Dopo aver appreso la notizia che il proprietario russo di una Tesla residente in California è stato recentemente costretto a cambiare la sua targa “XYECLA” (“khueslà”; parola inventata che univa il termine che volgarmente in russo indica il pene e la marca automobilistica; un calembour poco raffinato che in italiano potrebbe suonare come “Cazzesla”), abbiamo iniziato a chiederci quanti di questi geni russi ci siano là negli Stati Uniti in giro con targhe simili. E la ricerca non ci ha delusi!
Le tre lettere centrali nella targa “HE***BO” (“nje ***ovo”) dello Stato di Washington sono le stesse per le quali il ragazzo con la Tesla è stato beccato “in fallo”. In questo caso, l’espressione colorita significa “malissimo”, come risposta alla domanda “Come va?”, nelle sfumatura più volgare che in italiano potrebbe essere resa con “di merda”. Ma grazie al НЕ (“non”) davanti, è un “non malissimo”; “non di…”, va be’, non fatecelo ripetere.
“CTPAX” (Strakh). La parola russa che significa “paura” è portatrice di tanti significati se ti fissa dalla targa di un’auto imponente con i finestrini oscurati che sta per compiere una manovra proibita. Diciamo che intimidisce…
“CBETO4KA” (Svetochka; la mancanza della lettera Ч tra i caratteri latini è stata brillantemente risolta con un 4) è il diminutivo russo del nome “Svetlana”. Ed è molto rassicurante da vedere: in caso di problemi sai che non dovrai affrontare un nerboruto “BORIS”.
Ma è troppo presto per rallegrarsi. Le auto di lusso sono anche le preferite da donne che si definiscono fin dalla targa “EGOISTKA” (“egoista”)…
… o “CTEPBA” (“Sterva”: “carogna”; o “stronza”, se detto con un certo autocompiacimento).
Ed ecco una “PCHELKA” (“pchjolka”; “piccola ape”) su una Lexus. Ok, a questo punto stiamo seriamente iniziando a chiederci quale percentuale di proprietarie russe di auto negli Stati Uniti siano spogliarelliste.
Ovviamente, non tutte: come questo ragazzo qui, che afferma che ci sono dei “tonti” seduti nel veicolo. Sebbene la parola “TORMO3A” (“tormozà”; anche qui la mancanza della lettera З è stata brillantemente risolta con un 3) si riferisca comunemente ai “freni”, è anche il termine gergale per indicare (al plurale) qualcuno “lento di comprendonio”.
E qui abbiamo “BCE CAM” (“Vsjò sam”; “Tutto da solo”). Il ragazzo vuole che tu sappia che è un self made man.
A differenza di quest’altro, che per targa ha “BE3ET MHE” (“Vizjot mnè”; “sono fortunato, nella sfumatura un po’ più gergale di “mi va di culo”).
Ed ecco un finale degno della nostra lista. Abbiamo iniziato con i genitali maschili, quindi per par condicio finiamo con quelli femminili. Nella targa di questo ragazzo spiritoso, “P***DETS”, le prime quattro lettere si rifanno a un termine molto maleducato per “vagina”. Il significato della parola slang da lui scelta è invece ambivalente: a seconda del tono e del contesto, può indicare la “fine”, “il tutto male”, o al contrario “la fine del mondo”, nel senso di qualcosa “bellissimo”, “da sballo”. Non sappiamo in quale accezione la preferisca il Premio Nobel alla guida.
Il Runglish, la strana lingua parlata dagli emigrati russi in America
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