Perché alcuni russi ortodossi si stanno convertendo ad altre religioni?

Yaroslav Neelov, Mikhail Voskresenskij, Ilya Pitalev/Sputnik; Pixabay
Spesso si tratta di insofferenza per la tradizione e le pressioni della famiglia o per l’atteggiamento dogmatico del clero. Altre volte alla base del cambiamento di culto ci sono questioni d’amore

Un giorno del gennaio 2017, il web designer trentottenne Evgenij, come da abitudine, andò alla messa domenicale in una chiesa ortodossa. Attraversando meccanicamente l’ingresso, entrò nell’edificio sacro, facendosi largo tra una folla di donne anziane e scontrose.

“Cantavano qualcosa in slavo ecclesiastico antico, borbottavano, mi spingevano. Poi mi dissero di comprare una candela: ma dove andare, cosa fare e dove inserirla non era chiaro”. È così che Evgenij ricorda una delle sue ultime esperienze in una chiesa ortodossa. “Poi il sacerdote iniziò a parlare apertamente di chi votare alle elezioni presidenziali”.

Celebrazione religiosa nella chiesa dell'Arcangelo Michele

A quanto racconta Evgenij, in quel momento fu come se lo avessero “toccato con una lama rovente”. Era in mezzo alla folla e non capiva che cosa ci stesse a fare in chiesa. Allora decise risolutamente di lasciare per sempre la Chiesa ortodossa.

Secondo un sondaggio del Centro di studio russo sull’opinione pubblica (VTsIOM) realizzato nel 2019, il 63% dei credenti in Russia professano l’Ortodossia, il restante 37% dei credenti professano una delle altre religioni e fedi (il sondaggio non computava gli atei). Ma su quante siano le persone in Russia che hanno abbandonato l’Ortodossia a favore di altre religioni, le statistiche tacciono.

Coercizione e rassegnazione

Il 66% dei cristiani ortodossi ha subito un rito battesimale durante l’infanzia per decisione dei genitori, riferisce VTsIOM.

Evgenij non ha fatto eccezione, e, dopo il battesimo, per tutta l’infanzia andò a messa con i suoi genitori. Quando aveva circa 25 anni, sua sorella morì (non ci dice la causa della morte), e lui un anno dopo divorziò dalla sua prima moglie. A quel punto iniziò a porsi domande relative alla fede.

“Ho iniziato ad andare nei monasteri e nelle chiese. Mi interessavo a tutti gli aspetti: perché bisogna pregare, che significato ha la messa, cosa dà? Perché il prete ci dice di essere umili e di digiunare, mentre lui è vestito bello elegante? Le risposte erano sempre le stesse e insoddisfacenti: “Vai a pregare”; “Leggi la Bibbia”. L’Ortodossia stessa ha iniziato a cacciarmi via con le sue azioni e il suo atteggiamento”, sostiene Evgenij.

Celebrazioni nella chiesa cattolica di Novosibirsk

Questo atteggiamento può essere dovuto al fatto che i sacerdoti nelle parrocchie sono molto occupati. Lo ha affermato anche il metropolita Ilarion, vescovo del vicariato di Volokolamsk e presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, nel corso del programma “Tserkov i mir” (“Chiesa e mondo”) sul canale televisivo “Rossija-24”. Secondo lui, gli impegni non lasciano loro il tempo nemmeno per occuparsi della famiglia (i sacerdoti ortodossi sono sposati, ndr).

Con il metropolita è d’accordo anche lo ieromonaco (un religioso ortodosso che ha in sé sia i titoli ecclesiastici di monaco che quelli di prete) Aleksandr Mitrofanov.

“Anche sui sacerdoti possono influire affaticamento, stress, esaurimento, mancanza di tempo o semplicemente mancanza di talento”, spiega Mitrofanov. “E a volte le persone vogliono solo incolpare qualcuno. Dicono: ‘non mi amavano abbastanza’, e così giustificano il fatto di essere passati a qualche setta.”

Il passaggio di Evgenij dall’Ortodossia al cattolicesimo avvenne quando lui, la sua seconda moglie e due figli si trasferirono in un nuovo appartamento, che si trovava vicino a una chiesa cattolica.

Celebrazioni nel giorno di Santa Lucia nella chiesa cattolica svedese di Santa Caterina

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“Mia moglie e io siamo entrati in chiesa e siamo andati alla messa. Sono rimasto sorpreso da quanti giovani ci fossero. E tutti capiscono per cosa stanno pregando, perché non si prega in una lingua antica e ormai sconosciuta; e nessuno ti guarda storto. Quell’impulso emotivo, quella sensazione di unione con la comunità che abbiamo provato, non lo dimenticherò mai. Quindi mi sono avvicinato al prete e lui mi ha chiesto se non era da me stesso che stavo scappando. Sono rimasto colpito”, afferma Evgenij con entusiasmo.

Successivamente, lui e sua moglie hanno preso parte a una lezione sulla storia della formazione della Chiesa cattolica ed è stato poi dato loro del tempo, in modo che la coppia potesse essere convinta al cento per cento di stare facendo la scelta giusta. Un mese dopo, Evgenij e sua moglie sono diventati ufficialmente cattolici.

Secondo Evgenij, la cosa che attrae in primo luogo del cattolicesimo è l’apertura e il fatto che i sacerdoti siano pronti a rispondere alle domande: “A volte ci dobbiamo ancora abituare al nuovo calendario di feste, ma ad ogni messa ci dicono che festa è oggi, cosa significa, perché è importante. Non vogliamo mai tornare all’Ortodossia. È stato un passo chiaro, deliberato”, conclude.

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Le catene spezzate

Jurij Vashurin, un insegnante di cinese e di inglese venticinquenne di Cheljabinsk (1.780 chilometri a est di Mosca), ha lasciato l’Ortodossia per il buddismo all’età di 19 anni. La mamma lo aveva battezzato quando aveva tre anni, e dai dieci ai quindici anni aveva persino fatto il chierichetto in una chiesa della sua città. Amici quasi non ne aveva, neanche a scuola: Jurij era troppo timido e chiuso di carattere.

“Mi portavano continuamente in chiesa, dovevo confessarmi e fare la comunione,  pregavo la mattina e sera, rispettavo il digiuno, ecc. Dato che il pensiero critico dei bambini è spesso praticamente assente, percepivo tutto ciò come qualcosa di necessario”, afferma Jurij.

Monastero buddista sul monte Kachkanar nella regione di Sverdlovsk

“Ma da adolescente mi ha iniziato a infastidire l’autoritarismo della Chiesa ortodossa. Dovevo osservare i riti solo perché lo dicevano i sacerdoti e perché ‘così vuole il Signore’. Inoltre, ho iniziato a riflettere sull’adeguatezza di molti rituali e precetti, e più ci pensavo più mi sembravano solo degli inutili orpelli”, dice Vashurin.

I genitori di Jurij alla fine iniziarono a essere coinvolti in sette vicine all’ortodossia, ma fuori dalla Chiesa ufficiale.

Inaugurazione della più grande statua di Buddha in Europa, Calmucchia

“Continuavano ad aspettare la venuta dell’Anticristo, credevano nelle cospirazioni massoniche. Per non iniziare a credere in tutto ciò anche io, mi sono iscritto alla Facoltà di Studi orientali e ho iniziato a studiare la lingua e la cultura cinese. Grazie a ciò, mi sono interessato all’Asia orientale e lì il buddismo ha sempre avuto un ruolo di primo piano”, spiega.

Jurij dice di essere stato attratto dal fatto che il buddismo fosse “meno pressante” e meno attaccato ai testi sacri. Non c’erano templi buddisti nella sua città natale, quindi iniziò autonomamente a studiare i libri sacri buddisti e a praticare la meditazione.

“Mi è davvero piaciuto il fatto che non hai bisogno di credere ciecamente a tutto ciò che il Buddha ha detto, ma devi prima verificare se ti sta bene. Non avevo mai visto niente di simile prima”, dice Jurij. “I miei genitori, per fortuna, avevano già smesso di essere dei fanatici attratti dalle sette. Solo i sacerdoti locali mi consideravano un ribelle, ma io sentivo ormai che le catene si erano spezzate. Mi sono reso conto di aver iniziato a vivere senza spiacevoli pressioni e sono diventato più aperto al mondo. In generale, sono diventato una persona normale.”

Religione per (o contro) le donne

Presto Daria Khmeleva, una esile studentessa di direzione corale al college musicale, compirà 18 anni.

Sui social network non la vedrete ritratta in feste scatenate come tante sue coetanee, e in effetti non la vedrete affatto: è sempre fotografata solo coperta dai veli islamici. Insieme a lei nella foto appare un giovane, presumibilmente anche lui musulmano. Sul profilo del popolare social network russo VK.сom lui ha scritto che “la gelosia è la qualità dei giusti”. E poi ci sono vari repost di community musulmane e un’immagine con la frase “Correggi te stesso”. La ragazza si è convertita dall’Ortodossia all’Islam lo scorso anno contro la volontà dei suoi genitori.

Musulmani nel giorno della festa Eid al-Adha nella moschea di Mosca

“Mi hanno battezzata quando avevo circa 5 anni, ed ero molto felice. Portavo una croce al collo, ma presto si spezzò a metà. Probabilmente era un segno”, afferma Khmeleva.

I suoi genitori criticavano sempre i musulmani per le regole troppo rigide e Daria credeva a mamma e papà. Ma quando ha compiuto 14 anni, ha deciso di verificare se i suoi genitori avessero ragione. Daria, unica in tutta la classe, ha deciso di preparare una tesina sull’Islam: voleva studiare più da vicino quella religione che era così “sbagliata”, secondo i suoi genitori.

“Conservo ancora questa tesina. La prima cosa che mi ha colpita e attratta è stata che la donna nell’Islam non è schiava e sottomessa, come molti di solito pensano, ma un tesoro che il marito difende”, ricorda Daria.

Il suo percorso di conversione all’Islam è durato tre anni. “In primo luogo, ho stretto amicizie con vari musulmani sui social network. Ho imparato a fare il namaz [salāt: la preghiera musulmana, ndr], ho cercato sorelle che mi aiutassero”, dice la ragazza.

Presto iniziò ad andare in moschea e divenne musulmana. Se sia stato il suo ragazzo a spingerla a convertirsi all’Islam, Daria non vuole dirlo. Anche di come hanno reagito alla sua scelta i genitori e la sorella, Daria preferisce non parlare. Dice solo che il processo della sua conversione è stato molto difficile per tutta la famiglia e che, secondo lei, i genitori non volevano capire la sua posizione. Ha anche detto che nei primi mesi dubitava di aver fatto la scelta giusta.

“Ma tutti i dubbi scompaiono rapidamente quando leggo il Corano”, dice.

Una donna sceglie un hijab in un centro commerciale di Mosca

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Non tutte le donne si convertono dall’Ortodossia all’Islam a causa dell’amore per un uomo musulmano, afferma Amina (il suo nome prima dell’adozione dell’Islam era Alena), un’ecologa di 29 anni. Si è convertita all’Islam due anni fa dopo diversi anni di studio della religione.

“La religione stessa è molto semplice e comprensibile, non ci sono punti confusi. È nell’Ortodossia che Dio è un padre, un figlio, uno spirito, e tutto questo in tre forme, e nulla può essere compreso e spiegato. Nell’Islam, prima di tutto, si esalta un buon atteggiamento nei confronti dei genitori e delle donne, questo è semplice e importante”.

A quanto racconta, dopo aver pronunciato la Shahādah (la testimonianza di fede in Allah e nel profeta Maometto con la quale ci si converte), nella moschea regnava un’atmosfera amichevole di armonia e gioia. La ragazza continua a studiare e ha recentemente completato un corso di formazione come difettologa (la difettologia è una scienza diffusa soprattutto in Russia, il cui padre è lo psicologo sovietico Lev Vygotskij), e per ora lavora nel campo per cui ha studiato, ma spera presto di sposarsi. Amina afferma che i suoi genitori hanno accettato il suo cambio di religione “con diffidenza”, ma in seguito si sono dati pace.

“Quello che conta è che una persona vada coscientemente verso Dio. Come lo raggiunge, non è importante”, afferma Amina.

Non è una questione di religione

Secondo lo ieromonaco Aleksandr Mitrofanov, i russi raramente lasciano l’ortodossia per altre religioni.

Sacerdoti durante una Liturgia nella Chiesa di Cristo Salvatore

“Personalmente, ne conosco solo due. Uno è andato in una comunità di Vecchi credenti, l’altro prima nei Vecchi credenti e poi si è convertito all’Islam. Ma in quei casi, secondo me, ciò è semplicemente collegato alla generale irrequietezza di quelle persone specifiche”, afferma il religioso.

Lo ieromonaco sostiene che nella Russia attuale la situazione è piuttosto all’opposto, e molte più persone si convertono all’Ortodossia da altre religioni o sette di quante non ne escano.

“Sì, a volte capita che una persona, senza capire, senza riconoscere l’Ortodossia, la lasci. Ma di solito se una persona conosce l’ortodossia, e la comprende fino in fondo, allora questo amore dura per tutta la vita”, conclude Mitrofanov.


Le risposte alle domande sull’Ortodossia che vi saranno sorte spontanee viaggiando in Russia 

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