Può la Russia essere considerata una superpotenza?

Natalya Nosova
I politologi discutono sul termine, e sul fatto se Mosca possa ancora fregiarsi del titolo, come ai tempi dell’Urss e della Guerra fredda. Ma Vladimir Putin ha le idee chiare in materia

Nel 2016, il presidente russo Vladimir Putin ha definito gli Stati Uniti “l’unica superpotenza mondiale”. “L’America è una grande potenza, l’unica superpotenza rimasta, credo… e noi ammettiamo di essere pronti a collaborare con gli Stati Uniti”, disse Putin durante il Forum economico di San Pietroburgo. Quindi, possiamo tranquillamente dire che la Russia non è una superpotenza? Diamo un’occhiata ad altre opinioni.

Vari leader politici e politologi, spesso si riferiscono ancora alla Russia come a una superpotenza: ad esempio, nel luglio 2018, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha definito il vertice tra Putin e Donald Trump un buon segno di “cooperazione tra due superpotenze”. È giusto?

Cos’è una “superpotenza”?

Questa sembra una buona domanda per iniziare la discussione. Le definizioni sono diverse, ma molti scienziati politici concordano: per essere una superpotenza, un Paese deve avere un sacco di influenza militare, economica, finanziaria, culturale e ideologica, e non solo tra i suoi vicini più prossimi, ma in tutto il mondo.

“Zbigniew Brzezinski riteneva che siano quattro i fattori necessari affinché uno Stato sia una superpotenza: i fattori militare, economico, scientifico-tecnico e culturale”, scrive Oleg Matvejchev, politologo presso la Higher School of Economics di Mosca. Per influenzare il mondo intero (questo è, in sostanza, quello che fanno le superpotenze) uno Stato deve possedere le armi più moderne e avere una floridissima economia, e allo stesso tempo dovrebbe poter stupire il mondo con le sue meraviglie in campo culturale e scientifico.

Economia troppo limitata

La Russia soddisfa questi criteri? In alcuni campi, Mosca ha sicuramente i tratti della “superpotenza”. Per esempio, la Russia può contare su un’enorme capacità militare (con 47 miliardi di dollari di budget per la Difesa, un arsenale nucleare su larga scala e le seconde forze armate più potenti del mondo, secondo “Business Insider”).

Politicamente, il peso della Russia sulla scena internazionale è di primo piano: come membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha il diritto di veto su ogni risoluzione importante. Inoltre, il Paese svolge un ruolo importante negli affari europei e, grazie alla sua posizione attiva nel conflitto siriano, ha molto peso anche in Medio Oriente. 

Il potenziale economico della Russia, tuttavia, non è così grande come quello degli Stati Uniti (il cui Pil è circa 13 volte superiore a quello russo). Con l’undicesimo Pil più grande del mondo, la Russia è certamente un Paese importante, ma non una superpotenza (anche Paesi più piccoli come per esempio l’Italia hanno un Prodotto interno lordo più grande).

Questo fatto limita il ruolo globale della Russia. “C’è solo un parametro che indica la Russia come una potenza globale: le risorse stanziate per la Difesa. In altri campi, non siamo così potenti come vorremmo essere, e questo lascia aperte molte domande riguardo a quale sarà il ruolo del nostro Paese nel XXI secolo”, ha detto Aleksandr Dynkin, presidente dell’Istituto di economia mondiale e relazioni internazionali, in un’intervista al giornale “Kommersant”.

Washington da sola in vetta

Non è sempre stato così: nella seconda metà del XX secolo, l’Urss sfidò gli Stati Uniti in tutto il mondo, e rappresentò una potente minaccia, in grado di rivaleggiare con l’America in tutti i campi, militare, politico, economico e culturale.

“Dopo due guerre mondiali devastanti, il mondo si era ritrovato in una situazione stabile e molto anomala, in termini sttorici. Due Stati dominavano il Pianeta, incomparabili a tutti gli altri in termini di potere”, ha detto in un’intervista Fjodor Lukjanov, redattore capo della rivista “Russia in Global Affairs”. Questo ordine bipolare mondiale fu caratteristico di tutto il periodo della Guerra Fredda.

“Venne coniato il termine ‘superpotenza’, per distinguere quelle forze gigantesche dalle cosiddette ‘grandi potenze’ del diciannovesimo secolo”, ha aggiunto Lukjanov. Tra queste c’erano il Regno Unito, la Francia, la Germania, la Russia e così via. Ma nella seconda metà del XX secolo, c’erano solo due superpotenze. Dopo la fine della Guerra fredda, una delle superpotenze, l’Urss, cessò di esistere, e anche se la Russia ereditò alcuni dei suoi asset (la potenza nucleare e la posizione nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite), la sua influenza rimase grande ma non era più straordinaria, come in precedenza”, ha concluso l’esperto.

Vladimir Putin sembra avere ragione: seppure la Russia sia uno dei principali attori in campo internazionale, non è una superpotenza come gli Stati Uniti. Ma possono gli americani rimanere a lungo il Paese più potente sulla Terra, o alla fine Washington perderà la corona, come è successo all’Urss? Solo il tempo potrà dirlo, ma una cosa è certa: nessuno rimane in alto per sempre.

Com’è cambiata l’ideologia russa nel corso dei secoli? 

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