Il mese di ottobre è quasi giunto alla fine e l'industria russa del commercio al dettaglio si prepara per Halloween: nei bar, nei ristoranti e nei negozi è un trionfo di zucche intagliate, matasse di ragnatele e scheletri ghignanti.
Quando ho chiesto a un collega più giovane di me quale sia, secondo lui, la reale necessità di festeggiare questa ricorrenza, la risposta è stata: “Perché sì! È così divertente... la tradizione del ‘dolcetto o scherzetto’ che noi russi non abbiamo... È così cool celebrare le feste di altre culture, aiuta a conoscerci meglio”.
È vero, la maggior parte dei russi sotto i 30 anni ha sentito parlare della tradizione del “dolcetto o scherzetto” dai cartoni animati americani e dai film che hanno visto in TV quando erano bambini. Così come è vero che anche i russi avrebbero una tradizione simile, legata alla loro cultura, ma che è stata messa nell’ombra per dare spazio a dei festeggiamenti - quelli statunitensi - che a livello commerciale hanno molto più appeal.
La festa dei morti
Molti politici e attivisti russi si dicono contrari ai festeggiamenti di Halloween. Vitalij Milonov, un politico conosciuto per le sue rigide posizioni anti-gay, che di recente ha suggerito di avviare una campagna di controllo nelle scuole russe per fermare la “propaganda di Halloween”, sostiene che questa celebrazione si basi sul “culto dei poteri oscuri e delle anime scomparse”, aggiungendo che si tratta di “una lode al satanismo”.
Su una cosa non gli si può dare torto: la parola Halloween significa infatti "Notte di tutti gli spiriti sacri", cioè la vigilia di Ognissanti.
Nella tradizione ortodossa russa, il giorno di Ognissanti viene celebrato la prima domenica dopo la Pentecoste: quindi in Russia si tratta di una ricorrenza estiva. Nella maggior parte delle altre chiese questa data viene celebrata il 1° novembre. Il giorno successivo (di solito il 2 novembre) si commemorano invece le anime defunte.
Ma qual è il reale significato della tradizione del “dolcetto o scherzetto”? E che relazione c’è con i defunti?
Inizialmente, la tradizione del “dolcetto o scherzetto” era chiamata “souling”. I bambini che bussavano di porta in porta promettevano di pregare per i parenti defunti dei padroni di casa, e in cambio delle loro preghiere ricevevano dei dolcetti (i dolcetti delle anime, “souling” per l’appunto). Questa tradizione è probabilmente legata alla convinzione secondo cui ad Halloween le anime dei morti vagano sulla terra alla ricerca di un po’ di conforto.
Nella tradizione russa, il “dolcetto o scherzetto” non veniva solitamente eseguito nel giorno di Ognissanti, bensì in un'altra festa chiamata Svyatki (i 12 giorni compresi tra il Natale ortodosso e il Battesimo di Gesù). Si riteneva infatti che durante lo Svyatki gli spiriti avrebbero vagabondato per la Terra e, nel tentativo di conquistare le loro simpatia e assicurarsi un buon raccolto per l’anno successivo, i russi si cimentavano in canti e balli, convinti di far loro cosa gradita.
La versione russa di Halloween
Perché allora i russi non rinnovano e non danno nuova vita alle proprie tradizioni? Perché festeggiare le usanze altrui? Certo, celebrando Halloween si ha come l’impressione di far parte di un film di Hollywood... ma allora dovremmo allo stesso modo introdurre nella nostra cultura la Festa del Ringraziamento e i festeggiamenti del 4 luglio! E cosa dire poi della celebrazione messicana del Giorno dei Morti?
Credo che il fatto di celebrare Halloween in Russia non sia altro che una coincidenza: nella maggior parte delle scuole russe, subito dopo il 4 novembre iniziano le vacanze autunnali. Il 4 novembre infatti si festeggia la Giornata dell’Unità Nazionale: i festeggiamenti di Halloween il 31 ottobre sono un po’ come la ciliegina sulla torta per aprire un piccolo ma necessario periodo di festa e riposo. Inoltre i moderni festeggiamenti di Halloween comportano quei travestimenti che i ragazzi tanto adorano. Se si ricominciasse a festeggiare lo Svyatki, nessuno uscirebbe in maschera: proprio come accadde per quasi tutte le feste tradizionali russe, anche lo Svyatki in epoca sovietica era considerato un evento “religioso” e quindi fortemente contrastato dalle autorità.
Inoltre Halloween è diventato ovunque un fenomeno globale. Per quanto la sfera più conservatrice della società russa possa puntare il dito contro questa festa, invocando un ritorno alle tradizioni nostrane, i bambini e i ragazzi la amano! E credetemi, nemmeno gli adulti in Russia si lasciano scappare l’occasione di alzare i bicchieri e fare un brindisi, qualsiasi sia il motivo e indipendentemente dall’origine. Perché noi russi, a fin dei conti, siamo un popolo cosmopolita e la festa di ogni uomo è anche la nostra festa! Quindi, “dolcetto o goccetto”, per noi va tutto bene, tranne lo sciovinismo culturale.