Come agisce la Chiesa ortodossa russa per il contenimento del Covid-19?

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VIKTORIA RJABIKOVA
Ci sono state polemiche per delle processioni organizzate “contro l’epidemia” a cui hanno preso parte molte persone, ma la posizione ufficiale del Patriarcato di Mosca è ben più responsabile, e sono state introdotte stringenti norme igieniche nei luoghi sacri, così come in quelli delle altre confessioni

A metà marzo, quando in Russia si registravano già oltre 50 casi di coronavirus (al 19 dello stesso mese erano ormai saliti a 199, con una prima vittima), decine di persone si affollarono all’interno di una piccola chiesa di legno nella parte nord di Mosca, dove, dalla regione di Brjansk, era stata portata la miracolosa icona della Madre di Dio della “Commozione” (“Umilenie”) di Lokot. Uomini e donne rimasero pressati l’uno all’altro, in fila per ore per baciare l’icona.

In quell’occasione l’assistente del vescovo della diocesi di Zheleznogorsk della metropoli di Kursk, Jurij Shishkov, ha assicurato che l’icona aiuta in caso di tumore e di infertilità. E una delle parrocchiane, Ljudmila, ha affermato con fiducia, parlando ai media:

“Il coronavirus non si trasmetterà certo con i baci a una immagine sacra. In generale, penso che sia impossibile infettarsi in chiesa, e ancora di più con una simile icona!”.

Due giorni dopo, il 16 marzo, il sindaco di Mosca ha emesso un decreto che vieta gli eventi di massa con la partecipazione di oltre 50 persone. Misure simili sono state introdotte a San Pietroburgo. Il numero di casi in Russia ha continuato a salire. In che modo le nuove circostanze hanno influenzato la Chiesa ortodossa russa e cosa è cambiato nelle messe in Russia?

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Reliquie e disinfezione

Il 10 marzo, una piccola reliquia di San Giovanni Battista è stata esposta nella Cattedrale di Kazan a San Pietroburgo. Nel corso di sette giorni, 70 mila persone sono accorse a venerarla. All’ingresso della grande chiesa c’erano antisettici e disinfettanti e un volontario puliva periodicamente la superficie dello scrigno con l’oggetto sacro. Nessuno si è trattenuto dal baciare la teca, ma alcune persone l’hanno baciata senza togliersi la mascherina.

Queste novità nell’ostensione delle reliquie sono apparse grazie alle nuove regole varate della Chiesa ortodossa russa per i servizi di culto, approvate dal Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill (Cirillo I).

Il documento suggerisce le seguenti linee guida:

Inoltre, i parrocchiani non possono baciare la mano del sacerdote e non possono baciare il crocifisso e la coppa usata durante la comunione.

Il clero stesso deve disinfettarsi le mani ogni due ore, ventilare periodicamente le chiese e misurarsi la temperatura corporea prima di ogni inizio della giornata lavorativa.

Infine, i sacerdoti dovrebbero “spiegare alla congregazione dei fedeli che l’adempimento di queste misure e delle restrizioni imposte devono essere intesi come rispetto delle parole delle Sacre Scritture: ‘Non tentare il Signore tuo Dio’”.

Non solo la Chiesa ortodossa russa

Anche l’arcivescovo cattolico romano Paolo Pezzi dell’Arcidiocesi della Madre di Dio di Mosca ha pubblicato raccomandazioni per i sacerdoti sulla prevenzione del coronavirus.

Vi si afferma che alle chiese debbano essere fornite di disinfettanti e, che, quando si celebra la Messa, i sacerdoti debbano “interrompere la comunione e avere cura di lavare le mani con un disinfettante se le dita toccano le labbra di una persona durante la distribuzione delle ostie”. I vescovi devono ricordare le norme igieniche e i sacerdoti far presente che è possibile prendere parte al sacramento della Comunione anche fuori dalla Messa. Le raccomandazioni saranno valide fino al 3 aprile 2020.

I monaci dei monasteri buddisti in Russia includeranno preghiere per la protezione contro il coronavirus, e nei templi verrà effettuata una pulizia con liquidi disinfettanti. Inoltre, nei templi ci saranno spesso fumigazioni con composti antisettici.

L’Amministrazione spirituale dei Musulmani della Russia, a sua volta, ha raccomandato di abolire le preghiere collettive cinque volte al giorno e quelle collettive del venerdì, nonché di organizzare una lettura individuale delle preghiere da parte dell’imam di turno.

Contro le regole, in nome della fede

Nonostante le nuove istruzioni, alcuni credenti preferiscono combattere il coronavirus con i propri metodi. Il 18 marzo, un politico, il capo del distretto di Kirov nella Regione di Leningrado, Andrej Gardashnikov, “non si è più potuto trattenere”, secondo le sue stesse parole, e ha organizzato una grande processione. Ne ha parlato su Instagram

Poche ore dopo, i commenti sul post sull’annuncio della Processione religiosa sono stati chiusi, e il giorno successivo Gardashnikov ha spiegato perché aveva ritenuto necessario l’evento.

“La processione non è solo una forma di preghiera comunitaria, ma anche una potente cura spirituale, a cui i nostri pii antenati ricorrevano sia per le festività che durante epidemie e pestilenze. La processione consacra l’area attraverso cui passa, l’aria stessa e, naturalmente, le persone che vi partecipano. Perché dov’è Cristo, là non può esserci impurità”, ha scritto.

La tradizionale processione religiosa pasquale si svolgerà anche a Volgograd. Teodoro, il metropolita di Volgograd e Kamyshinsk, crede nella necessità di processioni religiose durante la pandemia di coronavirus.

“Conosciamo molti esempi in cui tali malattie infettive si sono fermate grazie a una processione con in testa l’icona della Madre di Dio. Pertanto, la processione dovrebbe essere considerata non solo come una folla di persone riunita in un unico posto, ma come una purificazione”, ha detto il metropolita.

Processioni quotidiane si terranno anche nel centro di Mosca. Lo ha annunciato su Instagram il priore del monastero Vysoko-Petrovskij della capitale, l’igumeno Petr (Eremeev).

Ma il protodiacono della Chiesa ortodossa russa, Andrej Kuraev ha invitato i fedeli russi a rifiutarsi di partecipare alle processioni religiose.

“In diverse altre zone, tali eventi sono già stati cancellati, poiché esiste una certa pericolosità legata a tali incontri di persone. […] E se si svolge la processione, e le immagini vanno in tv o sui giornali, molti chiederanno: ‘Perché state mettendo le persone a rischio?’ È meglio evitare tali eventi, ed è meglio dare l’esempio con la preghiera individuale”, ha detto Kuraev.


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