Quando Elena Surikova, 35 anni, originaria di Sebastopoli, era al nono mese di gravidanza, si sedette al volante e, dalla Norvegia, Paese che stava girando in macchina con suo marito, andò fino a Kaliningrad per partorire. Un viaggio che in tanti riterrebbero molto rischioso in quelle condizioni, ma che per Elena e Vasilij, che in passato si erano persi nella tundra e sulle montagne del Caucaso senza cibo né acqua, era come una passeggiata.
Ma persino le persone a loro più vicine, abituate alla loro passione per i viaggi rischiosi, rimasero a bocca aperta quando nel 2016 seppero che la coppia si accingeva a comprare un yacht, e a bordo dello stesso lasciare per sempre Mosca e iniziare una vita in mare con il loro bambino.
E in effetti, da allora vivono sullo yacht, hanno già girato tutta l’Europa e pensano e ripensano al giro del mondo.
Adesso la famiglia è ormeggiata a Maiorca, alle Baleari. Nelle acque tranquille e calde dell’arcipelago spagnolo hanno già trascorso tre mesi e ci rimarranno finché non passerà il periodo delle tempeste invernali. Salperanno per mete lontane quando non sarà troppo pericoloso per un piccolo yacht come il loro e con dei bambini a bordo.
La pratica ha dimostrato che rispettare i propri progetti ambiziosi e le proprie scadenze non è sempre possibile. Secondo i piani iniziali, l’inverno 2018 avrebbero dovuto passarlo a Tunisi, e poi, tenendo in vista la costa del continente africano, navigare a est, verso l’Oceano Indiano. Ma il mare ha imposto i suoi correttivi.
Ogni tanto lo yacht si rompe e bisogna aggiustarlo da soli, il che fa perdere tempo. Altre volte alla famiglia viene semplicemente voglia di rimanere più tempo in un posto specifico. “A Ibiza abbiamo passato un mese intero e a Maiorca già tre, e ci rimarremo almeno altrettanto, e il passaggio in Tunisia ormai avverrà solo in primavera, dopo aver fatto scalo in Francia e in Italia”, dice Elena.
Il progetto del giro del mondo; di dirigersi nell’Oceano Indiano e poi di andare in Sud America attraverso il Pacifico, appaiono ora a volte troppo ambiziosi, ma la famiglia non ha fretta e il tempo è ancora dalla loro parte. Per tre anni hanno esplorato il Mar Mediterraneo in lungo e in largo. Considerando che Elena, a quanto pare, non è contraria a invecchiare in barca, la pazza idea del giro del mondo non sembra così impossibile.
E pensare che questa Odissea è iniziata con il dover persuadere suo marito, che il mare lo conosceva solo dalle storie di Elena.
Vasilij è cresciuto lontano dal mare e ha imparato a immergersi in apnea solo da poco. Rimaneva dunque la questione di convincere il marito a lasciare tutto e andare con lei per mare.
“Mi ci è voluto un po’ di tempo per interessarlo. L’ho invogliato raccontandogli un sacco di storie affascinanti, sulle coste mozzafiato, le avventure di pesca, e il fatto che saremmo potuti andare in giro liberamente, senza troppe scartoffie. Questo fa sempre colpo!”, racconta Elena.
Il marito ha accettato l’idea di vivere in barca per un paio di anni. Ma Elena sognava un viaggio per mare attorno al mondo, lungo anni…
I coniugi hanno iniziato a studiare la questione del vivere su uno yacht e hanno scoperto che la maggior parte delle informazioni su Internet li metteva di fronte a condizioni impossibili. Nonostante lo stereotipo diffuso sull’elitarismo della nautica da diporto, la coppia non si è dissanguata, spendendo 700 euro per la licenza da skipper di Elena e 9.900 euro per lo yacht Amel del 1972, acquistato da un anziano tedesco.
“Quando gli abbiamo detto che questo era il nostro primo yacht e che volevamo andarci al Sud, ho letto negli occhi dell’ex proprietario della nostra nuova ‘casa’, che nel profondo della sua anima avrebbe voluto avere anche lui la libertà di prendere, lasciare tutto e partire…”
La prima volta, andarsene in mare aperto è stato spaventoso. “Non disponevamo praticamente di attrezzature. Su internet dicevano che avremmo dovuto comprare un sacco di roba da 10 mila euro a pezzo. Ma noi avevamo solo mappe sul tablet, una bussola e un vecchio ecoscandaglio”, racconta Elena.
Ma ben presto la famiglia si è abituata a superare le difficoltà che la vita in mare aperto comporta, e che non sono certo poche.
Capitano casi in cui al largo si può restare senza cibo. “Noi abbiamo, non volontariamente, provato cosa significa, e scoperto che è assolutamente possibile trascorrere un’intera settimana con frullati proteici. L’importante è non dimenticare le vitamine e i carboidrati”, dice Elena.
Con il tempo, l’esperienza aumenta, e ormai la coppia sa come trovarsi preparata anche di fronte ai più inaspettati problemi che possono sorgere in alto mare.
“Adesso ci prepariamo in anticipo ai giorni difficili e abbiamo delle belle provviste: una scorta di frutta secca, biscotti non buoni (devono essere non buoni, per durare di più), conserve, proteine, farina e, obbligatoriamente, cordame e esche in quantità: cosicché il pesce fresco ora non manca praticamente mai, quando ne abbiamo voglia“.
A sopravvivere aiutano anche delle piccole furberie. Un gran numero di piacevoli sorprese edibili che fanno tornare il buonumore nelle traversate più complicate e una riserva strategica di integratori alimentari che, “nei momenti difficili, aiutano più del cibo normale”, dice Elena.
La coppia non sempre compra i generi alimentari nei negozi. Per esempio, il pesce e i frutti di mare se li procurano sempre da soli. Basta un po’ d’impegno e in tavola arrivano polpi freschi, gamberi, seppie… È divertente e spendiamo meno…
Sebbene i genitori di Elena e di Vasilij chiedano ripetutamente loro di tornarsene a terra e stiano in pensiero durante le lunghe traversate, la coppia per ora non ci pensa neanche di tornarsene alla vecchia vita.
La sua seconda gravidanza Elena l’ha passata tutta a bordo e, dopo aver partorito in Islanda, è tornata quasi subito in mare. Adesso, la coppia non solo viaggia ma cresce anche i due piccoli figli in condizioni assolutamente non abituali. “I bambini imparano a conoscere tutto dal vivo: gli animali, le piante, gli elementi naturali, le lingue, la psicologia le vedono nella realtà e non sui libri, chiusi in una classe”, dice Elena.
A quanto sostiene lei, il mare rallenta l’invecchiamento, e l’aria pulita e la continua attività fisica mantengono in forma e rafforzano l’organismo.
La coppia guadagna grazie alle collaborazioni giornalistiche e ai loro profili su Patreon, YouTube e Instagram, dove pubblicano i video dei loro viaggi e fanno consulenza sul tema della vita da freelance.
Come detto, non pensano di tornare a vivere a terra, e di tanto in tanto (per scherzo o meno) pensano alla vecchiaia in mare.
Rispondendo alla domanda su come vorrebbe cambiare le persone, Elena dice che vorrebbe che “le persone sulla terraferma fossero come le persone in mare”.
“Qui non abbiamo età, Stati, politica, religione… qui siamo liberi e nessuno limita la libertà dell’altro. Le porte delle nostre case sono aperte. È come se rancore, invidia e disonestà rimanessero a terra e qui non avessero ragione di esistere. Non abbiamo bisogno di un guardiano con il bastone in mano per comportarci come si deve”.
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