Gli uomini della metro di Mosca: ecco chi sono le persone al comando dei treni della sotterranea

Mikhail Pochuev
Un ex ufficiale etiope, un linguista dell’Univesità di Mosca… sono le storie di vita dei professionisti che ogni giorno accompagnano migliaia di pendolari al lavoro

Worku Bedasso: “Non voglio separarmi dalla metropolitana” 

Worku, un uomo alto e sorridente, è ormai una figura leggendaria nella metropolitana di Mosca. Quando gli si chiede come è finito a lavorare nella sotterranea più famosa e bella del mondo, risponde con schiettezza: “Ho appena iniziato!”. 

Durante il periodo sovietico il giovane tenente della Marina Etiope si era recato a Mosca per un programma di scambio; nel frattempo nella sua terra natia scoppiò una guerra e Worku rimase in Urss, che qualche settimana dopo sarebbe arrivata al collasso. 

A Mosca gli fu concesso lo status di rifugiato e gli fu rilasciato un permesso di lavoro. Fu la sua fidanzata russa Olga a suggerirgli di candidarsi come macchinista della metropolitana, visto che se la cavava bene con le macchine. 

Dopo sei mesi di formazione, l'ex ufficiale divenne quindi assistente di guida nella metropolitana.

"La prima volta mi sentivo strano e quasi spaventato - ricorda Worku -. Ma una formazione militare aiuta: un macchinista della metro deve saper sopportare lo stress, deve avere disciplina e voglia di lavorare sodo”. 

Worku si iscrisse quindi all'Istituto Ferroviario (MIIT) per ottenere una laurea in ingegneria. Ma dovette abbandonare gli studi perché non riuscì a conciliarli con i turni di lavoro. 

Nel 2010 si sposò con Olga e ottenne il passaporto russo. Oggi Worku si dice soddisfatto (e fortunato) della sua vita in Russia: in tutti questi anni non ha mai avuto imprevisti né incidenti sul lavoro, e aggiunge: “È divertente guidare un treno e guadagnare bene”. 

Oggi ha 62 anni e pensa alla pensione. "Quando sei giovane, non senti il carico di lavoro, ma alla mia età diventa più difficile". Eppure confessa: “Non voglio separarmi dalla metropolitana”. 

Anton Khlynin: "Amo i treni fin da quando ero bambino" 

Anton ha studiato lingua e letteratura russa all'Università Statale di Mosca e ha seguito un dottorato per un anno e mezzo. Ma a un certo punto si è reso conto che era giunto il momento di fermarsi con gli studi. 

Anton è un uomo dall’aspetto serio, se non fosse per quella codina di capelli che gli spunta dalla nuca appena si gira. 

“All’università ho seguito un argomento di ricerca molto interessante - spiega -, ovvero la percezione del lavoro di Dostoevskij nei paesi scandinavi. È un autore molto apprezzato in quei luoghi. E mi ero appassionato molto a questo tema… se non fosse che durante la stesura della mia tesi mi accorsi che l’argomento era già stato trattato da un altro dottorando. Fu una delusione totale”. 

E anche se il fascino per la letteratura non è scomparso, ormai Anton ammette che il mondo accademico non fa più per lui. Oggi però scrive articoli dedicati alle ferrovie. 

Nel 2007 ha deciso di realizzare il suo sogno d'infanzia e di andare a lavorare come macchinista. "Sono un fan delle ferrovie fin da quando avevo cinque anni. Il mio primo ricordo è di aver visto una locomotiva sui binari". 

Anton oggi ha 40 anni e si è recentemente qualificato come macchinista di categoria 2, arrivando fra i primi tre classificati in una competizione professionale. A differenza del suo collega Worku, Anton durante la sua carriera si è ritrovato ad affrontare diverse situazioni di emergenza. 

“Una volta un passeggero è caduto sui binari nella stazione Park Pobedy ma sono riuscito a fermare il treno in tempo”, racconta. 

Alla domanda se la conoscenza della letteratura lo aiuta nel suo lavoro, Anton risponde con filosofia: "Il mio livello di istruzione mi aiuta nella vita. E il lavoro fa parte della vita". 

Vadim Kalugin: “Nelle ore di punta ho la responsabilità di portare a destinazione 2.000 persone” 

Osservando questo signore, quasi si stenta a credere che sia uno dei macchinisti più anziani della metro di Mosca. Un vero veterano del lavoro! Vadim ha solo 55 anni e ha passato la maggior parte della sua vita sottoterra. Ora è un autista di categoria 1. Ha iniziato a lavorare qui subito dopo il servizio militare, su consiglio della suocera. 

"Lei stessa aveva lavorato nell'industria aeronautica e sapeva cosa significava avere lavoro di responsabilità. E poi le piaceva l'uniforme che avevano gli autisti della metropolitana - ricorda Vadim. - A proposito, a volte ci chiamano ‘piloti sotterranei’. Con l’unica differenza che un pilota d’aereo trasporta 300 persone, mentre noi nelle ore di punta abbiamo la responsabilità di portare a destinazione più di 2.000 persone. Il nostro lavoro è un lavoro di grande responsabilità".

Secondo Vadim, la metropolitana di Mosca non è solo la più bella, ma è anche la più affidabile, proprio come vi abbiamo raccontato in questo pezzo. "Anche negli anni Novanta, durante la crisi economica, quando molte persone non ricevevano lo stipendio, gli autisti della metropolitana erano sempre pagati puntualmente e i treni viaggiavano in orario. D’altronde, se la metropolitana si ferma, tutta Mosca si ferma".

Vadim dice che la cosa più importante nel suo lavoro è quella di seguire rigorosamente le istruzioni. "In metropolitana, tutto accade alla velocità di luce! Il conducente non ha il diritto di sbagliare. Nei miei 34 anni di lavoro, non ho mai avuto un solo rimprovero", racconta, aggiungendo che l'anno prossimo andrà in pensione.

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