Il judo in Russia, lo sport di Putin rinato oggi dalle ceneri del passato

Kremlin Pool/Global Look Press
Giunse dal Giappone grazie a Vasilij Oschepkov, il primo russo e il terzo atleta in Europa a ottenere un 2º dan di cintura nera. Dopo i turbolenti anni del periodo sovietico, la pioggia di medaglie olimpiche e le difficoltà dei primi anni Novanta, questo sport si sta riafferimando con forza solo oggi. Complice, la passione del presidente russo per le arti marziali...

Se non fosse stato per lui, il judo in Russia probabilmente non sarebbe mai esistito. Vasilij Oschepkov, originario di Sakhalin, trascorse in Giappone molti anni: lì studiò arti marziali e ottenne la cintura nera. Tornò in patria nel 1914, e a Vladivostok fondò la prima scuola russa di judo.

Ma il “padre del judo russo” non si fermò qui: durante un nuovo viaggio in Giappone, nel 1917, superò gli esami per ricevere il 2º dan di cintura nera, diventando così il primo russo e il terzo atleta in Europa a possedere un nidan in judo.

Vasilij Oschepkov ha il merito di aver apportato un enorme contributo alla diffusione del judo in Russia: lui stesso lo insegnò agli ufficiali e alle truppe dell’Armata Rossa. Ma durante gli anni della repressione staliniana fu arrestato con l’accusa di essere una spia giapponese e morì in carcere nel 1938.

Il periodo sovietico fu un periodo duro per il judo nel paese: alla fine degli anni Trenta questo sport finì nella lista delle “attività estranee al popolo sovietico”. E così gli allievi di Oschepkov si adeguarono, e diedero origine a una nuova arte marziale, il sambo, molto simile al judo.

Quando negli anni Sessanta il judo entrò a far parte delle discipline olimpiche, ebbe una seconda opportunità in Urss, dove i leader sovietici sognavano di portare a casa una gran quantità di medaglie d’oro. Il divieto di praticare judo venne così revocato e i seguaci del sambo tornarono all’arte marziale giapponese.

I primi risultati furono impressionanti: già alle Olimpiadi estive del 1964, i seguaci del sambo sovietico, costretti a tornare al judo, vinsero quattro medaglie di bronzo.

Ci volle comunque del tempo per creare un sistema organizzato di judo in Unione Sovietica: la federazione sovietica di judo venne fondata solo nel 1972. Da allora, i campionati di questa disciplina sportiva si sono sempre svolti regolarmente.

Il 1972 si rivelò un anno storico per il judo sovietico: alle Olimpiadi estive di Monaco di Baviera, Shota Chochishvili vinse il primo oro olimpico dell’Urss.

Ma la caduta dell’Urss inflisse un duro colpo al judo russo: le gloriose vittorie si arrestarono all’improvviso, restando un ricordo del passato. Carenti di fondi, molte scuole furono costrette a chiudere.

Oggi il judo sta vivendo un periodo di rinascita: il presidente russo Vladimir Putin lo ha portato nuovamente sotto i riflettori. Putin ha più volte confessato che si affida ai principi filosofici di questa arte marziale sia nella vita privata, sia nel suo lavoro.

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