Per la noia, mi sono messo su Tinder a sfogliare le foto delle ragazze, e non me ne piaceva praticamente nessuna. All’improvviso, ho visto la sua foto: occhi castani, capelli ricci e scuri. Mi ha colpito immediatamente, e ho mandato la foto verso destra per dare il like. La simpatia si è rivelata reciproca! C’è stato il match, e per qualche motivo ho pensato immediatamente che lei fosse quella giusta.
La comunicazione è iniziata con un banale “Ciao, come stai?”, e si è conclusa con una discussione sulla quarantena e su tutti i periodi più difficili della vita. C’era chimica tra noi, non può nemmeno essere descritta. Dopo tre giorni in chat, mi sono reso conto che volevo davvero vederla dal vivo e l’ho invitata a uscire.
Il problema era che non c’era un posto dove incontrarsi: tutti i caffè e i centri di intrattenimento erano chiusi, e nevicava, ma lei ha preso l’iniziativa e mi ha invitato a casa sua. È vero, a condizione che osservassi il distanziamento sociale e tutte le precauzioni. Non c’era altro da fare: ho indossato una mascherina chirurgica e i guanti, ho comprato un mazzo di fiori e sono andato.
Come stabilito, lei ha tenuto una distanza di un metro e mezzo. E come due scemi, ce ne siamo stati seduti alle estremità diverse di una piccola cucina, sollevandoci le mascherine, bevendo caffè e parlando di tutto. Inoltre, non mi importava più niente della pandemia, mi sentivo a mio agio, come se tutti i problemi fossero passati in secondo piano.
In una settimana ci siamo visti cinque volte, e ognuna abbiamo chiacchierato tutto il giorno, guardato film, giocato a giochi da tavolo, e con lei non mi annoiavo mai. Una settimana dopo, non riuscivo a sopportare che le cose andassero avanti così e lo ho chiesto se voleva mettersi con me. Lei ha accettato con gioia.
Ora ci studiamo ancora un po’, ma spero davvero che tutto vada bene.
Alla fine di marzo, abbiamo festeggiato il compleanno di un amico. Nella compagnia regnava la felicità, anche per l’emozione di violare il regime di auto-isolamento. Allora, ovviamente, nessuno sapeva come si sarebbero sviluppati ulteriormente gli eventi e non si aveva paura di organizzare festicciole a casa.
L’ho conosciuto proprio quella sera: intelligente, bello, tutto come si deve, e subito si è interessato a me. Alla festa scoccò la scintilla, ci scambiammo numeri e presto abbiamo iniziato a comunicare su Zoom e su tutte le app di messaggistica possibili e immaginabili. Dopo circa una settimana di tale comunicazione, abbiamo deciso di vederci.
I parchi a quel punto ormai erano già chiusi, e quindi è venuto nella mia zona solo per una passeggiata per strada. Ancora non era necessario indossare mascherine e guanti, tuttavia i poliziotti che abbiamo incontrato ci hanno fissati tutti insistentemente, e avrebbero avuto tutto il diritto di chiederci i documenti, ma, fortunatamente, non lo hanno fatto.
Dopo la passeggiata, abbiamo deciso di andare a casa mia, perché entrambi avevano fame. Abbiamo ordinato hamburger con una app di delivery.
Ora andiamo ospiti l’uno dell’altra, entrambi siamo buoni lettori e quindi discutiamo molto di letteratura: si è rivelato essere un giovane molto colto e intelligente. Di recente abbiamo discusso di Erich Fromm.
In generale, non è stato l’anno più semplice della mia vita: il divorzio, un cambio di lavoro, un trasloco… Pertanto, quando è arrivato il momento del lockdown, di tanto in tanto, un po’ per scherzo, mi chiedevo: “Ma come si fa a trovare un marito durante l’auto-isolamento?”
Tuttavia, si è scoperto che esiste una vita anche in quarantena e che i miracoli, secondo una nota citazione, vanno fatti con le proprie mani.
Nessuno sa cosa ci aspetta dietro l’angolo. E gli uffici del registro matrimoniale funzionano in modo irregolare ed è difficile ordinare delle fedi ora. Vedremo come si svilupperanno gli eventi e cosa accadrà entro la fine dell’estate. Anche se ora sarebbe possibile sposarsi tranquillamente: nessuno se ne accorgerebbe e allo stesso tempo si potrebbe risparmiare sugli ospiti e sull’anello di fidanzamento. Anche perché sotto i guanti, tanto non si riesce a vederlo.
Mi ha scritto lui per primo. Mi ha trovata come amica di un suo amico sui social; insomma la tipica conoscenza nata online. Di solito non mi piace iniziare relazioni via Internet, soprattutto da quando ho un figlio, e tutta l’attenzione è rivolta a lui. Ma ero così annoiata, probabilmente a causa della pandemia, e ho deciso di rispondere. Una parola tira l’altra, e abbiamo parlato per ore, di tutto e di niente.
Mi ha attratto la sua modestia, il carattere allegro e il fatto che si vedeva che era colto. Ho subito sentito che era un’anima gemella. E non mi capita spesso.
Le nostre conversazioni online sono durate due o tre settimane, dopo di che mi ha invitata a uscire Invece del solito cinema o ristorante (che ovviamente erano chiusi per il lockdown), abbiamo deciso di fare un picnic nella foresta vicino a casa. La neve non si era ancora sciolta, quindi abbiamo disposto il cibo su una grande pietra liscia. Non abbiamo osservato nessuna misura di distanziamento… ci siamo solo passati l’antisettico sulle mani prima di iniziare a mangiare.
Era una giornata di sole, e abbiamo parlato, finalmente faccia a faccia, per circa quattro ore: di chi volevamo diventare nell’infanzia, della famiglia, della vita… Poi ci siamo resi conto che non volevamo separarci più e dopo un paio di giorni abbiamo iniziato a vivere insieme. Stranamente, mio figlio ha reagito bene, e anche il mio nuovo ragazzo non ha avuto nulla contro il bambino.
Adesso conviviamo da un mese. Non si sa cosa accadrà dopo, ma finora stiamo guardando nella stessa direzione e ci capiamo alla perfezione. Questo non significa che tutto sia ideale: ci sono incomprensioni e piccoli litigi, ma impariamo ad accettarci a vicenda con tutti i nostri difetti. Speriamo che questa relazione duri più a lungo della pandemia e che il nostro rapporto si rafforzi.
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