Cosa spaventava a morte i bambini russi che guardavano la tv negli anni Novanta?

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No, non parliamo di horror o di storie volutamente raccapriccianti, ma di personaggi, loghi e maschere che nelle intenzioni non avrebbero dovuto intimorire nessuno, e che invece hanno “traumatizzato” un’intera generazione di giovani spettatori

Il logo animato della compagnia di produzione televisiva VID

Questo logo animato, che poteva essere visto sul Primo canale (Pervyj kanal) russo dal 1990 al 1997, raffigurava una testa minacciosa che lentamente appariva dall’oscurità, terrorizzando bambini facilmente impressionabili. Ironia della sorte, dopo questa sigla, iniziavano una serie di programmi molto amati, sia informativi che di intrattenimento, ad esempio “Pole chudés” (“Campo dei miracoli”, l”analogo russo del gioco “La ruota della fortuna”). Alcuni telespettatori complottisti erano sicuri che l’immagine animata rappresentasse il volto del presidente russo Boris Eltsin, in una versione inquietante.

In realtà, gli autori di VID non volevano spaventare nessuno. Il fondatore dell’azienda, Vladislav Listjev, insieme a sua moglie Albina Nazimova, che all’epoca lavorava al Museo di Arti Orientali, decise di utilizzare per la sigla animata di “VID” una maschera dell’antico filosofo cinese Guo Xiang con un rospo in testa. La maschera simboleggiava saggezza e prosperità.

Perché spaventava? In primo luogo, a seguito di un lavoro di scontorno non troppo accurato dei grafici della compagnia televisiva, le orecchie della maschera erano state rimosse. In secondo luogo, in quella strana escrescenza sulla testa era difficile riconoscere il rospo. In terzo luogo, aveva un sorriso ambiguo e spaventoso. Era inquietante nell’originale e nella versione televisiva si trasformò in una vera smorfia.

Bisogna sottolineare che il design del logo animato venne modificato più e più volte, in modo che non sembrasse così sinistro. Nelle ultime versioni, era ormai possibile distinguere il rospo sulla testa dell’antico filosofo cinese.

La lepre robot della serie di cartoni animati “Nu, pogodi!”

È difficile trovare una persona, in Russia, che non abbia mai visto questo cartone animato su un lupo e una lepre. In ogni episodio della serie animata “Nu, pogodì!” (“Dai, aspetta!”), il lupo insegue una lepre. Tuttavia, i suoi tentativi di catturarla finiscono sempre in un fallimento.

Ma l’innocuo cartone animato sovietico era in grado davvero di spaventare i suoi piccoli spettatori. Ciò accadde in particolare nell’episodio 14, uscito nel 1984.

In questa puntata, nella casa di un giovane inventore, una molesta lepre robotica inseguiva il lupo, ripetendo compulsivamente “Lepre-lupo. Lepre-lupo. Lepre-lupo”, mentre puntava alternativamente il dito cibernetico su se stessa o sul lupo. Il robot era piuttosto carino in apparenza, ma molto fastidioso. Il lupo, alla fin fine, non riesce a sopportare oltre e colpisce la lepre automa sulla testa, trasformando l’innocuo robot in un terribile mostro squadrato dagli occhi rossi, capace di dare una terribile scossa.

È difficile dire cosa abbiano pensato i creatori del cartone animato introducendo un personaggio del genere, ma certo si sono superati quanto a mezzi espressivi.

La “maschera della rivelazione” della trasmissione “Moja semja

Negli anni Novanta e agli inizi del Duemila, la tv russa trasmetteva il talk show sulle relazioni familiari “Mojà semjà” (“La mia famiglia”). In una delle sue rubriche fisse, una persona, mascherata per garantirne l’anonimato, raccontava una storia particolarmente scabrosa. Ogni volta, dietro alla maschera si nascondeva una persona diversa, ma la maschera non cambiava.

La maschera era piuttosto bella, da carnevale a Venezia. Tuttavia, causava brividi ai giovani spettatori.

Cosa c’era di sinistro in lei? Ad esempio, gli occhi vuoti. E il fatto che aumentava visivamente la testa dell’ospite, e rendeva impossibile determinare se si era di fronte a una femmina o a un maschio. Inoltre, la voce distorta usata per rendere non riconoscile la persona aggiungeva un ulteriore brivido.

L’orso del film “Morozko”

Il film “Morozko” uscì nel 1964, ma questa fiaba per bambini venne poi proiettata praticamente ogni anno durante le vacanze di Capodanno in Russia. La trama raccontava ai giovani spettatori di come una matrigna cattiva costringesse suo marito ad abbandonare sua figlia al gelo nei boschi. Nonostante queste turpi premesse, la fiaba finisce bene e tutti rimangono vivi.

Tuttavia, nel film c’è il personaggio di Ivan, che certo non si fa riconoscere come una persona mite. Per questo gli viene data una lezione dal favoloso Starichok-Borovichok, che trasforma l’insolente in un orso. Beh, non del tutto… ma in parte.

La testa di Ivan diventa un muso d’orso, ma il suo corpo resta umano In seguito, Ivan, ovviamente, si pente e viene fatto tornare normale. Cosa che non si può dire della psiche dei bambini sovietici e russi dopo aver visto questo film!

Il diavolo del cartone animato “Kak kazakì na svadbe guljali

La serie di cartoni animati “Kak kazakì…” (“Come i cosacchi…”) su un trio di cosacchi venne lanciata dallo studio Kievnauchfilm alla fine degli anni Sessanta.

Gli allegri cosacchi nei vari episodi giocano a calcio, viaggiano, e incontrano persino gli alieni. Ma una puntata uscita nel 1984 (“Come i cosacchi hanno fatto festa alle nozze”) spaventava i piccoli spettatori.

Vi apparivano infatti molti diavoli, streghe e altri spiriti maligni. E sebbene la maggior parte di queste creature siano comiche, il “capobanda” spicca tra loro, ed è una enorme creatura con una testa grande come tutto il corpo e con un naso smisurato. Anche le orecchie della creatura si distinguono per le loro dimensioni.

Fortunatamente, alla fine del cartone animato, i coraggiosi cosacchi sconfiggono tutti gli spiriti maligni, incluso questo, e se ne vanno a far festa al matrimonio del loro amico.


Perché gli anni Novanta in Russia sono stati “selvaggi”? 

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