Cosa ne pensa il russo medio di Putin?

AFP
Per lunghi anni il gradimento è stato stabilmente sopra l’80%, con picchi di oltre il 90% dopo l’ingresso della Crimea nella Federazione Russa. Ora il rating sta ritornando a livelli più normali, ma il presidente resta molto amato dalla popolazione

Decine di strambe opere d’arte con ritratti a grandezza naturale o oltre. Cosa le unisce? Il soggetto: sempre Putin. C’è una scultura con un Putin in armatura da cavaliere medievale in sella a un orso. E c’è un Putin supereroe, e ancora un quadro in cui Putin abbraccia una nonnina. Poi c’è un busto di Putin in gesso, e un Putin fumetto alla Roy Lichtenstein su una grande tela.

Era il dicembre del 2017. A Mosca veniva inaugurata l’ennesima mostra dedicata al presidente russo. Si intitolava “SUPERPUTIN”. Qualche anno addietro qualcosa di simile era stato in esposizione a Mosca e a Londra. Allora Putin prendeva le sembianze di Buddha, Giovanna d’Arco, Che Guevara, Sherlock Holmes e molti altri (è quasi più facile dire di chi non prendeva le sembianze).

Queste mostre potrebbero sembrare commissionate dalla politica o addirittura una sorta di campagna elettorale occulta (SUPERPUTIN, per esempio, fu inaugurata quando mancavano pochi mesi alle elezioni). Ma per il russo medio, sospetti simili a lungo non hanno rappresentato il benché minimo problema e i sondaggi (anche quelli indipendenti) sul supporto al presidente hanno sempre detto lo stesso: Putin è amato in Russia. Il suo gradimento è rimasto altissimo negli anni, stabilmente sopra l’80%, e solo dall’aprile del 2018 ha conosciuto le prime flessioni.

“Putin è la Russia” 

“C’è Putin, c’è la Russia. Niente Putin, niente Russia”. Questa frase è diventata velocemente un aforisma. 

A pronunciarla fu il vicedirettore dell’amministrazione presidenziale, Vjacheslav Volodin (ora è presidente della Camera bassa del Parlamento). Ma l’immagine di “Putin come personificazione vivente del Paese” si è rivelata popolare non solo nel suo entourage. A quanto emerge dai sondaggi, è quello che pensa il russo medio. Per la maggioranza dei russi, il presidente è “il garante della stabilità”, l’uomo che ha fatto tornare grande il Paese, ricostruendolo dalle rovine fumanti dello Stato sovietico.

“Bisogna apprezzare quello che ha fatto, comparandolo con i tempi di Eltsin. Dal baratro del post Perestrojka non si può voler saltare subito in cielo. È passato ancora troppo poco tempo. Ma ora il mio frigorifero e quello di tutti i miei conoscenti è pieno, andiamo in vacanza, molti hanno cambiato il vecchio appartamento con uno nuovo, e la macchina ce l’hanno tutti; cose che prima dell’epoca di Putin non ci sognavamo neppure”, scrive la guida turistica Jurij Bakhaev sulla popolare piattaforma online The Questions. “Bisogna mettere sottovuoto tanti barattoli di roba da mangiare per il futuro, perché Putin non è eterno. Il prossimo presidente sarà probabilmente uno dei vostri ‘tolleranti’ e torneranno gli anni Novanta, se non peggio”, gli dà manforte Aleksandr Rybakov, 57 anni. 

“Le persone se li ricordano quei tempi, quando era difficile persino dar da mangiare alla propria famiglia”. Il consigliere politico Gleb Pavlovskij, uno degli artefici dell’immagine mediatica di Putin, ha ripetuto più volte che la popolarità del presidente si basa in gran parte sui ricordi degli anni Novanta, quando per mesi e mesi potevano non pagare stipendi e pensioni. “Ora non succede più nulla del genere, e sembra già un enorme successo, e non qualcosa che si può dare per scontato.”

“Un vero uomo” 

Muzhìk”. Con questa parola i russi contemporanei intendono un uomo duro, di carattere, che sa risolvere “da maschio” i problemi, e poi andarsi a fare una passeggiata a -40 ºC. “Nastojashchij muzhìk” (“un vero uomo”) è il più grande complimento che si possa fare a un maschio, ed è con queste parole che i russi descrivono di solito Putin.

“Coraggio”, “decisione”, “forza”, “sicurezza di sé”, “audacia”. Sono queste le caratteristiche che i russi più spesso indicano nei sondaggi come qualità del loro presidente. 

Quando la Russia, nel 2014, ha reintegrato nel suo territorio la Crimea, il rating di  Putin a lungo non è sceso sotto l’80%. E al suo massimo storico, 90%, sarebbe arrivato nel 2015, dopo la decisione di mandare i soldati russi in Siria a combattere contro i terroristi dell’Isis. 

Sono stati proprio questi due eventi, la Crimea e la Siria, a fare di Putin, secondo i sociologi, un “vero muzhìk”. “Prendendo la Crimea, abbiamo sfidato la comunità mondiale e agito in modo contrario all’opinione pubblica occidentale”, spiega Aleksej Levinson, responsabile del dipartimento di ricerca socio-culturale del Centro Levada. “Le persone hanno avuto la sensazione che il Paese tenesse testa a tutto il mondo. È proprio questo che, agli occhi della maggioranza dei russi, fa della Russia una grande potenza, e di Putin un leader forte che non ha avuto paura”. 

Un uomo che non fa mai fiasco 

Può uno come Putin fare degli errori? Probabilmente sì. Ma i russi (statisticamente parlando) credono di no. In tutti gli anni trascorsi al potere, il rating del presidente molto raramente ha pagato lo scotto per qualche crisi politica interna. I colpi di solito li ha subiti il consiglio dei ministri, che “non esegue le disposizioni del presidente”. 

La principale pecca di Putin, secondo tutti i sondaggi, è che “non sa come vivono le persone normali”. È cosa ben nota che Putin non utilizza internet e che non ha neppure un telefono cellulare. Tutte le informazioni le ottiene leggendo i materiali preparatigli dai suoi segretari, che il presidente si trova sulla scrivania in apposite cartelline ogni mattina. “Così se Putin non sa qualcosa, è perché l’hanno tenuto all’oscuro”, è la giustificazione diffusa. 

Il rating di Putin è sceso in tutto cinque volte. Ma le prime quattro non così tanto come l’ultima. La causa di questo recente calo è, secondo gli esperti, legata al fatto che Putin ha sostenuto ufficialmente la riforma che prevede l’innalzamento dell’età pensionistica, un nervo scoperto per la popolazione russa. Ma il calo di popolarità è, con ogni probabilità, solo temporaneo. “Ci sono già stati casi simili, in cui alla fine è caduto in piedi”, ha detto in diretta alla radio “Ekho Moskvì” il politologo e presidente di “Peterburgskaja Politika” Mikhail Vinogradov.

Il 24 marzo 2019, secondo i dati del Russian Public Opinion Research Center (VTsIOM), un centro analitico statale, il rating del presidente ha toccato il minimo storico: solo il 32,7% dei russi ha espresso il suo gradimento. Poi è iniziato il rimbalzo e la lenta risalita. Secondo il Levada Centre, un istituto indipendente, i russi che “approvano l’azione politica del presidente” sono invece ben di più: il 64%. E in ogni caso, spiega a Russia Beyond Levinson, il rating è semplicemente tornato a dei livelli normali, come era prima dei picchi di gradimento per la Crimea o per la guerra dei cinque giorni in Georgia.

“Questo è stato il livello stabile del rating di Putin per molti anni: circa due terzi dei russi ritengono necessario esprimere gradimento per il presidente, considerandolo il simbolo dell’unità del Paese o cose simili. Potranno presentarsi, forse, elementi che potrebbero farlo scendere al di sotto di questo livello, ma negli ultimi vent’anni non è capitato nemmeno una volta. Le persone hanno bisogno di un punto fermo sotto forma di Putin”, ritiene il sociologo.

 

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