I bambini al tempo dell’Urss giocavano praticamente sempre con gli stessi giocattoli: con la Nevalyashka, il bambolotto “sempre in piedi”, la trottola… e le bambole. Siccome i giochi a disposizione non erano molti, ci giocavano tutti, bambini e bambine. La maggior parte delle bambole che hanno accompagnato l’infanzia di molti bimbi sovietici è stata prodotta in una famosa fabbrica di giocattoli nella città di Ivanovo, inaugurata nel 1942.
All’epoca i bambolotti erano fatti di legno, segatura pressata e cartapesta. In un giorno ne venivano prodotti circa 50 e ognuno di essi era dipinto a mano.
Le bambole ricordavano i personaggi delle fiabe e dei cartoni animati, e in molti casi indossavano i vestiti nazionali dei popoli dell’Urss. Erano vendute in tutto il paese per 4-5 rubli (più o meno il prezzo di una Barbie al giorno d’oggi).
Dopo il crollo dell’Urss la produzione si è fermata e la fabbrica ha chiuso i battenti… fino al 2006, quando sono state riaccese nuovamente le macchine. Ma il design e le modalità di realizzazione di questi giochi restano ancora oggi quelli del periodo sovietico.
Solo il materiale è cambiato: ora le bambole vengono realizzate in plastica e polietilene.
La produzione inizia con la fusione delle parti del corpo. Alla testa invece si lavora separatamente: vengono applicati i capelli e gli occhi. I vestiti sono cuciti a mano.
In Urss le teste strappate delle bambole rappresentavano un oggetto inquietante, degno di un film dell’orrore.
Al giorno d’oggi su internet esistono numerosi forum dove gli appassionati si scambiano giocattoli e pezzi di bambole. Gli esemplari più rari sono venduti al prezzo stellare di 15.000 rubli (200 euro).
Oggi le bambole prodotte in questa storica fabbrica hanno un prezzo di vendita che varia dai 700 ai 2.700 rubli (9,5-36 euro).