Coronavirus, fra timori e fake news: così la Russia vive la paura del contagio

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VIKTORIA RJABIKOVA
Fino ad ora in Russia non si sono registrati casi, ma secondo il Centro nazionale di ricerca medica del Ministero della Salute il rischio di un possibile contagio resta alto. In netto aumento le vendite di mascherine e medicinali; e c’è chi cavalca la paura del virus per farsi pubblicità...

Il coronavirus continua a fare vittime. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’epidemia del virus cinese partita dalla città di Wuham avrebbe causato fino ad ora 132 morti e 6.057 contagi, di cui 5.970 in Cina. 

Fino ad ora in Russia non si sono registrati casi di infezione, ma, secondo il Centro nazionale di ricerca medica del Ministero della Salute, il rischio di contagio nella Federazione resta alto, anche se la probabilità del diffondersi di un’epidemia è comunque contenuta. Così come scrive il giornale RBK, facendo riferimento al rapporto del Centro, il virus potrebbe arrivare in Russia già nel febbraio 2020. 

E le aziende farmaceutiche e le farmacie del paese hanno già iniziato a trarne vantaggio: dalla metà di gennaio, le catene russe di farmacie “Doktor Stoletov”, “Ozerki” e “36,6” hanno registrato un netto aumento delle vendite di farmaci anti-virali: una crescita che, secondo Kommersant, oscilla tra il 50% e l’80%.

Ma in che modo le case farmaceutiche traggono profitto dal panico che si sta generando fra i russi, e chi altro beneficia di questa epidemia?

Farmaci contro il coronavirus

Secondo il giornale RBK, il 26 e 27 gennaio l’azienda farmaceutica russa Otisifarm avrebbe pubblicizzato sulle stazioni radio “Avtoradio” e “Radio 7 na semi kholmakh” un farmaco antivirale, chiamato Arbidol, presentandolo come un rimedio contro il coronavirus. In realtà si tratta di un semplice medicinale usato per curare l'influenza comune e alcune infezioni alle vie respiratorie, non riconosciuto dalla FDA (Food and Drug Administration, l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) per il trattamento o la prevenzione dell'influenza.

La pubblicità dell'Arbidol è finita infatti al centro di numerose critiche e non sono mancate le lamentele al Servizio federale anti-monopolio, che ha avviato delle verifiche.

Il giornale onlineOtkrytye media (stampa aperta) ha fatto notare che, digitando nella barra di ricerca di Google “come curare il coronavirus”, appare pure la pubblicità di un altro farmaco, anch’esso utilizzato per curare le infezioni alle vie respiratorie. 

Il boom delle mascherine 

In notevole aumento anche le vendite delle mascherine: la catena di farmacie “Rigla” ha registrato una crescita di otto volte superiore alla media; lo riporta il giornale Kommersant, facendo riferimento al direttore generale della catena, Aleksandr Filippov. 

Tra il 25 e il 26 gennaio, la richiesta di mascherine nelle farmacie “36,6” è aumentata di 13 volte rispetto al week-end precedente.

Moltissime anche le vendite online: “Le vendite delle mascherine hanno iniziato a crescere il 20 gennaio, e in una sola settimana sono aumentate di 6 volte rispetto alla media stagionale”, ha detto a Russia Beyond l’ufficio stampa del celebre negozio online Ozon. L’azienda ha precisato che si è registrato un aumento del 30% anche per quanto riguarda i disinfettanti per le mani.

Tra il 20 e il 29 gennaio, lo shop online Wildberries ha registrato un aumento delle richieste di mascherine pari a 5 volte rispetto al mese precedente, riporta Kommersant.

La paura del virus per farsi pubblicità

E mentre cresce la paura del contagio, in Russia si registrano anche casi di gente senza scrupoli che sfrutta il panico causato dal coronavirus per ottenere visibilità. Nella città di Magnitogorsk (1.700 km da Mosca), un gruppo di blogger ha organizzato una scenetta di pessimo gusto: in una via affollata del centro, un uomo si è lasciato cadere a terra dopo un forte colpo di tosse, fingendo di essere morto. Un minuto dopo, la presunta vittima del virus è stata portata via da un gruppo di uomini con tute e mascherine protettive. Per un po’ si è scatenato il panico: la scena è stata infatti ripresa e pubblicata sul social network russo vk.com. Solo qualche ora dopo ci si è resi conto che si trattava di una fake news. Il video è stato caricato su Instagram anche da un altro blogger locale, che si fa chiamare Dani. 

Infine, il canale televisivo Moskva 24 ha riportato un altro caso, questa volta avvenuto a Mosca: un uomo si è presentato in metro indossando una tuta protettiva e reggendo in mano un cartello con la scritta “Coronavirus, vai a cag***”, seguita dall’invito a registrarsi al suo canale Telegram.