui molti italiani vogliono farlo"

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Vincenzo Trani, presidente della Camera di commercio italo-russa, è stato il primo italiano a essersi sottoposto al vaccino “Sputnik V” nella Federazione. Come lui, “molti altri italiani hanno manifestato interesse”

“Mi sento assolutamente bene, energico come sempre e in perfetta forma”. A parlare è Vincenzo Trani, banchiere, presidente della Camera di commercio italo-russa, primo italiano a essersi sottoposto alla somministrazione del vaccino russo anti Covid “Sputnik V”. “Sono al lavoro e non ho avuto effetti collaterali - dice Trani, da Mosca -. I medici mi avevano preavvisato possibili mal di testa, stanchezza o febbre”. Niente sintomi, quindi, dopo la prima somministrazione del vaccino, avvenuta il 6 novembre, cui farà seguito una seconda inoculazione nei prossimi giorni.

“Avevo manifestato il mio desiderio di ricevere il vaccino al mio medico personale - racconta Trani -. Dopo alcune settimane di attesa e verifiche mi ha somministrato il vaccino in una clinica abilitata. La somministrazione avviene in due fasi: la prima effettuata lo scorso fine settimana e la seconda e ultima parte nei prossimi giorni”.

Il vaccino “Sputnik V” è stato sviluppato dal centro moscovita Gamaleya e si trova ora nella terza fase di sperimentazione; nei mesi scorsi è iniziata la somministrazione delle prime dosi alla popolazione di Mosca, su base volontaria e gratuita. Da 15 novembre, poi, dovrebbe essere somministrato alle fasce di popolazione più a rischio, prima di passare a una vaccinazione di massa a partire da gennaio-febbraio 2021, come ha detto il direttore del centro Gamaleya, Aleksandr Ginzburg a Gazeta.ru. Con l’inizio del nuovo anno si prevede di produrre 5-6 milioni di dosi al mese. Al momento si stanno vaccinando prevalentemente medici e insegnanti; da gennaio la somministrazione verrà estesa anche ad altre categorie. 

Trani è uno dei primi cittadini stranieri a essersi sottoposto alla somministrazione dello “Sputnik V”; prima di lui, a inizio ottobre, aveva “offerto il braccio” un volontario spagnolo, Carlos Moraga, 45 anni, che vive a Mosca da una decina di anni. E a giudicare dal ritmo galoppante della pandemia, la lista degli stranieri che decidono di sottoporsi al vaccino Made in Russia potrebbe allungarsi. “Sicuramente ci sono altri italiani in Russia che vogliono sottoporsi al vaccino. Molti tra i miei collaboratori hanno già manifestato l’interesse”. 

Dal momento della registrazione - l’11 agosto - il vaccino nella Federazione è stato somministrato a quasi 50.000 persone. 

“Senza entrare nelle polemiche politiche, questo vaccino può aiutare a combattere la pandemia, sono certo che ci sono un sacco di italiani che vivono in Italia che vorrebbero sottoporsi al vaccino - aggiunge Trani -. Non credo che questa pandemia si possa risolvere solo con lockdown, quarantena e isolamento, sono strumenti che abbiamo usato per l’influenza del 1918 e durò due anni. Il vaccino è sicuramente la chiave di volta per uscire da questo periodo di crisi. Credo che chiunque si vaccini, sapendo che il vaccino produce una buona risposta immunitaria con una copertura fino a tre anni, possa affrontare il quotidiano con più tranquillità”.

Secondo gli ultimi dati, in Russia si sono registrati 1,84 milioni di contagi; 31.500 i morti.