È scientificamente provato che, comunicando con gli altri, tendiamo a utilizzare - spesso senza nemmeno accorgercene - piccoli dettagli del modo di esprimersi e comportarsi dei nostri interlocutori. E nel caso di rapporti più stretti, come amicizia o amore, acquisiamo pian piano le abitudini delle persone che ci stanno vicine. Date le relazioni forti e amichevoli tra i russi e gli italiani, abbiamo condotto una piccola ricerca tra i rappresentanti di entrambi i popoli per scoprire a cosa ci si abitua più spesso.
Le parentesi al posto delle emoticon sono il primo punto citato da ogni italiano che vuol bene a una persona russa. E non c’è da stupirsi: i russi godono di una fama mondiale grazie a queste faccine “senza occhi”. Non è ben chiaro il perché di questo modo russo di sorridere su Internet, ma secondo la netiquette le parentesi non sono del tutto identiche agli smiley. Gli smiley ci sembrano troppo espressivi, mentre le parentesi aiutano a stabilire un rapporto più stretto e intimo, dimostrando prima di tutto la sincerità e un atteggiamento veramente amichevole nei confronti dell’interlocutore.
Ecco un’altra particolarità della cultura russa che sorprende gli amici stranieri, che spesso chiedono: “Ma perché ti siedi sulla valigia?”. Sedersi sulla valigia prima di partire per un viaggio è un’antica tradizione legata al domovoj, la creatura mitologica slava che protegge la casa e la famiglia. Il domovoj è il padrone del focolare e controlla tutto ciò che viene e va, inclusi i membri della sua famiglia. Si crede che prima di ogni partenza ci si debba sedere sulla valigia affinché il domovoj possa sussurrare consigli e augurare buon viaggio. “Mi aiuta a non dimenticare niente, perché quando mi siedo sulla valigia mi viene in mente ciò che nella fretta ho dimenticato di prendere”, dice un italiano che ha preso esempio dai suoi amici russi.
Se avete amici russi che sono venuti a casa vostra in Italia, sulla porta di ingresso li avrete sicuramente sentiti dire: “Dove posso togliermi... ah, sì, giusto, qui non se le tolgono”. È incredibilmente difficile per i russi camminare in un appartamento con le scarpe ai piedi. “Come mai? Ma sono sporche le scarpe! Ho appena camminato fuori!”; questa frase testimonia il primo approccio di integrazione russa nella cultura e nello stile di vita italiano. Ci vuole un po’ di tempo per abituarcisi e smettere di considerarlo un crimine contro i tentativi del padrone di casa di tener pulito il pavimento. Tuttavia, mentre i russi combattono per adattare le proprie usanze, gli italiani in Russia si abituano a chiedere: “Dove posso togliermi le scarpe?”.
Nonostante siano assolutamente da evitare in pubblico, le parolacce costituiscono una componente importante della cultura russa. Senza negare l’espressività e le sfumature che possiedono e trasmettono, bisogna ammettere che sono una delle parti più intriganti di ogni lingua. E sono tra le prime cose che si impara stando a contatto con gli amici stranieri. Anche il loro suono straordinario suscita interesse e fa venire voglia di conoscere meglio l’argomento. E non c’è niente di cui vergognarsi: le parolacce hanno un ruolo importantissimo in termini di comprensione interculturale, quindi è meglio averle presente, se mai dovessero servire.
Agli occhi degli amici stranieri, i russi sono persone riservate e tranquille, che non tendono a esprimere in maniera troppo esplicita le proprie emozioni. Ma se vi capita di conoscere un russo, e con lui la cultura del popolo intero, vi accorgerete di una cosa bellissima: i russi sanno sorridere, anzi, sono sinceri, amichevoli e aperti. Aspettate un paio di giorni, e vedrete i vostri amici russi gesticolare come voi!
La grande sincerità dei russi non permetterà loro di mentirvi. Per questo il vostro amico di Mosca ammetterà fin da subito di non intendersene affatto dei vari tipi di pasta e pizza. Certo, conoscerà qualche piatto, quelli più popolari, ma non saprà distinguere tra fusilli, farfalle, penne e bucatini. Ma non scoraggiatevi! I russi non trascurano mai le cose considerate importanti da chi gli sta vicino. Cercate allora di invitare più spesso a cena il vostro amico, e presto vi accorgerete di avere di fronte a voi un ottimo interlocutore a livello culinario, che non smetterà di prendere in giro, con dolcezza, gli amici russi con meno “esperienza” di lui in cucina.
Il nesso tra le parolacce russe e quelle italiane tende a essere assolutamente reciproco: tra amici è naturale scambiarsi l’arte della parolaccia. Come molti notano, i russi non risultano meno interessati a conoscere il “frutto proibito” della lingua italiana. Entrambe le parti pensano: “Bello esprimersi in un’altra lingua, anche in modo colorito, quando nessuno può capirti!”.
Il fatto che in italiano la “o” vada sempre pronunciata allo stesso modo (in russo se non è accentata suona come una “a”) e le tante sfumature dei dialetti sono le prime sfide che l’italiano pone ai russi. Sarà impossibile non cedere al fascino della pronuncia italiana, così a un certo punto i russi smetteranno di ridurre i suoni, come dovrebbero fare per parlare correttamente la propria lingua.
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