Il “terem” russo: il palazzo delle favole che era in realtà una prigione per le donne

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ANNA SOROKINA
In architettura, con il termine “terem” si indicano gli alloggi separati costruiti in passato per le signore dell’élite russa, che potevano uscire solo in rare e selezionatissime occasioni. E così, l’unica via di fuga per loro era il matrimonio o la vita in convento…

La parola “terem” si incontra spesso nelle fiabe russe per indicare un edificio molto simile a un castello, dove vivevano le famiglie più illustri. Il “terem” è solitamente descritto come una grande e lussuosa reggia in legno, alta diversi piani, e caratterizzata da porte e finestre intagliate. Un vero sogno per ogni personaggio delle fiabe! Ma cos’era, nella vita reale, il “terem”?

Cos’era il “terem”

Con il termine “terem”, in realtà, non si indicava l'intero palazzo, ma solo la parte superiore. Nella vita reale, le case erano adornate con sculture in legno, balconi e torrette; nelle fiabe, i “terem” erano rappresentati con grande sfarzo e con tetti dorati. 

Nelle fiabe non si badava a spese nemmeno per gli interni: i pavimenti erano coperti da costosi tappeti, alle pareti venivano appesi lussuosi arazzi, e i soffitti erano decorati da affreschi raffiguranti le stelle, il Sole e la Luna.

Un alloggio o una prigione?

In russo, le parole “terem” e “tyurma” (prigione) hanno una derivazione e un significato comune: indicano entrambe “un edificio residenziale alto e sopraelevato” (secondo il Dizionario Dahl). Nel Medioevo, infatti, gli slavi di origine nobile erano soliti avere alloggi separati per gli uomini e le donne: queste ultime, infatti, venivano continuamente “protette” dal mondo esterno. E questi piani superiori, dove le donne vivevano praticamente in isolamento totale, venivano costruiti appositamente per loro. Le storie delle fanciulle rinchiuse in una torre e salvate da un principe coraggioso non sono spuntate dal nulla...

La vita delle signore delle famiglie dei boiardi non era per niente invidiabile secondo gli standard moderni; una donna, infatti, poteva lasciare la casa di famiglia solo in due circostanze: sposandosi, e andando a vivere nel “terem” del marito, o entrando in un convento. E le ragazze, soprattutto quelle della famiglia dello zar, non di rado sceglievano la seconda opzione. 

Gli uomini e i ragazzi di età superiore ai 12 anni non potevano entrare nel “terem”. Solo i bambini, le ragazze, il padrone di casa o un prete potevano varcare la soglia dell’ala femminile della casa. Le giovani donne potevano “fare una passeggiata” in balcone, guardare fuori dalle loro torri (se ce n'erano) o essere accompagnate a una funzione religiosa... ma con le finestre della carrozza rigorosamente chiuse. Le donne di famiglia nobile dovevano stare in chiesa con il volto coperto.

Passavano quindi gran parte della loro vita a ricamare, a confezionare articoli per i conventi o per il proprio corredo.

Naturalmente le donne non erano per niente contente di questo stile di vita; e gli storici hanno registrato le loro reazioni ai primi allentamenti di queste condizioni.

Per esempio, Natalya Naryshkina (1651-1694), moglie dello zar Aleksej Mikhailovich e madre di Pietro il Grande, era autorizzata ad andare in chiesa in carrozza con i finestrini aperti e a lasciare il “terem” con maggior frequenza. L'isolamento delle donne finì del tutto con Pietro il Grande: fu lui, infatti, ad abolire ufficialmente la segregazione dei sessi, lanciando la moda di costruire case secondo il modello occidentale.

La nuova moda del “terem” 

Non tutti gli antichi “terem” sono sopravvissuti in Russia: la maggior parte di quelli visibili ancora oggi risale a un periodo successivo, tant’è che sono stati costruiti in muratura, e non in legno. Uno di questi è il Palazzo del Terem al Cremlino, eretto nel 1630 per ordine di Mikhail Fyodorovich, il primo zar della dinastia Romanov. Mentre le case dei boiardi si limitavano a due o tre piani, nel caso delle famiglie più agiate arrivavano a cinque piani. Nessuno dei “terem” in legno costruiti per le Tsarevne (le figlie dello zar) sono arrivati intatti fino a noi; ma le fotografie dei loro appartamenti ci danno un’idea di quanto fossero sontuosi gli interni del palazzo. 

Nel parco Kolomenskoe di Mosca si può ammirare una copia moderna del palazzo in legno del XVII secolo di Aleksej Mikhailovich con “terem” e torrette di dimensioni reali.

Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, il “terem” è tornato di moda fra gli stili architettonici, spinto soprattutto da una nuova ondata di popolarità dello “stile russo”.  

Le famiglie benestanti, sia in Russia che in Europa, davano ai propri palazzi in muratura l'aspetto di un “terem” aggiungendo torrette, balconcini e dettagli intagliati.