Tolstoj o Dostoevskij? “Guerra e Pace” o “Delitto e Castigo”? Da secoli interrogativi come questi tormentano i lettori e sembrano essere ancora oggi senza risposta. La domanda d’altronde non è delle più banali e solleva l’annosa questione su quale genio della letteratura rappresenti al meglio l’anima russa. E di conseguenza, quale libro sfoggiare con orgoglio in primo piano sulla scrivania? Quale autore citare con trasporto davanti a una bottiglia di vodka?
Abbiamo riassunto (in maniera sicuramente banale e riduttiva, bisogna ammetterlo) le principali tesi a favore e contro questi due colossi della letteratura mondiale. E voi, cosa ne pensate?
Principali tesi a favore
Dostoevskij
È considerato il più importante psicologo della letteratura russa. A lui va il merito di aver coniato la parola “nadriv”, in riferimento all’angustia e al tormento che affliggono l’anima russa, la cui esatta traduzione del termine è quasi impossibile da riportare in altre lingue. Per i russi infatti non esistono mezze misure: la vita è come un’auto che corre all’impazzata senza freni, sospesa tra l’eccesso e il nulla. L’amore non è reale quando non vi è sofferenza. Una sbronza che non faccia perdere i sensi non è altro che un banale aperitivo.
A Dostoevskij va inoltre il merito di aver partorito il leggendario Raskolnikov, cupo personaggio che oggi troviamo raffigurato con un’ascia in mano sui meme che rimbalzano e si moltiplicano sui social network. “Raskolnikov ti acchiapperà”, minacciano gli utenti di Facebook quando vogliono sottolineare il proprio disappunto per qualcosa.
Tolstoj
Ha lasciato in eredità all’umanità “Guerra e pace”, un mosaico letterario di vita russa all’inizio del XIX secolo, con descrizioni dettagliate e realistiche della guerra, dei rapporti nell’alta società e del ruolo della famiglia e del peso dell’onore. I lettori non possono non sorprendersi davanti alla sua capacità di mettersi nei panni della gente e ai personaggi nati dalla sua fantasia, dall’idealista Natasha al feroce Napoleone.
Senza dimenticare Anna Karenina, la cui storia non ha nulla da invidiare all’epopea di Guerra e Pace.
La protagonista di quello che è forse il più grande libro della letteratura non solo russa, bensì mondiale, incarna alla perfezione il concetto di amore, tradimento e morte.
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Principali tesi contro
Dostoevskij
Bisogna riconoscerlo, il suo stile è davvero troppo deprimente e i suoi libri spingono i lettori a sfiorare l’idea del suicidio. L’idea centrale potrebbe riassumersi nella teoria secondo la quale la salvezza dell’anima sta nella fede, ma per il corpo non vi è redenzione, solo sofferenza.
Molti dei suoi libri, poi, sono stati scritti in tutta velocità per esigenze editoriali (l’autore aveva bisogno di racimolare soldi per saldare i propri debiti contratti con il gioco d’azzardo).
Dostoevskij inoltre ha la responsabilità di aver “rovinato” l’immagine di San Pietroburgo, trasformandola in una città perennemente grigia e inquietante.
Tolstoj
Troppa logorrea. Al termine di una frase, sembra non ricordarsi cosa stesse dicendo all’inizio del discorso! Inoltre ha una moralità da vendere! La sua presenza è talmente ingombrante che spesso mette in secondo piano i protagonisti della storia.
Nonostante i sermoni infiniti, lui stesso non rispettava molti dei principi che predicava. Non ci resta altro da fare che compatire sua moglie.