La Russia cerca di salvare il matrimonio e la famiglia tradizionale. Ma è possibile farlo?

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Con un gran numero di sconti fiscali e sussidi a chi fa figli, il Paese sembrerebbe destinato a diventare la capitale mondiale di nozze e parti. Invece la crescita demografica resta al palo e l’unico numero a crescere è quello dei divorzi

“Ma che fai, ti ci vedi anche stasera? È quasi un anno che uscite! È l’ora di sposarvi. Non ti rendi conto che ti sta usando? Senza timbro sul passaporto [che in Russia si mette dopo le nozze, ndr] lui per te resta un estraneo”. Frasi del genere la software tester ventiquattrenne Ekaterina se le è sentite ripetere a lungo ogni venerdì sera da sua mamma, quando si preparava per andare dal suo ragazzo, il programmatore ventinovenne Evgenij. In Russia, questa visione conservatrice delle relazioni di coppia è ancora molto comune.

Ekaterina ed Evgenij si frequentano ora da tre anni e mezzo. Lei è una bella ragazza semplice, dai capelli castani corti e il sorriso affascinante, lui sembra un supereroe russo, biondissimo e sempre pronto a proteggerla. La futura coppia è stata presentata dai genitori. E i genitori hanno poi insistito continuamente per farli sposare. Per Ekaterina ed Evgenij ormai da due anni abiti da sposa, fedi e Zags [l’ufficio del pubblico registro dove ci si sposa in Russia, ndr] sono l’incubo più ricorrente.

“Dicono che le tradizioni devono essere rispettate, che senza un bel matrimonio, e subito dopo dei bambini, nella vita non si va da nessuna parte. Ma io invece credo che tu non debba sposarti per costrizione, ma quando entrambi i partner si sentono pronti. Che differenza fa per i genitori? La vita non cambierà per un timbro sul passaporto e il matrimonio non dà comunque garanzie di amore eterno”, dice Ekaterina.

Secondo uno studio del 2018 del Levada Center, Ekaterina e Evgenij sono tra il 47% dei russi che ormai preferiscono la convivenza al matrimonio formale. Fino a pochi anni fa un must assoluto.

Lo stesso Stato, attraverso varie iniziative, sottolinea l’importanza del matrimonio, e nel 2020 con la modifica alla Costituzione della Federazione Russa, si è garantita anche nella carta fondamentale la “tutela della famiglia, della maternità, della paternità e dell’infanzia”, nonché “l’istituzione del matrimonio come unione di un uomo e una donna”.

Tutto il meglio per i bambini

Oltre alle parole, lo Stato offre anche denaro ai giovani russi. All’inizio degli anni Duemila, la Russia ha lanciato un programma statale per pagare sussidi per l’acquisto di alloggi da parte delle giovani famiglie. Il programma è valido fino al 2025; possono parteciparvi i coniugi under 35 che hanno un reddito stabile, ma non un proprio alloggio. Lo Stato promette di pagare a tali famiglie dal 30 al 35% del valore di una casa o di un appartamento acquistato con i propri soldi o con un mutuo.

Inoltre, entrambi i coniugi possono ricevere un rimborso fiscale sui redditi derivanti dall’acquisto di immobili e il pagamento degli interessi sul mutuo. Pertanto, è possibile vedersi restituire il 13% dello stipendio (13% è l’aliquota fissa che lo Stato trattiene mensilmente sui redditi da lavoro in Russia). La soglia massima di importo per il quale è possibile richiedere una detrazione fiscale è di 2 milioni di rubli (22.665 euro), cioè gli sposi potranno ottenere 260 mila rubli (quasi 3.000 euro), a testa. Per questo, è solo necessario che lo stipendio sia “in bianco”, ufficiale, insomma.

Le famiglie ricevono poi due sussidi in denaro quando hanno un bambino: per la nascita, lo Stato paga una somma forfettaria (circa 18 mila rubli; 204 euro nel 2020, ma l’importo varia a seconda della regione di residenza) e il cosiddetto capitale di maternità (“materìnskij kapitàl”) o meglio sarebbe dire capitale familiare (visto che può richiederlo anche il padre). Nel 2020, per la nascita del primo figlio, l’importo del “capitale” è di 466.600 rubli (5.287 euro), per il secondo figlio, 616.600 rubli (6.987 euro), per il terzo 450.000 rubli (5.100 euro) per estinguere il mutuo. Il capitale di maternità non può essere ottenuto con “soldi veri”, ma solo investito nell’acquisto di beni immobili o nella futura educazione del bambino.

Inoltre le donne incinte e le madri con bambini fino a tre anni di età hanno diritto a medicinali e latte gratis. Le famiglie a basso reddito possono richiedere i sussidi mensili per l’assistenza all’infanzia per un bambino di età fino ai 7 anni.

Entrando a scuola, le famiglie numerose hanno diritto a un rimborso per l’acquisto della divisa scolastica. La sosta a pagamento in città è gratuita per famiglie numerose, che hanno anche altri vantaggi e sconti. I giovani genitori con figli hanno la priorità quando entrano in un’università rispetto agli altri studenti (se ottengono un voto sufficiente per l’ingresso e presentano i certificati di nascita). Gli stessi bambini in età prescolare, se i loro genitori sono studenti e militari, hanno il diritto di frequentare gratuitamente la scuola materna, e non pagano sui mezzi pubblici cittadini e nei musei.

Burocrazia e rifiuti

Secondo la trentatreenne Nadezhda Nadezhina, della città di Ljubertsy, nella regione di Mosca, madre di tre figli, lo Stato sta facendo di tutto per garantire che le persone si sposino e abbiano più figli, ma le famiglie devono ancora affrontare troppe scartoffie e burocrazia per ricevere ogni tipo di aiuto.

“A causa di piccoli errori formali nei documenti, ci sono stati negati due volte i sussidi per l’assistenza all’infanzia. Ed è un male che il capitale per il terzo figlio possa essere speso solo per il mutuo; noi per esempio non vogliamo prenderlo: sarebbe meglio se fosse possibile utilizzare i fondi anche per lezioni extrascolastiche e libri”, dice la Nadezhina.

Una famiglia viene dimessa dall'ospedale N. 29 di Mosca dopo la nascita del figlio

Anche Julia Uchaeva, di Vladimir (186 km da Mosca), casalinga ventinovenne e madre di tre figli, ha avuto problemi nell’ottenere i sussidi.

“Abbiamo aspettato tre mesi per il capitale di maternità del terzo figlio, poi i documenti ci sono stati restituiti per piccoli errori. Non abbiamo ricevuto il mantenimento dei figli perché abbiamo venduto l’auto e ne abbiamo acquistata una nuova. Lo Stato ha deciso che i soldi della vendita andavano computati nel reddito e non ha pagato nulla”, si lamenta la madre. Ma aggiunge che “lo Stato comunque si sforza di aiutare”.

Una donna col bambino negli uffici del centro per i servizi statali e comunali

Inoltre, l’acquisto di una casa nell’ambito del programma “Molodàja semjà” (“Giovane famiglia”) non è sempre agevole. Molte famiglie scrivono su forum tematici che devono aspettare in coda per il sussidio anni interi (a volte più di dieci anni), e anche dopo, spesso non viene concesso: il più delle volte quando uno dei coniugi compie 36 anni o se la famiglia, incapace di sopportare la lunga attesa, acquista un alloggio da sola.

Le nascite non crescono

Nonostante i benefici e i sussidi, negli ultimi trent’anni in Russia il numero annuo di matrimoni è notevolmente diminuito, mentre il numero dei divorzi, al contrario, è in continua crescita.

Secondo le statistiche Rosstat, l’Agenzia federale russa per le statistiche, dal 1990 al 2019, il numero di matrimoni registrati è diminuito del 26,9%, da 1,3 milioni nel 1990 a 950 mila nel 2019.

Il numero di divorzi nello stesso periodo è aumentato del 10,8%, da 559,9 mila nel 1990 a 620,7 mila nel 2019.

Anche il tasso di natalità è diminuito del 25,2%, da 1,98 milioni di bambini (1990) a 1,48 milioni (2019).

Uno dei motivi principali del deterioramento della situazione demografica in Russia è il calo del tasso di natalità negli anni Novanta del XX secolo, ritiene la sociologa del Levada Center Karina Pipia.

“La generazione nata negli anni Novanta, molto ridotta numericamente rispetto alle precedenti, ha già raggiunto l’età riproduttiva. I suoi membri sono pochi e i migranti che arrivano in Russia non possono compensare le dinamiche negative. Ad esempio, nel 2018, la quota di bambini nati in una coppia in cui almeno un genitore è straniero era solo il 4% di tutte le nascite nel Paese”, spiega Pipia.

Un altro motivo è il fatto che gli uomini moderni hanno paura di assumersi la responsabilità della propria donna e della propria famiglia, e una donna reagisce inconsciamente a tale comportamento degli uomini con il rifiuto o la riluttanza a generare figli, afferma la sociologa e psicologa Elena Suvorova.

“Dopo la Grande Guerra Patriottica, la popolazione maschile era diminuita drasticamente e le donne hanno cresciuto i propri figli, compresi i maschi, da sole. I maschi russi si sono abituati al fatto che la madre, la donna, prenda tutte le decisioni importanti. E hanno iniziato a sollevarsi dalla responsabilità di decisioni fondamentali anche nella famiglia che formano, lasciandole alle loro mogli”, suggerisce Suvorova.

Nel luglio 2020, il garante per i diritti dei bambini della Federazione russa Anna Kuznetsova ha affermato che la ragione del crescente numero di divorzi è l’inizio precoce dell’attività sessuale.

“Oggi, secondo le statistiche, l’inizio dell’attività sessuale per tutti è spostato a una fase iniziale, estremamente precoce. Matrimoni e parto sono invece spostati molto in avanti rispetto al passato. Insomma la preparazione sociale arriva più tardi, al contrario di quella fisica, che arriva prima”, dice la Kuznetsova.

La vita sessuale dei russi inizia all’età di 14-15 anni e l’età media delle nozze e della nascita del primo figlio si è spostata a 29-32 anni. Secondo il garante, il compito principale dello Stato deve essere ridurre al minimo questo scarto.

Il centro di ricerca dell’opinione pubblica VTsIOM individua povertà e tradimenti come le le ragioni principali del divorzio. Ekaterina, 24 anni, di cui abbiamo raccontato la storia all’inizio di questo articolo, suggerisce che il calo del numero dei matrimoni sia dovuto al fatto che il governo in realtà si occupa solo dei numeri, ma non della felicità delle famiglie.

“Lo Stato ha bisogno delle famiglie solo per la procreazione, per motivi demografici; gli altri aspetti del matrimonio gli interessano poco: quanto si guadagna effettivamente, se il marito picchia la moglie [nel 2020, la Russia non ha ancora adottato una legge sulla violenza domestica e il primo caso di pestaggi familiari è punibile solo con una sanzione amministrativa, ndr]. Vogliono numeri, insomma, non famiglie felici”, conclude la ragazza.


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